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Come il riscaldamento globale sta cambiando il Ticino

Grazie alle rilevazioni di Meteo Svizzera, uno sguardo sul cambiamento climatico.
Grazie alle rilevazioni di Meteo Svizzera, uno sguardo sul cambiamento climatico.
Tra temperature tropicali, inverni sempre più caldi, neve che nelle città latita e fenomeni estremi, ecco come sta mutando il clima alle nostre latitudini.

Il cambiamento climatico è reale, sta avvenendo qui e ora e in Svizzera in modo più marcato rispetto alla media globale, come rileva l’Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera.

I suoi effetti colpiscono sempre di più l’ambiente naturale, la società e l’economia. La causa principale del cambiamento climatico? Le emissioni dei gas ad effetto serra.

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Che il riscaldamento globale sia in atto è evidente senza bisogno nemmeno di analizzare gli scenari futuri previsti dagli esperti. Basti guardare al moltiplicarsi di fenomeni estremi e record, tutti molto recenti.

Alcuni dati:

    • Solo lo scorso anno, in agosto, l'isoterma di 0 °C in Ticino è salita a circa 5'300 metri. I 5'000 metri erano stati superati solo nel luglio del 2022 (5'184 metri) e nel luglio del 1995 (5'117 metri). 
    • Sempre lo scorso anno, inoltre, diverse località delle vallate alpine registravano i 30°C anche oltre i 1'000 metri.

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Conseguenza: dal 1850 a oggi i ghiacciai delle Alpi hanno perso circa il 65% del loro volume ed entro la fine del secolo in corso saranno quasi completamente scomparsi dal paesaggio alpino. In pianura, oggi, il periodo vegetativo dura diverse settimane più a lungo rispetto agli anni Sessanta del secolo scorso.

Insomma, il clima sta cambiando anche in Svizzera. E sono molti gli indicatori che lo dimostrano: le temperature aumentano, il livello dei mari si innalza, i ghiacciai e le calotte polari fondono, il ciclo dell’acqua si modifica, il permafrost si riscalda e si degrada e gli ecosistemi sono in difficoltà e sempre più sotto pressione.

Le ripercussioni sul Ticino

A causa del cambiamento climatico i rischi legati agli eventi meteorologici estremi si fanno vieppiù sentire, con estati sempre più asciutte, l’incremento dei giorni tropicali, l’intensificazione delle precipitazioni e inverni sempre più poveri di neve.

Meteo Svizzera

Temperatura media mensile

Nel Canton Ticino la temperatura dal 1864 ad oggi è già aumentata di 2,5 °C. Se a livello globale le emissioni di gas ad effetto serra continueranno ad aumentare, attorno al 2060 la temperatura salirà ulteriormente di circa 2 °C rispetto ad oggi (2.7 °C rispetto alla norma 1981-2010).

Meteo Svizzera

Se si analizzano le medie mensili, «il mese più anomalo è giugno», ci spiega Luca Panziera, dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera a Locarno Monti.

Dati relativi a sud delle Alpi, incremento della temperatura rispetto al periodo preindustriale 1871-1900

    • Gennaio +2,0 °C
    • Febbraio +2,6 °C
    • Marzo +2,6 °C
    • Aprile +2,4 °C
    • Maggio +2,5 °C
    • Giugno +3,7 °C
    • Luglio +2,9 °C
    • Agosto +2,6 °C
    • Settembre +2,1 °C
    • Ottobre +3,0 °C
    • Novembre +2,1 °C
    • Dicembre +2,8 °C

Temperature massima

Secondo gli esperti, le temperature massime aumenteranno in modo ancora più marcato delle temperature medie. Le ondate di caldo come pure i giorni e le notti molto caldi diventeranno più frequenti ed estremi. Lo stress da caldo sarà particolarmente presente nelle regioni urbane densamente popolate alle basse quote.

La temperatura più alta della Svizzera (41,5 °C) risale all'estate canicolare del 2003 ed è stata misurata presso la stazione di Grono (GR), all'entrata meridionale della Val Mesolcina.

