Il Movimento per il Socialismo parla di «Stato di diritto sospeso» e chiede al Parlamento degli accertamenti
BELLINZONA - «Stato di diritto sospeso». E poi ancora «mano libera alla polizia cantonale per procedere a una montagna di infrazioni a diverse leggi». L'MpS non le manda a dire e punta anzi il dito contro la procedura culminata con la demolizione nottetempo del Macello, sede del Centro Sociale Il Molino.
«Quanto messo in atto da settori degli apparati statali (comunali, rispettivamente cantonali) e di polizia sollevano importanti e gravi interrogativi» sottolinea il Movimento per il Socialismo che, su quanto accaduto, chiede ora la COmmissione parlamentare d'inchiesta.
«Tra i diversi poteri esecutivi, della città di Lugano e del Cantone - prosegue l'MPS - vi è uno scaricabarile sulle responsabilità politiche di quanto successo. Il Legislativo cantonale non può rimanere spettatore di questa penosa e grave pagina autoritaria. Deve, sulla base delle sue competenze accertare i fatti e chiarire le responsabilità politiche di quanto successo e proporre i necessari correttivi legislativi affinché tali situazioni non possano più ripetersi».