Aumentato il budget per la difesa. Un terzo della popolazione è fatta da riservisti. Pronti piani militari per l'attacco
C'è un'altra nazione che in questi giorni è sotto i riflettori internazionali. Il mondo guarda a lei con interesse e preoccupazione. È la Finlandia. L'interesse è dettato dal fatto che, insieme alla Svezia, la Finlandia sta guardando con parecchia simpatia alla Nato, tanto da volerne far parte. La minaccia è dettata invece dal fatto che una possibile sua entrata nelle Nato farà arrabbiare i russi. La Finlandia condivide con la Russia 1.340 km di confine e, visti i tempi che corrono, non è una cosa di cui stare allegri. «Che la Russia abbia iniziato una guerra contro un vicino più piccolo può solo rafforzare la consapevolezza della nostra vulnerabilità» ha dichiarato al Financial Times la direttrice del Centro europeo di eccellenza per contrastare le minacce ibride, Teija Tiilikainen. Per lei la guerra in Ucraina «è un campanello di allarme per migliorare la propria preparazione sulla sicurezza».
Potenziato il budget militare - È di pochi giorni fa la notizia che la Finlandia aumenterà il proprio budget per la difesa del 40% entro il 2026, così come annunciato dal ministro della Difesa Antti Kaikkonen nel corso di una conferenza stampa. Il Governo ha quindi deciso che aumenterà le proprie spese militari di circa 800 milioni di euro nel 2023, e di quasi 400 milioni ogni anni fino al 2026. Un incremento di oltre 2 miliardi di euro annui rispetto a quanto previsto per l’anno in corso. «Siamo di fronte a una situazione nuova-ha dichiarato Kaikkonen-tutto ciò a cui siamo stati abituati è ora in discussione. L’attacco della Russia all’Ucraina significa che dobbiamo rivalutare le nostre esigenze di difesa». Se tale corsa agli armamenti, specialmente missili e armi anticarro e antiaeree, può non sorprendere visto il conflitto in corso, ciò che invece ha del sorprendente è il fatto che la Finlandia abbia messo a punto una vera e propria strategia di difesa per far fronte ad un possibile scenario di guerra. «Dalla fine della Seconda guerra mondiale - ha spiegato Tytti Tuppurainen, ministra degli affari europei - abbiamo preparato la nostra società e siamo addestrati ad affrontare questo tipo di situazione» la quale ha anche specificato che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia «non ci ha colto di sorpresa».
Scorte di cibo e farmaci per oltre 6 mesi - Quella predisposta dalla Finlandia è una strategia di “sicurezza completa” che riguarda non solo eventuali attacchi militari ma anche disastri naturali, attacchi informatici su larga scala e pandemie. Inoltre, non si tratta solo di una preparazione militare ma anche sociale, con una fitta rete di rapporti tra mondo politico, imprenditoriale e delle organizzazioni non governative per preparasi ad affrontare qualsiasi emergenza dovesse presentarsi. I finlandesi posso far conto su scorte dei principali tipi di cereali e carburanti per almeno 6 mesi, mentre le case farmaceutiche devono obbligatoriamente tenere scorte dei farmaci più importanti per almeno 10 mesi. La popolazione civile può inoltre contare sui rifugi antiaerei di cui sono dotati i condomini più grandi, oppure di parcheggi sotterranei, piscine e piste di pattinaggio che possono essere convertiti in centri di accoglienza per gli sfollati.
Un popolo di riservisti - Dal punto di vista prettamente militare, in pochi sanno che un terzo della popolazione finlandese è composta da riservisti motivo per cui, in caso di bisogno, il Paese può contare su uno degli eserciti più grandi in Europa in proporzione alle sue dimensioni. Come spiegato da Janne Kuusela, direttore generale del Dipartimento delle politiche difensive del Ministero della difesa «considerando la nostra posizione geostrategica, l’estensione del territorio e la scarsa densità di popolazione, abbiamo bisogno di essere perfettamente organizzati per difendere il Paese. Ci prepariamo regolarmente per far sì che tutti sappiano che cosa fare, dal processo decisionale politico alle banche, dalla chiesa all’industria fino ai mezzi di comunicazione. Il risultato è che quando serve la società è pronta per entrare in ‘modalità di crisi’».
