"Io l'8 ogni giorno" torna in piazza il prossimo 14 giugno a Bellinzona per dire no alla violenza sulle donne.
Nello specifico il collettivo femminista rivendica «misure efficaci» per combattere questa piaga. «Chiediamo un numero unico anti-violenza sempre attivo».
BELLINZONA - «Siamo stufe di aspettare». È questo il messaggio lanciato dal collettivo femminista "Io l’8 ogni giorno" che il prossimo 14 giugno tornerà in piazza a Bellinzona per rivendicare «un cambio di rotta» nella lotta alla violenza di genere. «Vogliamo misure efficaci. Vogliamo che le donne possano essere ascoltate, accolte e protette», rivendica il collettivo, precisando che i servizi disponibili non sono attualmente sufficienti.
Misure che non bastano - Già la scorsa primavera "Io l'8 ogni giorno" aveva pubblicato un Piano d'azione femminista per l’eliminazione della violenza sulle donne, in cui il collettivo presentava una lista di proposte concrete. Proposte che però non sono state ascoltate dalle autorità: «Il cosiddetto Piano d’azione cantonale sulla violenza domestica - deplorano le attiviste - non contiene praticamente nessuna delle misure da noi richieste. Mentre altri paesi avanzano investendo risorse nella prevenzione della violenza sessista, nella protezione delle vittime e negli adeguamenti legislativi, in Ticino si continua a fingere che tutto vada bene».
Un numero telefonico contro la violenza - Per questo motivo il collettivo ha deciso di tornare di nuovo in strada il prossimo 14 giugno (alle 18 in piazza Governo) per chiedere «strumenti validi ed efficaci» per contrastare le varie forme di violenza contro le donne, iniziando con un numero unico anti-violenza, attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, gestito da personale qualificato. «Un numero unico, gestito prevalentemente da donne, per essere ascoltate, credute, accompagnate e orientate. Un numero a tre o quattro cifre, facile da ricordare, come ad esempio 146 o 1406».
Le altre richieste - Oltre alla creazione di un numero di telefono ad hoc, il collettivo "Io l'8 ogni giorno" chiede anche altre misure concrete che riassumiamo di seguito in un box.
- Aumento dei posti di accoglienza nelle Case delle donne, rispettando finalmente le raccomandazioni della Convenzione d'Istanbul.
- L'apertura nelle principali città dei centri anti-violenza, in grado di offrire ascolto, accompagnamento e sostegno a tutte le vittime delle diverse forme di violenze sessiste e sessuali.
- L'attuazione di una politica di accompagnamento attivo nei confronti delle vittime, ossia che ogni vittima possa venir contattata da personale qualificato e ricevere tutte le informazioni sui servizi e gli aiuti esistenti per uscire dalla situazione di violenza.
- L'introduzione di un reddito d’emergenza transitorio per facilitare alle vittime il percorso di liberazione dalla violenza.
- L’introduzione negli ospedali di un codice di soccorso specifico per le vittime di violenza, su modello del codice rosa italiano.
- L’utilizzo di dispositivi salvavita per le vittime e braccialetti a sorveglianza attiva per gli aggressori.