Il Consiglio federale risponde al deputato Lorenzo Quadri che aveva chiesto le ragioni della prospettata chiusura in un comparto strategico come la stazione Ffs
La prospettata chiusura dell'Ufficio postale di Besso è arrivata fin sul tavolo del Consiglio federale. Ma la risposta non sembra lasciare molte speranze. Era stato il consigliere nazionale Lorenzo Quadri a interpellare Berna per «una decisione doppiamente incomprensibile se si pensa che al futuro importante sviluppo del comparto della stazione Ffs». «È intenzione del Consiglio federale intervenire?» chiedeva il parlamentare della Lega.
La risposta è una piccola doccia fredda. «La Posta - scrive l'Esecutivo federale - ha il mandato di garantire in tutto il Paese una rete capillare di uffici postali e agenzie. Deve finanziare con mezzi propri l'infrastruttura necessaria al servizio universale. In tale contesto la Posta può decidere di chiudere o trasformare un ufficio postale: rientra nella sua libertà imprenditoriale».
Unica condizione, ricorda Berna, prima di decidere di chiudere o trasformare un ufficio postale vanno consultati i Comuni interessati. Cosa che è avvenuta in occasione di un primo colloquio con la Città di Lugano lo scorso 18 settembre. La radiografia del Consiglio federale diventa poi impietosa: «Il numero di clienti che si recano all'ufficio postale di Besso è in netto calo. La soluzione prospettata sarebbe la trasformazione in un'agenzia, ma non è ancora stata avviata la ricerca di un potenziale partner. Per cui la decisione sulla trasformazione è ancora pendente».