Prosegue verso la Liguria il pellegrinaggio partito dal Gran San Bernardo
BERCETO – Siete stanchi delle solite destinazioni? Del solito stress prima, durante e dopo il viaggio? Volete invece procedere lentamente e godervi il paesaggio in tutta tranquillità? Magari gustandovi lungo il percorso le prelibatezze del posto? Chiacchierare con gli indigeni, facendovi invitare a bere un caffè? Allora siete pronti per un pellegrinaggio. Scegliete una delle tante vie (molte portano a Roma, come afferma un famoso proverbio), senza che vi sia uno scopo religioso o spirituale. Vi assicuro che vi arricchirà in ogni caso lo spirito.
Io ho scelto il percorso che porta a Roma. Si tratta di un pellegrinaggio che nel Medioevo era una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela. Per questo l'Italia era percorsa continuamente da pellegrini di ogni parte d'Europa. Molti si fermavano a Roma, gli altri scendevano lungo la penisola fino Brindisi per poi imbarcarsi per Gerusalemme.
I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della Via Francigena, risalgono al decimo secolo e il nome Via Francigena è attestato per la prima volta nella pergamena risalente al 876 conservata nell'Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata.
La prima descrizione del percorso la si deve al vescovo Sigerico (forse vi ricordate il mio precedente blog nel mese di agosto dedicato al passaggio sul fiume Po), il quale fece il percorso da Roma, dove era giunto per essere ricevuto dal Pontefice, a Canterbury. Il documento di Sigerico rappresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.
La presenza di questi percorsi, con la grande quantità di persone provenienti da culture anche molto diverse tra loro, ha permesso un eccezionale passaggio di segni, emblemi, culture e linguaggi che ancora oggi sono rintracciabili sul territorio. A partire dal 1994 la Via Francigena è stata dichiarata "Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa", assumendo, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela (maggioremente conosciuto e di conseguenza più affollato) una dignità sovranazionale.
Personalmente ho inziato il mio progetto nell’autunno del 2016 con il primo tragito dal passo del Gran San Bernardo alle Valle d’Aosta. L’idea è quella di raggiungere Roma con il mio cane San Bernardo (a dimostrazione che si tratta di una razza atletica e curiosa) nel corso di alcuni anni per scoprire mille chilometri di natura, cultura e gastronomia. Attualmente mi trovo in territorio emiliano con il faticoso percorso montano del Passo della Cisa (nella più fitta nebbia), al confine tra le province di Parma e Massa, ove un tempo esisteva, poco prima dell`attuale passo, l`antico ospizio di Santa Maria. La mia settimana di cammimo terminerà a Sarzana non lontano dal mare.
Testo a cura di Claudio Rossetti
Contatto: newsblog@viaggirossetti.ch