L'ex presidente di Nissan è fuggito in Libano alla fine del 2019. Una sua estradizione è molto difficile
Oltre all'ex tycoon, a essere processato è anche il direttore operativo Greg Kelly, che però ha negato di essere stato complice dello schema fraudolento.
TOKYO - È iniziato questa mattina alla Corte distrettuale di Tokyo il processo per lo scandalo finanziario che riguarda il presidente della Nissan Carlos Ghosn e il direttore operativo Greg Kelly.
A quasi due anni dagli arresti, solo quest'ultimo era presente all'udienza, dichiarandosi non colpevole, mentre Ghosn si trova ancora in Libano, dove è fuggito nel dicembre del 2019 violando i termini della libertà vigilata a cui era sottoposto.
L'accusa - Il 64enne Kelly, cittadino statunitense, ha negato l'accusa di essere stato complice nella copertura di fondi per un valore di circa 9 miliardi di yen (l'equivalente di 77 milioni di franchi) in un periodo di 8 anni; uno schema fraudolento che in base all'accusa puntava a incrementare i compensi del suo ex datore di lavoro sottraendoli al fisco.
Se ritenuto colpevole, Kelly potrebbe dover scontare 10 anni di prigione nonostante l'assenza dell'aggravante dell'abuso di autorità per aver utilizzato i fondi, a differenza dell'ex tycoon.
La stessa casa automobilistica è presente come imputato al processo e dovrebbe dichiararsi colpevole, riferisce la stampa nipponica; Ghosn invece ha sempre sostenuto di essere una vittima di un complotto tra la Nissan e la Procura giapponese.
Estradizione complessa - Il governo di Tokyo ha inoltrato al Libano un mandato di estradizione ma - dal momento che i due paesi non hanno mai firmato un accordo in materia - è altamente improbabile che Ghosn possa affrontare qualsiasi udienza in Giappone, dove il tasso di condanna ai processi nel 2018 si aggirava intorno al 98%.