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La mascolinità "perduta" che spaventa Pechino

Artisti, influencer «effemminati» e una gioventù sempre più "genderless" preoccupano il governo cinese
Artisti, influencer «effemminati» e una gioventù sempre più "genderless" preoccupano il governo cinese

Il Governo cinese è seriamente preoccupato dalla deriva "immorale" causata da determinati spettacoli o programmi televisivi, in special modo i talent show, rei di creare idoli negativi per i giovani. L’Amministrazione Statale per la Radio, il Cinema e la Televisione ha dichiarato, in una nota presto rilanciata da tutti i media ufficiali, che bisogna «correggere con forza i problemi legati alla violazione delle leggi e della morale degli artisti» instaurando un’atmosfera di «amore per il Partito comunista e il Paese».

Un vero giro di vite nei confronti degli artisti ed influencer maggiormente seguiti dai giovani e considerati colpevoli di ispirarsi agli «idol» pop coreani ritenuti troppo «effeminati». La nota ha altresì rimarcato il divieto di ricorrere ad artisti che «hanno posizioni politiche scorrette e che hanno perso la moralità (...). Le emittenti radio e tv non sono autorizzate a trasmettere programmi che sviluppino idoli e spettacoli di varietà e reality show». Altrettanto chiara è la condanna verso coloro che adottano comportamenti ritenuti «illegali o immorali e stili effeminati e altre estetiche anormali». I media, al contrario, sono invitati a promuovere programmi che trasmettano «una energia positiva» che, in parole povere, significa fare propaganda ai valori del socialismo avanzato e legati alla tradizione culturale cinese.

Una gioventù sempre più "genderless"
Il primo a pagarne le conseguenze è stato il blogger cinese Feng Xiaoyi a cui è stato sospeso il proprio account su Douyin, il nome cinese di Tik Tok, dopo che diversi utenti si sono lamentati del suo atteggiamento «da femminuccia». Ciò che colpisce maggiormente della decisione adottata dalla Autorità cinese è lo stigma che ha colpito le «estetiche effeminate», ossia quegli uomini che, in contrasto con la immagine mascolina che dovrebbero rappresentare, fanno uso eccessivo di trucco o di altri abbellimenti ritenuti specificatamente femminili. Tale atteggiamento di chiusura, per quanto preoccupante, non è di certo una novità se si considera che, già nel 2019, la tv cinese aveva sfocato l’inquadratura ai lobi delle orecchie di certi cantanti pop per nascondere il fatto che indossassero orecchini, mentre, nel 2018, l’agenzia di stampa Xinhua si era scagliata contro «le celebrità effeminate e la cultura indecente» che stava prendendo piede tra i giovani.

Depositphotos (foto d'archivio)

La cultura giovanile cinese, così in altre parti del mondo, è sempre più "genderless" e, nel tempo, si sono affievolite le tradizionali differenze, culturali e di costume, tra donne e uomini. Sono milioni gli utenti che seguono la web star Fang Junping che, sul suo sito, spiega come usare al meglio prodotti per la cura della pelle maschile. Lo stesso dicasi per Vincenti Liu e Chen Yueqiang che raccontano trucchi per ottenere un make up perfetto e propongono ai giovani sempre nuovi prodotti di bellezza. Solo nel 2018, il mercato dei prodotti di bellezza per gli uomini aveva un indotto di oltre 10 miliardi di yan, pari a 1,2 miliardi di euro. Le prime pubblicità di prodotti di bellezza destinati ad un pubblico maschile, che avevano come testimonial giovani attori dall’aspetto femmineo, avevano raccolto il plauso di una gran fetta di consumatori ma anche aspre critiche da parte di una frangia conservatrice che si diceva disgustata dalla corruzione dei costumi.

La mascolinità "perduta" dei "piccoli imperatori"
La verità è che la propaganda legata ai valori tradizionali e alla salvaguardia del "vero maschio" cinese è fortemente legata alla diminuzione del tasso di fertilità che in Cina è sceso molto al di sotto del limite di guardia. Pur avendo abolito, nel 2015, la legge per cui era consentito di avere un solo figlio per coppia, il tasso demografico continua a scendere e la Cina, attualmente, è il Paese con la quota maggiore di popolazione anziana al mondo. L’impatto economico di tale tendenza è facilmente comprensibile: la mancanza di giovani porterà a un grave ristagno economico con conseguenze disastrose per il Paese. A parere del Governo cinese la politica del figlio unico ha gravemente intaccato i costumi sociali ed ha prodotto una gioventù sempre più debole e spaventata. Si ritiene che i figli unici, chiamati anche "piccoli imperatori", crescano in un clima di venerazione che li renderebbe sempre meno "mascolini".

