Con la crescita dei contagi, aumentano i giorni di malattia per le grandi - così come per le piccole - attività. Su anche le disdette.
Non c'era forse bisogno che ce lo dicesse l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) che la Svizzera, specialmente quella occidentale e il Ticino, è colpita attualmente da un'ondata di casi Covid. Visto che più o meno a tutti accade in questi giorni di avere un collega o un parente a letto con febbre, tosse o mal di gola.
Cosa che trova conferma nelle statistiche UFSP che ha certificato l'aumento di infezioni già a partire dal mese di Novembre; incremento andato poi a consolidarsi nelle ultime settimane. Con una prevalenza di casi Covid: come abbiamo riferito la scorsa settimana i sistemi di rilevamento misurano, all'interno dei casi di malattia, un rapporto di 45 casi di Covid-19 rispetto a sette infezioni da influenza.
Tanto che in alcuni ospedali della Confederazione è stato reintrodotto l'utilizzo della mascherina come è il caso dell'Ospedale universitario di Zurigo: bocca e naso coperti per i pazienti nelle aree di attesa, così come per i visitatori esterni.
E a causa della diffusione di virus stagionali il sistema ospedaliero di Neuchâtel è sotto pressione da giorni, questo perché «l'aumento dei casi di Covid impone misure d'isolamento - aveva spiegato l'ente cantonale che gestisce il sistema sanitario della regione (RHNe) - il che complica l'organizzazione».
Ma ad andare in sofferenza nel Paese sono anche le attività economiche. Incluse le più grandi, come Coop, Swisscom e Ffs. Lo riporta il portale Nau.ch, che ha sentito il portavoce Moritz Weisskopf: «Ffs registra attualmente, come altri settori, un aumento dei giorni di malattia».
Situazione che trova conferma anche nelle parole di Sabrina Hubacher: per quanto riguarda l'aumento dei casi di malattia in Swisscom, afferma la portavoce, «da settembre» saranno «per quest'anno leggermente superiori al normale». E sulla stessa linea è anche Coop, il cui responsabile comunicazione Caspar Frey riscontra «un certo aumento delle assenze per malattia».
Piccole e medie imprese soffrono di più
Situazione forse più delicata è quella delle piccole e medie imprese, oltre che delle attività artigianali e di servizi, che possono contare su minori possibilità di turnover. A partire dai negozi di parrucchiere che si trovano a dover fare i conti con le disdette dei clienti "indisposti".
Cosa «particolarmente fastidiosa», spiega al portale Sylvie Aebischer di Art Coiffure a Düdingen (FR), specialmente alla vigilia del Natale, «che è un momento molto importante per la nostra attività».
E simile è la situazione negli studi medici e dentistici, lo racconta uno specialista di Berna: «Tre cancellazioni a breve termine, nell'arco di una sola giornata».
E se il detto "mal comune, mezzo gaudio" è certamente a dirsi poco nobile, nel caso ci si trovasse forzatamente a letto val la pena almeno ricordarselo, consolandosi poi con la certezza di non esser soli.