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Lasciare tutto e andare in guerra: migliaia di stranieri sono in Ucraina

Partono dal Regno Unito, dagli USA, dal Giappone: tutti per imbracciare il fucile e sfidare Putin
Partono dal Regno Unito, dagli USA, dal Giappone: tutti per imbracciare il fucile e sfidare Putin
Il Presidente russo non è però da meno, e arrivano rinforzi dalla Cecenia e dal Medio Oriente

Arrivano dai Paesi più diversi, con alle spalle le storie più diverse. Ci sono ex combattenti di guerre recenti o semplici volontari ben addestrati. Ci sono quelli che parlano di «andare a combattere per la libertà», anche se si tratta di una la guerra lontana dal proprio Paese, e chi si dice nemico di Putin.

Lo scorso 27 febbraio, il presidente ucraino Zelensky ha annunciato la nascita della Legione internazionale di difesa territoriale, che ha la funzione di dare sostegno all’esercito regolare ucraino contro quello russo. Come spiegato dallo stesso Presidente, «tutti i cittadini di Paesi stranieri che sono amici dell’Ucraina, tutti coloro che vogliono unirsi alla difesa della sicurezza in Europa e nel mondo, possono venire e stare fianco a fianco con noi contro l’invasore del Ventunesimo secolo. Vi daremo le armi. Tutti quelli che stanno difendendo l’Ucraina sono eroi».

Il suo appello non è rimasto inascoltato e, ad ora, nonostante la mancanza di cifre ufficiali, dovrebbero essere 16mila i volontari operativi in Ucraina, provenienti da 52 Paesi. Secondo il Washington Examiner ci sono state, negli Stati Uniti, 3 mila richieste di adesione alla Legione, specialmente da parte di veterani di altre guerre. Vi sarebbero poi un numero imprecisato di volontari britannici, 400 volontari svedesi e quasi 100 giapponesi, la metà dei quali, stando a quanto scrive il giornale Mainichi, ex membri delle Forze di autodifesa giapponesi ‘Jieitai’.

ReutersAlcuni "foreign fighters" arrivati dal Regno Unito, pronti ad entrare in Ucraina.

Sarebbero poi arrivate molte adesioni anche da Paesi quali il Brasile, la Georgia, la Polonia, l’Ungheria, il Messico, la Croazia e la Slovacchia. Come raccontato da Jake Dale, un muratore di 29 anni, residente nella città inglese di Milton Keynes con la fidanzata e due bambini, «appena ho sentito la chiamata di Zelensky ho capito che c’era bisogno di partire. Rischio la vita ma per una buona causa». Dello stesso avviso un trentatreenne canadese che, molto semplicemente, ha detto che sentiva «di dover fare qualcosa», mentre uno sviluppatore di software del Texas ha dichiarato che «se sono disposti a difendere la democrazia penso che coloro che beneficiano di una società democratica abbiano il dovere di sostenerli».

«Dovevo venire ad aiutare il mio Paese»
La metà dei legionari volontari sarebbero ragazzi ucraini residenti all’estero, o giovani di origine ucraina, tornati nel proprio Paese di origine proprio per combattere le milizie russe. «Questa è la nostra patria - racconta Vasyk Didyk - non è stata neanche una scelta. Dovevo venire ad aiutare il mio Paese».

Vasyk è un ragazzo di 26 anni, residente a New York, che, in compagnia dell’amico Igor Harmaii, ha deciso diunirsi alla Legione internazionale e, munito solo di un trolley ed uno zaino in tela, ha viaggiato per giorni per arrivare al confine con la Polonia ed unirsi alla lotta armata, nonostante i suoi genitori, non residenti neanche loro in Ucraina, lo scongiurassero di non farlo.

ReutersDei volontari estoni pronti ad entrare in Ucraina per combattere affianco alle truppe di Zelensky.

Il sito ‘Fightforua’, messo online dal ministero della Difesa ucraina, fornisce indicazioni precise sui requisiti richiesti ai volontari e la loro modalità d’ingaggio. Colui che vuole candidarsi ad entrare a far parte della Legione internazionale deve essere incensurato, avere, preferibilmente, conoscenza di tecniche di guerra, essere dotato di un proprio equipaggiamento di base e di un passaporto valido.

Non è invece richiesta alcun tipo di pregressa esperienza militare, né un addestramento particolare. I volontari devono mettersi in contatto con l’ambasciata ucraina del proprio Paese, telefonando o inviando una mail con i documenti richiesti. Una volta che la domanda è stata accettata ed è stato firmato il contratto, i legionari raggiungono la città di Leopoli, vicina al confine con la Polonia, che funge da centro di raccolta, per poi essere smistati nelle varie unità. Molti vengono impiegati nella difesa territoriale di città quali Kiev, Karkiv, Odessa o Dnipro, mentre chi possiede delle competenze specifiche, quali l’utilizzo di armi controcarro o missili antiaereo, viene arruolato per tale scopo.

Una scelta «del tutto personale»
Vi sono poi volontari in grado di dimostrare l’appartenenza a forze speciali e, in tal caso, vengono destinati a corpi militari specializzati. La paga dovrebbe essere quella prevista per un ufficiale ucraino in tempo di guerra, circa 3'400 dollari al mese.

È importante sottolineare come nessun governo dei Paesi occidentali abbia sostenuto attivamente l’arruolamento dei volontari, sottolineando, di contro, l’estrema pericolosità della missione. La scelta di partecipare alla guerra in Ucraina come volontario rimane, quindi, una decisione del tutto personale.

