Marco Profeta, presidente Giovani del Centro
Il Ticino - purtroppo - è a volte terra di record nazionali infelici. È noto che sia fra i cantoni con il minor potere d’acquisto. A pesare sull’attuale situazione economica dei ticinesi si aggiunge anche l’imposta di circolazione più cara della Svizzera. È quindi chiaro che questa imposta ha maggiore incidenza sul borsellino dei ticinesi piuttosto che su quello degli altri confederati.
L’iniziativa del Centro “Per un’imposta di circolazione più giusta!” ha l’obiettivo di cessare questa iniquità, allineando l’imposta alla media nazionale. Inoltre, aggiorna il calcolo dell’imposta in un modo più semplice, trasparente e attuale. La riforma prevede di considerare un unico fattore per il calcolo dell’imposta: la quantità di emissioni di CO2.
A mio parere, questa semplificazione ha dei vantaggi importanti in termini ecologici, perché vengono premiati i ticinesi che investono in veicoli a bassa emissione di anidride carbonica, come pure in veicoli plug-in oppure completamente elettrici, che attualmente sono notoriamente più cari dei veicoli con motori a combustione. Dunque, questa riforma ha il duplice vantaggio di concedere una riduzione del gettito e di incentivare l’adozione di veicoli più ecologici. Essa si allinea quindi alla strategia di neutralità climatica, che la Svizzera si impegna a rispettare.
Le economie domestiche che non si potranno permettere un nuovo veicolo parzialmente o completamente elettrico saranno comunque tutelate, poiché le automobili di piccola cilindrata (o utilitarie) producono notoriamente poche emissioni. Tenuto conto che la riduzione dell’imposta sarebbe generalizzata per tutti i tipi di veicoli che emettono poca CO2, secondo gli iniziativisti la differenza media di imposta fra il possessore di una utilitaria e quello di un’auto elettrica sarebbe minore di 2.70 franchi in più al mese. Questa differenza è giustificata dal fatto che l’iniziativa persegue degli obiettivi ecologici importanti, che non sono riconosciuti dagli iniziativisti del controprogetto.
Il fronte rosso-verde con il controprogetto chiede ai ticinesi di pagare 4 milioni in più rispetto alla proposta del Centro, per ridistribuirli sotto forma di sconto - di solo il 15% - sull’abbonamento Arcobaleno. Al di là del fatto che non sappiamo se questo sconto interesserà o verrà realmente sfruttato dalle famiglie ticinesi beneficiarie di sussidi, ritengo che sia discriminatorio chiamare alla cassa anche chi - per forza di cose - deve optare per il trasporto privato. In particolare, verrebbe chiesto anche alla popolazione delle valli o ai lavoratori a turni o notturni di contribuire a questi 4 milioni di franchi aggiuntivi, che nella maggior parte dei casi non potrebbero comunque sfruttare appieno, perché il trasporto pubblico potrebbe non garantire loro il collegamento casa-lavoro.
Per garantire una riduzione dell’imposta di circolazione in modo equo, intelligente ed ecologico, votiamo sì all’iniziativa il 30 ottobre.