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Il Covid-19 non molla Shanghai: la città è allo stremo

Gli anziani faticano a procurarsi il cibo e l'acqua, mentre i centri di isolamento sono quasi tutti pieni
Gli anziani faticano a procurarsi il cibo e l'acqua, mentre i centri di isolamento sono quasi tutti pieni

Dal 28 marzo scorso la città di Shanghai è in lockdown. Un lockdown duro, in attuazione della strategia ‘zero-Covid’ voluta dalla Cina, che consiste in rigidi blocchi, test di massa e lunghe quarantene. Nel caso in cui si verifichi anche solo un nuovo contagio da Omicron di Sars-Cov-2 in un palazzo, infatti, l’intera comunità residenziale deve restare chiusa per almeno 14 giorni, e così le quarantene si susseguono in un clima di disperazione generale. La strategia ‘zero-Covid’ cinese è stata criticata dalla maggioranza dei virologi e Michael Shoebridge, direttore dell’Australian Strategic Policy Institute, l’ha definita “un disastro umanitario” che vede una città da 26 milioni di abitanti trasformata in un immenso carcere.

Evitare ogni contatto
Hanno fatto il giro del mondo le immagini diffuse dal Financial Times in cui si vede un piccolo cane-robot che gira in autonomia per le strade di Shanghai, diffondendo, grazie ad un megafono posizionato sulla schiena, una serie di raccomandazioni, come il rimanere chiusi in casa, lavarsi spesso le mani e provarsi con regolarità la temperatura. Secondo Wang Yushuo, impiegato della società cinese Dji, che controlla, quale volontario, il robot da remoto «fuori il virus è ovunque e cerchiamo di evitare qualsiasi forma di contatto stretto». Come raccontato da Alice Su, corrispondente di The Economist dal suo account Twitter, oltre ai cani-robot vengono utilizzati anche una serie di droni che sorvolano la città invitando i suoi cittadini a «tenere sotto controllo il desiderio di libertà e non aprire le finestre o cantare».

Reuters

A dispetto del resto del mondo, che è dell’idea di dover convivere con il virus, la Cina, su precisa disposizione del presidente Xi Jinping il cui moto è “la tenacia è la vittoria”, vuole azzerare i casi di Covid. La ragione di tale modus operandi è stata in parte spiegato dal capo della Commissione sanitaria nazionale, Xiao Wei, che ha rimarcato il fatto che se venissero allentati i controlli si assisterebbe ad un picco di contagi tra le persone fragili, anziani e bambini, con gravi ripercussioni sulla stabilità economica e sociale del Paese.

Migliaia di casi ogni giorno
A Shanghai, una megalopoli da 26 milioni di abitanti, meno di due terzi della popolazione sopra i 60 anni è vaccinata con due dosi e meno del 40% ha ricevuto la terza dose di vaccino. Il 23 aprile sono stati registrati 1'400 casi trasmessi localmente, e 19'000 casi asintomatici, mentre nella sola giornata di domenica è stato raggiunto il numero record di decessi, pari a 51. Dal 17 aprile la città ha fatto registrare 138 morti totali. Nonostante, negli ultimi giorni, le autorità abbiano iniziato ad allentare le misure restrittive di contenimento della pandemia, Shanghai appare ancora come una città paralizzata.

Porto e aziende in crisi
Nel suo porto, importantissimo per i traffici commerciali internazionali, l’11 aprile sono stati registrati, secondo i calcoli di Bloomberg, ben 477 portacontainer fermi. Anche alcune grandi aziende, in totale 666, tra cui Tesla e Volkswagen, hanno ricevuto il permesso di riprendere la propria produzione con un sistema ‘a bolle’, che prevede che i dipendenti debbano dormire in fabbrica. La situazione, insomma, è disastrosa e la popolazione è sempre più stanca e provata dal lungo confinamento dentro le proprie abitazioni. Nella migliore delle ipotesi, infatti, è possibile uscire dalle proprie case, ma senza andare oltre il perimetro del proprio quartiere, e solo nel caso in cui quest’ultimo sia stato dichiarato ‘controllato’, cioè senza nuovi casi da almeno una settimana.

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Carenza di acqua e cibo, soprattutto per gli anziani
La situazione a Shanghai, cuore finanziario della Repubblica cinese, si è fatta sempre più drammatica con il passare dei giorni e sono in moltissimi coloro che invocano aiuto essendo rimasti chiusi in casa senza più cibo né acqua. Tra di loro vi è anche Steven Jiang, capo ufficio di Pechino della Cnn International, il quale ha affermato di essere molto preoccupato per il padre settantatreenne che vive proprio nella metropoli cinese. L’uomo ha infatti raccontato al figlio che «il cibo sarà esaurito tra pochi giorni se non ci saranno presto aiuti governativi». Jiang ha detto alla Cnn che il padre «mangia ancora del riso e dei cracker e ha del caffè in abbondanza, ma nient’altro» e non ha mancato di sottolineare la paradossale situazione in cui si trovano a vivere gli abitanti di Shanghai «che soffrono la fame in uno dei più grandi hub commerciali del mondo nel 2022. Molti si riforniscono di cibo, con i delivery e fanno la spesa online, ma il Governo ha dimenticato le persone più anziane e che hanno difficoltà con la tecnologia, con l’accesso alle app e con i prezzi che sono saliti alle stelle».