KeystoneNon solo a combattere: un membro della Legione straniera francese, identificato come Mornay, si è messo a disposizione per aiutare i rifugiati in Polonia.

Secondo uno dei pochi studi che sono stati condotti al fine di spiegare tale fenomeno, le motivazioni che spingono ad arruolarsi come volontari sono, quasi sempre, da ricondursi ad una questione identitaria o, in seconda battuta, alla ricerca di status sociale o al desiderio di vendetta contro il nemico. Solo il 5% degli interessati, secondo il predetto studio, si arruola per provare il brivido di partecipare ad un conflitto armato.

Il cecchino «più letale al mondo»
Tra coloro che hanno deciso di aderire alla Legione internazionale vi sono dei personaggi molto noti del settore, come il cecchino franco canadese noto con il nome di Wali. Alla Cnn ha raccontato di essere stato contattato da un amico ucraino che gli ha chiesto di aiutarlo scendendo in campo nel conflitto in corso. Nel suo campo, Wali viene ritenuto il cecchino «più letale al mondo»: se si pensa che un cecchino riesce ad uccidere una media di 6-10 persone massimo al giorno, la leggenda vuole che il cecchino canadese sia stato in grado di abbatterne 40 in 24 ore.

Wali ha fatto parte del 22esimo reggimento reale canadese che ha servito, dal 2010 in poi, sia in Iraq che in Afghanistan, dove il suo nome di battaglia è diventato, a suo modo, leggendario. Come dichiarato all’agenzia di stampa La Presse, la decisione di unirsi alla Legione è nata «perché qui ci sono persone che vengono bombardate solo perché vogliono essere europee e non russe». Una scelta naturale come «un vigile del fuoco che sente suonare l’allarme».

Anche Suheil Mahmoud Muhammad ha scritto sul proprio profilo Twitter di essere pronto a partire per affiancare gli ucraini. Abu ‘Tow’, così come è stato soprannominato ad Aleppo, è stato membro delle forze ribelli siriane nella guerra che ha insanguinato il suo Paese, e viene considerato un micidiale cecchino quando imbraccia il BGM-71 Tow, il missile anticarro con cui, si dice, abbia distrutto oltre 146 veicoli russi, veicoli corazzati e aerei.

KeystoneLe strade ucraine sono difese dai cecchini provenienti anche dall'estero.

Intervistato dal giornale The New Arab, Abu ‘Tow’ ha dichiarato che «non c’è differenza tra distruggere carri russi in Siria o in Ucraina. Questi carri armati stanno commettendo massacri contro i miei fratelli e le mie sorelle ucraini e, quando avranno finito, continueranno ad uccidere i miei fratelli e sorelle siriani».

Combattenti stranieri anche al fianco di Putin
Sul versante opposto, la situazione non sembra molto diversa e anche l’esercito russo, impegnato in Ucraina, è stato affiancato dalla milizia volontaria, quella cecena, guidata dal fedelissimo di Putin, Ramzan Kadyrov, luogotenente del Cremlino in Cecenia e accusato di gravissime violazioni dei diritti umani.

Secondo il ministro degli interni ucraino Anton Gerashchenko, Kadyrov si troverebbe a Ivankov, nel distretto di Kiev, nascosto in un seminterrato. In un video postato su Telegram, Kadyrov ha detto di essere in Ucraina per combattere con le forze russe. «Siamo a 20 km da voi nazisti e ora siamo ancor più vicini» ha dichiarato il luogotenente ceceno, esortando le forze ucraine ad arrendersi o «vi finiremo», per poi aggiungere, rivolgendosi direttamente a Zelensky, che «meglio arrendersi e stare al nostro fianco, come ti ho suggerito più di una volta, o arriverà la tua fine. L’offerta è ancora valida ma non per molto».

ReutersRamzan Kadyrov.

La notizia dell’arrivo delle milizie cecene non ha lasciato indifferenti i vertici ucraini e l’ex parlamentare Yevhen Rybchynsky ha scritto su Facebook che «la testa di Kadyrov vale una casa con un appezzamento di terreno di 40 acri vicino a Kiev». Dal Cremlino la notizia della presenza di Kadyrov in Ucraina non è stata confermata ed il portavoce Dmitry Peskov ha riferito di non essere in possesso di questa informazione.

Non solo i ceceni, però. Da Mosca si pesca anche nella regione siriana: secondo il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ci sarebbero «16mila soldati in Medio Oriente che sono pronti a venire a combattere con le forze sostenute dai russi».

Si vive in un tempo cupo, in cui si è tornato a parlare di atomica e guerra mondiale, in cui parole come ‘libertà’ e ‘democrazia’ sono accostate ad altre meno nobili come ‘guerra’ e ‘nemico’. Una volta Albert Einstein, sul tema disse: «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta sì: con armi e bastoni». Varrebbe la pena di rifletterci su.


Appendice 1

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ReutersAlcuni "foreign fighters" arrivati dal Regno Unito, pronti ad entrare in Ucraina.

ReutersDei volontari estoni pronti ad entrare in Ucraina per combattere affianco alle truppe di Zelensky.

KeystoneNon solo a combattere: un membro della Legione straniera francese, identificato come Mornay, si è messo a disposizione per aiutare i rifugiati in Polonia.

KeystoneLe strade ucraine sono difese dai cecchini provenienti anche dall'estero.

ReutersRamzan Kadyrov.

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