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L'OSPITEAccordi bilaterali: chi ha il coltello dalla parte del manico?

23.09.20 - 23:42
Santiago Storelli, membro del comitato della Gioventù Socialista
Keystone
Fonte Ats ans
Accordi bilaterali: chi ha il coltello dalla parte del manico?
Santiago Storelli, membro del comitato della Gioventù Socialista

BELLINZONA - Tra poche settimane saremo chiamati e chiamate al voto per esprimere la nostra opinione su una nuova (e delirante) iniziativa UDC. Per la Svizzera, e per il Ticino in modo particolare, il SÌ potrebbe portare gravi conseguenze per quanto riguarda l’economia e la qualità della vita.

La crescita capitalista portata avanti da confederazione e cantoni, infatti, ha trovato come bacino (per l’assunzione di forza lavoro, per le importazioni e le esportazioni) l’Unione Europea.

Tagliare questi ponti senza aver risanato i gravi squilibri causati dal liberalismo porterebbe soltanto a un peggioramento delle condizioni della classe lavoratrice e dei/delle piccol* imprenditori/imprenditrici aumentando il divario tra ricchi e poveri.

In Ticino, inoltre, la nostra dipendenza dall’estero è molto forte e, facendo cadere il pacchetto Bilaterali I (su cui si basano altri 120 accordi), rischiamo di veder cadere tutte le misure di accompagnamento.

Il padronato UDC non aspetta altro che poter attingere a un bacino di lavoratori/trici con ancora meno diritti abbassandoli, di conseguenza, a tutt*. La balla del personale altamente qualificato non regge, i padroni puntano al profitto risparmiando sulla forza lavoro!

Come ultimo punto, inoltre, bisogna fare un accenno a quelle che sono le nostre relazioni con l’UE. La Svizzera, infatti, è al centro del continente e, un eventuale denuncia del pacchetto bilaterali I, spezzerebbe quell’unità che l’Europa sta cercando.

L’UE, come ha dimostrato durante la Brexit, è pronta a “puntare i piedi” pur di schiacciare qualsiasi vena sovranista. Illudersi di sedersi al tavolo delle trattative per poter rinegoziare (in un anno) non è solo folle, ma anche stupido e incurante dell’esempio della Gran Bretagna.

Per un futuro con più diritti, per una migliore qualità della vita per tutt*, per non alimentare una lotta tra poveri/e, Il 27 settembre votate NO!

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