Geologia, storia, archeologia industriale nel primo Geoparco svizzero
Incontro la guida Luca Scaperrotta sul posteggio dei centri commerciali che tutti conoscono o hanno già osservato sfrecciando sull’autostrada A2. Meno conosciuto è invece il parco che si trova alle sue spalle. Ammetto, anche per me si tratta di una prima. In tempo di Covid vi consiglio questa escursione all’aria aperta e sull’uscio di casa. Una gita di grande interesse e curiosità anche per chi non ha conoscenze specifiche e una passeggiata affascinante, grazie alla bellezza del paesaggio.
Fondato nel 1998 e aperto nel settembre 2001, il Parco delle Gole della Breggia è il primo Geoparco svizzero. Il parco si estende per circa 1.5 chilometri lungo il fiume che gli dà il nome e copre una superficie di 65 ettari ai piedi della Valle di Muggio, nel territorio dei comuni di Balerna, Castel San Pietro, Morbio Inferiore e Superiore. Il parco è facile da esplorare con la sua rete di 12 chilometri di sentieri con un dislivello di soli 300 m. La visita è facilitata da una serie di pannelli scientifico-educativi, chiamati anche GeoStop, una GeoGuida in italiano e inglese e una guida generale completa. Ci sono molte componenti naturali e artificiali nelle gole, ma l'eccezionale contenuto geologico ne fa uno dei geotopi più importanti della Svizzera, incluso nell'Inventario dei paesaggi, siti e monumenti naturali d'importanza nazionale e designato dall'UNESCO come Geoparco modello.
È un autentico viaggio nel tempo quello che si può compiere con un’escursione al Parco delle Gole della Breggia. In questa regione del Mendrisiotto, lungo il fiume Breggia, si può infatti osservare un profilo geologico eccezionale: grazie all’azione di scavo dell’acqua è affiorata una sezione rocciosa che copre il periodo tra Giurassico e Terziario, risalente a 80 milioni di anni fa! Nelle rocce sono presenti testimonianze degli antichi mari: resti di frane subacquee, fossili e segni dei cambiamenti climatici avvenuti in epoche precedenti alla comparsa dell’uomo sul nostro pianeta. Mancano solo i dinosauri...
La passeggiata inizia presso il Centro visitatori del parco (luogo con servizi, sale conferenze, un’enoteca e uno storico mulino visitabile). Il vecchio mulino del Ghitello del 1606, situato, è infatti uno dei punti di partenza; si costeggia dapprima il laghetto e si prosegue poi lungo il fiume incontrando alcuni opifici, tra cui il cementificio e la birreria. Attraversata la Breggia si risale la Val della Magna per giungere sul colle di San Pietro, dove si trovano i resti del castello medievale. Ai piedi del villaggio sorge la chiesa di S. Pietro, eretta nel XIV secolo, detta anche Chiesa Rossa in ricordo di una leggenda secondo la quale, nella notte di Natale del 1390, in questo luogo furono trucidate diverse persone appartenenti a famiglie nemiche. Il nome potrebbe venire anche dal colore della facciata, dipinta di rosso come ordinato dal vescovo nel 1599.
Da questo punto (anche panoramico) il sentiero comincia la sua discesa passando dal Punt da Canaa. Lungo la discesa si osservano rocce nettamente stratificate: sono le più antiche del parco (calcari selciferi di 190 milioni di anni fa). Queste rocce costituiscono praticamente l’intero blocco del Monte Generoso. Le loro origini sono direttamente legate alla formazione del bacino del Generoso e presentano uno spessore di oltre 4 mila metri.
Sempre dal ponte potrete osservare un masso erratico, originario della Valtellina (incredibile vero?), abbandonato dal ghiacciaio del Lario (proveniente da sud alla sua massima estensione).
Proseguendo sul sentiero e superata una gola stretta e profonda, grazie a un ponte di costruzione recente, e si attraversano alcuni biotopi particolari restando sempre a contatto con gli strati rocciosi. Infine, si rientra al mulino del Ghitello passando dall’area della Ex-Saceba.
All’interno del Parco delle Gole della Breggia è possibile seguire anche un altro percorso, ma solo con visita guidata e difficilmente combinabile con il primo. Il Percorso del Cemento è l’elemento più visibile della riqualifica dell’ex cementificio Saceba. Negli anni 1972-1973, durante il periodo di maggior produzione, la Saceba ha fabbricato fino a 200'000 tonnellate di cemento all’anno, per un totale di oltre 2 milioni di tonnellate in circa 20 anni di attività.
«Il percorso didattico sfrutta strutture del vecchio cementificio per illustrare al visitatore i processi di trasformazione della roccia in cemento. Il recupero dell’area industriale è un esempio unico in Svizzera. L'itinerario si sviluppa su una lunghezza di 2 chilometri, dalle cave a cielo aperto alle gallerie di estrazione del materiale, al frantoio dove la roccia veniva macinata, per finire alla torre dei forni, il cuore del cementificio, oggi adibita a spazio espositivo e didattico. Nelle gallerie, la temperatura è fresca (circa 12 gradi) e l’umidità elevata (oltre 80%). È quindi indispensabile un equipaggiamento adeguato, mentre casco, lampada frontale e giubbotto riflettente sono forniti sul posto» spiega la nostra guida.
Il Parco organizza inoltre, su richiesta, visite guidate e attività didattiche per le scuole, mentre durante la stagione estiva l’ente turistico locale propone visite guidate. Prossimo appuntamento: 15 maggio avrà luogo nel Parco della Breggia la Giornata svizzera dei mulini. Durante quel giorno in tutta la Confederazione i mulini apriranno le loro porte ai visitatori.
Testo a cura di Claudio Rossetti
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