TiPressTurismo estivo nei giorni di canicola. Nella foto la Valle Verzasca a Lavertezzo, meta per molti turisti

Alcuni dati:

    • In Ticino la temperatura più alta mai registrata risale allo stesso giorno (11 agosto 2003), con 37,9 gradi misurati a Locarno Monti. 
    • Il secondo e il terzo valore più elevati sono invece stati misurati nell’estate del 1983, con 37,3 gradi sempre a Locarno Monti e 37,1 a Lugano.

Notti tropicali

Come detto, si registra anche un incremento esponenziale delle notti tropicali, quelle sopra i 20 gradi.

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Come spiega Panziera, «abbiamo a disposizione solamente le stazioni di Locarno Monti e Lugano con abbastanza dati per poter trarre indicazioni di carattere climatico». In entrambe, le notti tropicali sono più che raddoppiate in pochi anni. «Oggi sono 20-25 all’anno, mentre fra il 1981 e il 2010 erano mediamente circa 10 all’anno».

In generale, le notti tropicali sono più frequenti nelle zone urbane, collinari e vicino ai laghi. Diminuiscono spostandosi nelle vallate alpine e ovviamente in montagna.

Caldo estremo

Vi è in generale un forte incremento del caldo estremo, ossia dei giorni con temperature massime superiori ai 35°C.

«Le massime superiori a questa temperatura - sottolinea l'esperto - in realtà non sono molte».

Alcuni dati:

    • A livello sudalpino il record di giornate consecutive sopra i 35 gradi appartiene all'agosto del 2003: dal 9 al 13 agosto ad Acquarossa/Comprovasco, Grono, dall’11 al 13 agosto a Locarno Monti, dal 10 all’11 agosto a Lugano, dal 10 al 13 a Magadino /Cadenazzo, dal 12 al 13 a Piotta. 

Il record appartiene quindi a Grono ed Acquarossa, «cioè alle vallate, dove le temperature più elevate vengono misurate in corrispondenza con le fasi di favonio (vento da nord caldo e secco)».

L’indicatore “giorni tropicali”, cioè con massime superiori ai 30 gradi, è invece più rappresentativo perché le giornate con massime sopra i 30 gradi sono di più rispetto a quelle rare con massime sopra i 35.

Per Lugano e Locarno Monti il discorso è analogo alle notti tropicali: oggi sono 20-25, fra il 1981 e il 2010 erano mediamente circa 10 all’anno.

Giorni di gelo

L’aumento delle notti tropicali e dei giorni di caldo estremo va di pari passo con la diminuzione dei giorni di gelo.

TiPressInverni caldi: uno scorcio di Locarno con alcune persone che si godono il calore del sole in riva al Lago Maggiore.

«Se si guarda alla media tra il 1981 e il 2010 erano circa 25, oggi sono circa 10», prosegue Panziera. Ancora una volta si fa affidamento ai dati di Locarno Monti e Lugano, stazioni «particolarmente “calde”». «Ma anche per le stazioni più fredde i giorni di gelo stanno diminuendo - sottolinea l'esperto. A San Bernardino la media 1981-2010 è di circa 180, oggi sono circa 165».

Precipitazioni intense ed estati asciutte

In futuro gli eventi con precipitazioni intense saranno verosimilmente più frequenti e anche l’intensità delle precipitazioni aumenterà rispetto a oggi. Questo in tutte le stagioni, ma soprattutto in inverno. Anche gli eventi estremi rari, come le precipitazioni che si verificano una sola volta ogni 100 anni, saranno decisamente più intensi. Contemporaneamente, a lungo termine, i quantitativi medi di precipitazione durante i mesi estivi diminuiranno e l’evaporazione aumenterà. Il suolo diventerà più secco, ci saranno meno giorni di pioggia e il periodo più lungo senza precipitazioni avrà una durata maggiore.

TiPressUna delle immagini simbolo dei recenti fenomeni meteorologici estremi. Nella foto, una veduta panoramica aerea dello stasto dei lavori sulla A13 a Lostallo dopo il nubifragio.