Quelle guerre mai dimenticate - Non bisogna dimenticare che la Finlandia, nel corso della sua storia, ha dovuto scontrarsi più con la sua scomoda vicina per difendere la propria integrità territoriale. Dopo aver fatto parte dell’impero russo come ‘Granducato di Finlandia’, ottenne la propria indipendenza il 6 dicembre del 1917 a seguito dell’abdicazione dello zar Nicola II. Dopo una serie di conflitti, noti come Heimosodat, combattuti da milizie volontarie per affermare il controllo in alcune aree del Paese, la Finlandia dovette combattere contro la Russia nella famosa ‘Guerra d’inverno’ , tra il 30 novembre 1939 ed il 12 marzo 1940. Le cause del conflitto sono da riferirsi, da una parte, alla volontà dell’Unione Sovietica di acquisire alcuni territori finlandesi di importanza strategica ai fini militari, e dall’altra alla volontà della Finlandia di resistere alle pretese egemoniche sovietiche sia per motivi patriottici, sia per una propria strategia politica. La guerra si concluse nel 1940 con un accordo in base al quale la Finlandia cedeva il 10% del proprio territorio ma recuperava l’area di Petsamo e il suo porto, occupati dai sovietici nel corso della guerra, conservando così l’accesso al Mar Glaciale Artico.
Leva obbligatoria per tutti i maggiorenni di sesso maschile - Nel 1948 la Finlandia stipulò un trattato con l’Unione Sovietica con il quale si impegnava a non entrare nella Nato e a non ospitare contingenti occidentali sul proprio territorio, in cambio della promessa di non subire invasioni o occupazioni. «Abbiamo avuto molte esperienze sconvolgenti nel corso della nostra storia-ha detto il presidente finlandese Sauli Niinistö-non le abbiamo dimenticate, sono nel nostro Dna. Per questo siamo stati molti attenti a conservare la nostra resilienza». Anche dopo la fine della Guerra Fredda, la Finlandia ha mantenuto la leva obbligatoria per tutti i maggiorenni di sesso maschile e ha continuato ad investire nelle spese militari anche quando molti Paesi occidentali hanno iniziato a ridurle.
Piani militari studiati a tavolino- Sono stati predisposti dettagliati piani militari che, in caso di attacco o invasione del territorio nazionale, prevedono il dispiegamento di aerei da guerra in aree remote del Paese, il posizionamento di mine lungo le rotte commerciali più importanti e la possibilità di far saltare in aria i ponti per fermare l’avanzata del nemico. «La capitale-come spiegato da Jarmo Lindberg, ex capo delle forze armate-somiglia a un formaggio svizzero con decine di chilometri di tunnel”. Inoltre, tutte le sedi delle forze armate sono protette “da trenta o quaranta metri di granito». Ogni settore cruciale, da quello delle telecomunicazioni a quello agroalimentare, organizza incontri annuali per mettere a punto soluzioni rapide a quei problemi che potrebbero sorgere in caso di emergenza.
Esercitazioni di crisi quattro volte all'anno - Quattro volte l’anno, i manager delle grandi aziende, i leader politici e anche i rappresentanti della chiesa, dei mezzi d’informazione e delle organizzazioni non governative, sono tenuti a seguire dei corsi intensivi organizzati da alti ufficiali dell’esercito e funzionari del governo, oltre ad una serie di esercitazioni per simulare situazioni di crisi. È stata inoltre predisposta una Agenzia nazionale per le forniture d’emergenza, la Nesa, che ha il compito di coordinare questa rete di aziende, oltre che sorvegliare l’andamento dei diversi settori produttivi per accertarsi, per esempio, se gli agricoltori finlandesi produrranno abbastanza cereali. La Nesa può contare su di un numero consistente di scorte strategiche di carburante e cereali, e riscuote un piccolo tributo dalla vendita di combustibili fossili ed elettricità.
Se entra nella Nato ci saranno problemi - La minaccia più imminente e concreta per la Finlandia viene dalla Russia. È impossibile dimenticare le parole pronunciate, il giorno dopo l’invasione della Ucraina, dalla portavoce di Lavrov, Maria Zakharova, che aveva detto a chiare lettere “l’ingresso di Helsinki alla Nato avrebbe gravi ripercussioni, militari e politiche”. A dispetto del volere di Mosca, è di venerdì 8 aprile la notizia secondo la quale la Finlandia, e la Svezia, sono pronte ad aderire al Patto atlantico. Il ministro degli Esteri finlandese, Pekka Haavisto, ha dichiarato che “nei sondaggi una chiara maggioranza della popolazione sostiene l’ingresso nella Nato. Il governo sta preparando un Libro Bianco che verrà consegnato al Parlamento la settimana prossima. Dipenderà dal Parlamento come procederemo ma il dibattito è aperto”. Come ricordato da Lindberg alcuni sostengono che abbiamo combattuto 32 guerre con i russi, altri ritengono siano 42. Io so solo che la Russia sarà sempre lì, e noi saremo sempre pronti”.