Questi ragazzi sarebbero, quindi, estremamente viziati e psicologicamente deboli, tutte caratteristiche tradizionalmente attribuite alle donne. Già nel febbraio di quest’anno, i giornali hanno parlato dell’obiettivo, perseguito dal Governo cinese, di «coltivare la mascolinità» attraverso «un piano per prevenire la femminilizzazione degli adolescenti maschi». Il metodo scelto dal Ministero dell’Istruzione di Pechino è quello di incrementare le ore di educazione fisica a scuola. Un programma serrato che coinvolge anche ex atleti di fama che utilizzano diversi metodi «per sviluppare la mascolinità dei ragazzi» enfatizzando «lo spirito yang», ossia quello che tradizionalmente indica le caratteristiche maschili, quali aggressività e scarsa manifestazione dei propri sentimenti. D’altra parte sono proprio questi i modelli che il Governo cinese vorrebbero fossero maggiormente in voga tra i giovani: gli eroi di guerra e le vecchie glorie olimpiche che dovrebbero rappresentare l’emblema del maschio-alpha.

AFP

L'obiettivo di Pechino: «Prevenire la femminilizzazione degli adolescenti maschi»
Il progetto nasce dalla proposta avanzata da un membro della Conferenza consultiva del Parlamento, Si Zefu, che si lamentava del comportamento «troppo timido e sdolcinato» dei ragazzi cinesi. A suo avviso, la colpa di tali costumi effeminati è l’eccesso di insegnanti donne nelle scuole, e l’ascesa al successo di personaggi quali le boy-band o i cantanti pop coreani dagli sguardi dolci e i capelli tinti. Inoltre il funzionario della Cppcc si è lamentato che i giovani fossero troppo viziati dalle donne della propria famiglia e non volessero più diventare eroi di guerra «mettendo così in pericolo i cittadini cinesi». La "Proposta per prevenire la femminilizzazione degli adolescenti maschi", questo è il nome del progetto, ha portato ad un coro di voci contrarie concordi nel ritenere senza senso l’idea che incrementare l’educazione fisica a scuola possa influenzare, in qualche modo, la sessualità degli individui.

Inoltre, una tale sentimento "machista", rischia di innescare una serie di effetti collaterali come quello di far aumentare il divario di genere e incrementare gli episodi di bullismo a scuola. Se si vive in un Paese in cui la timidezza è considerata sinonimo di poca mascolinità, è difficile pensare che i bulli non vedano spianata la strada alle proprie aggressioni basate, soprattutto, sugli stereotipi di genere. Già nel 2017 Tiantian Zheng, professoressa di antropologia alla State University di New York, aveva lanciato l’allarme sul fatto che gli esperti di educazione scolastica cinese volessero una formazione scolastica in cui i generi fossero fortemente differenziati dato che «la crisi di mascolinità di uomini effeminati è considerata un pericolo per la sicurezza della nazione poiché riflette l’inferiorità, l’assenza di potere e la passività, tutte caratteristiche ritenute tipicamente femminili».

Reuters

L’ossessione per il recupero di una maggiore virilità da parte dei ragazzi cinesi era iniziata già diversi anni fa quando iniziarono ad essere allestiti dei campi di addestramento per educare i bambini a diventare «veri uomini». I corsi prevedevano prove fisiche e comportamentali di modo «da salvare i bambini dal loro ambiente iper-femminile e per impedire che si trasformino in persone ipersensibili, vulnerabili, meschine e lamentose» così come spiegava il South China Morning Post. In uno di questi campi, il Boy’s Club di Pechino, ai bambini veniva chiesto di recitare dichiarazioni di virilità riguardanti la salvaguardia della Cina, l’onore e i loro sogni. Il fondatore, un ex insegnante di educazione fisica Tang Haiyan, ha affermato di aver avuto l’idea di allestire tale campo per salvare i ragazzi e «aiutarli a ritrovare la loro mascolinità perduta». Tra le prove più dure, concepite dal suo ideatore, vi erano corsa a torso nudo in inverno, la scalata di una montagna con temperature polari e trekking nel deserto. Mentre la modernità va verso l’annullamento degli stereotipi di genere, in Cina si assiste, di contro, a una deriva tradizionalista che rischia di emarginare una larga parte della popolazione maschile che non si riconosce nell’immagine di uomo che solo perché rude viene chiamato "vero".

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