Alcuni dati (precipitazioni):

    • A Locarno Monti il 28 agosto 1997 caddero 91,2 mm in 1 ora, record ticinese e svizzero di pioggia oraria.
    • A Camedo il 26 agosto 1935 caddero 455 mm in un giorno, record ticinese e svizzero di pioggia su 1 giorno.
    • - Per accumuli su diversi periodi di tempo vedi qui.

Alcuni dati (siccità):

    • A Lugano il più lungo periodo di siccità risale al 1988, con 77 giorni consecutivi senza precipitazioni.
    • L’anno meno piovoso in Ticino è stato registrato ad Acquarossa / Comprovasco con 662 mm nel 2005 (dati dal 1959), a Biasca con 693 mm sempre il 2005 (dati dal 1900), a Piotta con 714 mm sempre il 2005 (dati dal 1980). 
    • A Lugano il meno piovoso è stato il 1870 con 774 mm (dati dal 1864), a Locarno Monti il 1921 (dati dal 1883).

TiPressIl fiume Maggia a Locarno-Ascona, in secca per le scarse precipitazioni.

Neve in città

A causa dell’aumento delle temperature le precipitazioni si verificheranno più spesso sotto forma di pioggia che di neve. Lo dimostrano i fatti: il numero di giorni con neve è diminuito sensibilmente, soprattutto alle basse quote.

«Fino alla fine del secolo scorso vi erano da 5 a 10 nevicate sulle città ticinesi, negli ultimi anni esse sono meno di 5. Neve che scompare in 1 o 2 giorni», fa notare Panziera.

Alcuni dati:

    • A Locarno Monti la nevicata più abbondante è di 84 centimetri, caduti il 28.01.1978; la più recente con più di 40 cm il 27.01.2006 (47 cm), mentre per ritrovare almeno 20 cm bisogna risalire al 5 marzo 2016 quando caddero 22 cm (dati dal 1935).
    • A Lugano la più abbondante è stata di 55 centimetri e risale al 29.01.1986, la più recente con più di 40 cm il 27.01.2006 (40 cm), mentre per ritrovare almeno 20 cm bisogna risalire all’11 dicembre 2017 (20 cm).

TiPressLugano innevata.

Effetti dei cambiamenti climatici in Svizzera

I cambiamenti climatici in Svizzera hanno un forte impatto sull’ambiente, la società e l’economia. I rischi superano chiaramente le opportunità e toccano quasi tutti i settori. Diversi rischi, soprattutto le elevate temperature, i pericoli naturali e le malattie, colpiscono la salute della popolazione. Sono particolarmente vulnerabili le regioni di montagna, dove i rischi aumentano a causa della minore stabilità dei pendii, l’aumento degli scivolamenti, delle colate detritiche e della caduta di massi. Anche la biodiversità è compromessa dai cambiamenti climatici soprattutto in montagna. Le opportunità che si presentano riguardano il settore della produzione energetica invernale, i minori danni causati dalla neve, i ricavi dal turismo estivo e, eventualmente, anche il settore agricolo.

L’essere umano rafforza l’effetto serra naturale

A partire dall’industrializzazione iniziata nel 19° secolo, i quantitativi di gas a effetto serra nell’atmosfera prodotti dalle attività umane sono in continuo aumento. I motivi principali sono la combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), come pure l’agricoltura intensiva, la scomparsa delle grandi foreste e delle paludi, il cambiamento dell’uso del suolo. Negli ultimi 150 anni, ad esempio, il contenuto di anidride carbonica nell’atmosfera è aumentato di quasi il 50%, ossia da circa 280 ppm (particelle di CO2 per milione di molecole di aria) a 422 ppm (stato gennaio 2024). Negli ultimi due milioni di anni la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera non è mai stata così elevata.

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Poiché le attività umane provocano un rinforzo dell’effetto serra naturale, nell’intero sistema climatico è presente una maggior quantità di energia termica. La maggior parte di questa energia si accumula negli oceani e nei mari, riscaldandoli. Solo l’1-2% circa rimane nell’atmosfera aumentandone la temperatura. Tutto il riscaldamento osservato dall’inizio dell’industrializzazione può praticamente essere ricondotto alle attività umane. L’attività del Sole, il vulcanismo e le variazioni interne al sistema climatico svolgono un ruolo trascurabile.


Appendice 1

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