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Shanghai è riuscita a creare una poderosa macchina organizzativa per testare i propri abitanti, grazie a 20 mila hub per tamponi presenti sul suo territorio, eppure non riesce a garantire un sufficiente rifornimento di viveri e beni essenziali a coloro che sono chiusi in casa. Le testimonianze che giungono dalla città cinese sembrano estrapolate dal copione di un film distopico e, a seconda dei casi, horror. Tra i video che mostrano la disperazione in cui versa la popolazione di Shanghai, è diventato virale quello in cui sono riprese le finestre illuminate dei grattacieli della città cinese da cui provengono urla continue e angoscianti. Manca il cibo e l’acqua la quale, non essendo potabile dai rubinetti, viene fatta bollire da coloro che sono rimasti senza bottiglie.

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Molti cittadini non sono riusciti a fare scorte sufficienti di viveri, e prenotare una consegna a domicilio di beni di prima necessità sta diventando sempre più difficoltoso dato l’impressionante numero di richieste.
Le persone cercano di organizzarsi come possono e sta fiorendo il baratto tra vicini di casa, ma anche questa forma di scambio è resa proibitiva dal fatto che coloro che sono in lockdown sono materialmente sigillati dentro le proprie abitazioni e non si può varcare neanche l’uscio di casa. In certi casi si è usato anche il filo spinato per isolare interi quartieri della città.

Positivi riuniti e bambini allontanati dalle famiglie
Ancora più inquietante è quello che succede a coloro che risultano positivi alla variante Omicron, anche se asintomatici. Molti di loro sono stati trasferiti in campi di isolamento e si ha notizia di bambini, anche molto piccoli, separati dai propri genitori per essere messi in quarantena in un luogo isolato. Come ricordato da Wu Qianqu, funzionario sanitario di Shanghai, le linee guida nazionali prevedono che i positivi siano separati da coloro che non hanno contratto il virus e questa norma vale anche per i bambini al di sotto dei 7 anni i cui genitori “non soddisfano i requisiti di accompagnamento”. In questo caso, anche i piccoli pazienti vengono curati nei centri sanitari pubblici mentre i bambini più grandi sono destinati alle strutture centralizzate per la quarantena. Molti giornali, tra cui The Guardian e l’agenzia di stampa britannica Reuters hanno raccolto numerosi testimonianze, non tutte verificate, secondo le quali i bambini, poco più che neonati, vengono allontanati tra le lacrime dai genitori e ricoverati coattivamente in qualche struttura sanitaria. Le proteste scoppiate a livello internazionale per tale tipo di politica di contenimento dei contagi, ha portato il governo locale ad rivedere la propria linea di condotta, permettendo ai bambini di trascorrere la quarantena con i genitori se anche loro risultano positivi al coronavirus. Inoltre i genitori dei bambini con “bisogni speciali”, anche se non si è chiarito in cosa consistano, possono fare domanda per fare compagnia ai figli in caso di isolamento.

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Coloro che vengono ricoverati nelle strutture ospedaliere lamentano scarse condizioni igieniche a causa del sovrappopolamento delle stesse. Il posto per i ricoveri, visto l’altissimo numero di contagi, risulta essere sempre troppo poco e, a tale scopo, sono stati riconvertiti in dormitori per positivi scuole, centri culturali e anche palazzi ancora in costruzione. In Rete circolano anche dei filmati che mostrano degli agenti di Polizia che sequestrano interi edifici residenziali, per creare nuovi posti letto, arrivando a scontrarsi con gli abitanti dei palazzi requisiti. Nella lotta ad Omicron il Governo cinese ha, quindi, messo in campo un approccio molto duro che utilizza metodi moderni ed efficienti nel contrastare la diffusione del virus ma con un occhio anche alla tradizione.

Medicina cinese tradizionale
Risale ad inizio di aprile la notizia che oltre 38 mila operatori sanitari sono accorsi a Shanghai per contribuire al contenimento dei contagi, e il 10 aprile scorso è stato inaugurato il nuovo Covid Hospital più grande della città da oltre 50 mila posti letto. D’altro canto l’agenzia di stampa Reuters ha raccolto la testimonianza di Fang Min, presidente dell’ospedale Shuguang, circa il 98% dei pazienti starebbe assumendo un trattamento di Medicina tradizionale cinese. Nella metropoli cinese sono state distribuite milioni di scatole di medicina tradizionale, comprendenti capsula a base di erbe, che si ritengono molto utile per curare il Covid-19. 


Appendice 1

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