Lo ha dichiarato il Vicepresidente dell'istituto di credito Martin Schlegel
BERNA - Circolano meno banconote da 1'000 franchi dopo gli aumenti dei tassi di interesse: a confermarlo è il vicepresidente della BNS Martin Schlegel che - come riporta il Blick - ha dichiarato in un'intervista a CH Media che «circa dieci miliardi di franchi svizzeri sono tornati alla BNS sotto forma di banconote da 1'000».
È accaduto, secondo quanto scrive il giornale zurighese, che i clienti dell'istituto di credito hanno portato via dalle proprie cassaforti domestiche (e non solo) una mole di mazzette di banconote di grosso taglio per affidarle nuovamente all'istituto di credito.
«La circolazione di banconote di piccolo taglio, come quelle da 10, 20 e 50, è ancora in leggero aumento», ha dichiarato il vicepresidente della BNS. «A diminuire è soprattutto la circolazione in termini di valore, soprattutto a causa del calo delle banconote da 200 e da 1000 spesso utilizzate per immagazzinare valore. La loro quota di banconote in circolazione è diminuita dopo gli aumenti dei tassi perché il contante non produce interessi».
Secondo lo stesso Schlegel, «finora le banche hanno tratto vantaggio dal ritorno a tassi di interesse positivi. Tuttavia, i margini di interesse sono ancora inferiori alla media storica» è l'opinione del manager.
Sul fiume di banconote da 1'000 franchi rientrate nei forzieri dell'istituto, Schlegel spiega che «in tempi di tassi d'interesse negativi per molti era probabilmente più interessante prelevare contanti e depositarli in una cassaforte bancaria di quanto non lo sia oggi. Quando a giugno di un anno fa abbiamo aumentato il tasso di interesse di riferimento e a settembre abbiamo superato la soglia dello zero per cento, migliaia di banconote sono tornate alla BNS attraverso le banche e gli uffici postali», spiega Schlegel.
Nel corso dell'intervista il numero due di BNS ha anche detto - riferendosi ai prestiti - che «le insolvenze sono a un livello molto basso» e non si intravedono all'orizzonte «segnali di minaccia per la stabilità finanziaria derivanti dagli aumenti dei tassi di interesse».