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SVIZZERATroppa carne al fuoco

30.07.24 - 10:49
Secondo il WWF, durante la stagione delle grigliate è pubblicizzata quasi solo la carne, scontata fino a sembrare merce di scarto.
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Troppa carne al fuoco
Secondo il WWF, durante la stagione delle grigliate è pubblicizzata quasi solo la carne, scontata fino a sembrare merce di scarto.

LUGANO - Nonostante gli obiettivi climatici, secondo un'analisi della pubblicità del segmento barbecue di sei rivenditori svizzeri pubblicata oggi da WWF Svizzera, durante la stagione delle grigliate i commercianti pubblicizzano (quasi) esclusivamente carne.

Il "Grill Check" - In totale sono stati pubblicizzati 559 prodotti per il barbecue, di cui l'83% scontati. E i prodotti a base di carne la fanno da padrone: l'80% dei prodotti scontati per le grigliate sarebbe infatti carne.

Nel complesso, il 94% dei prodotti pubblicizzati era di origine animale, mentre solo una piccola percentuale proveniva da alternative.

«Quando si tratta di grandi obiettivi e buoni propositi - sottolinea WWF -, i rivenditori svizzeri sono insuperabili: hanno riconosciuto l'importanza delle loro azioni per l'ambiente e il clima». «Ecco perché tutti, tranne Volg, si sono posti un obiettivo scientifico in materia climatica».

Paradossalmente, però, il "Grill Check" del WWF dimostra appunto che è soprattutto la carne a essere non solo pubblicizzata in modo preponderante durante la stagione delle grigliate, ma anche scontata a tal punto da diventare quasi merce di scarto.

Tutto questo mentre la produzione di carne comporta livelli particolarmente elevati di emissioni dannose per il clima. Insomma, per raggiungere davvero gli obiettivi climatici, i rivenditori dovrebbero venderne molta meno.

Come detto, la valutazione indica che solo il 6% dei prodotti da grigliata pubblicizzati è costituito da alternative di origine vegetale, ad esempio burger oppure salsicce di soia o piselli. La carne è in vantaggio anche considerando la scontistica. Coop e Denner scontano i prodotti della carne fino al 51%, mentre lo sconto più alto per un prodotto vegetariano alla Lidl ammonta solo al 38%.

Si nota poi una leggera tendenza a consumare più formaggio alle grigliate. «Tuttavia - spiega WWF Svizzera -, anche se questo è interpretabile come un segno di buona volontà, dal punto di vista climatico non è molto utile, perché anche il formaggio è associato a emissioni elevate».

«Occorre orientare le decisioni d'acquisto» - Secondo Mariella Meyer, esperta di alimentazione presso il WWF Svizzera, «i dettaglianti ricoprono un ruolo importante: decidono cosa offrire, come presentare i prodotti, quali pubblicizzare, e così facendo contribuiscono ad orientare le decisioni di acquisto dei consumatori». «Le predilezioni e il background individuali - prosegue Meyer - svolgono un ruolo nelle scelte alimentari, ma le decisioni sono caratterizzate dal nostro ambiente nel contesto alimentare (come i supermercati) e da fattori al di fuori del controllo dei consumatori, come la disponibilità, l'economicità, l'accessibilità e la pubblicità».

In sostanza, conclude l'esperta, «per generare un vero impatto positivo sul clima, i dettaglianti devono ripensare le loro strategie pubblicitarie e concentrarsi maggiormente su alternative sostenibili di origine vegetale».

Cosa fare - Il WWF ritiene che rivenditori, consumatori e politica debbano collaborare. Cosa è necessario fare allora:

• La politica deve fornire l'impulso e le linee guida necessarie per passare a un maggior numero di prodotti vegetali.

• Ai rivenditori si chiede di organizzare l’assortimento in modo da raggiungere gli obiettivi climatici e facilitare ai consumatori la scelta di alternative vegetali.

• I consumatori dovrebbero prendere decisioni di acquisto più consapevoli. Da ultimo, sarebbero d'aiuto a tutti noi porzioni più piccole di prodotti di origine animale nel piatto e prediligere ciò che fa bene a noi e non incide eccessivamente sul clima.

Perché il consumo di carne è problematico?

In Svizzera si allevano ogni anno 13 milioni di polli, 1,5 milioni di bovini e 1,4 milioni di suini: un numero di animali da allevamento quasi doppio rispetto agli abitanti della Svizzera. Tutto ciò ha un impatto sulla natura e sul clima. L'allevamento di bestiame è responsabile dell'85% delle emissioni di gas a effetto serra generate dall'agricoltura, che a sua volta rappresenta il 12% delle emissioni totali della Svizzera. L'enorme quantità di letame prodotto dagli allevamenti sovraccarica i terreni e le acque di sostanze nutritive, con conseguente inquinamento dei corpi idrici e perdita di biodiversità. Inoltre, gli animali da allevamento richiedono grandi quantità di mangime. Il 60% dei terreni coltivabili in Svizzera viene infatti sfruttato per la coltivazione di questi ultimi; si tratta di terreni che potrebbero essere utilizzati direttamente per la coltivazione di piante destinate al consumo umano, nutrendo così un maggior numero di persone con alimenti svizzeri, perché in definitiva l'allevamento animale è inefficiente. Si investono più calorie in un animale di quante se ne ottengano in cambio: in media, per produrre una caloria di prodotto animale è necessario somministrare sette calorie tramite alimenti di origine vegetale.

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