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Quando il diavolo non ci mette lo zampino

Il fenomeno degli "abusi rituali" sui minori non ha quasi mai retto all'esame delle aule giudiziarie
Il fenomeno degli "abusi rituali" sui minori non ha quasi mai retto all'esame delle aule giudiziarie

Basta una sensazione di disagio, un malessere che non sappiamo spiegare. Allora cerchiamo, nella nostra mente, qualcosa che possa giustificare questo brivido a cui non sappiamo dare un nome. Un ricordo, magari sfuggente, ci sembra più significativo di altri e allora cerchiamo di dargli dei contorni sempre più definiti. Ci convinciamo che le cose siano andate in un certo modo e più le raccontiamo e più diventano vere. Una verità di cui ci convinciamo ma che, in alcuni casi, è solo frutto di una nostra fantasia. Sono dei ricordi che riemergono dopo che la mente li ha apparentemente cancellati, spesso durante delle sedute di psicoterapia o quando la persona interessata viene sottoposta a determinati stimoli esterni diretti. Gli stessi terapeuti hanno, di recente, adottato un approccio molto cauto rispetto a tali tipi di ricordi dato che, in passato, sono stati utilizzati nelle aule giudiziarie per rovinare la vita di tante persone innocenti.

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Michelle ricorda - Dall’incontro tra il ricordo riemerso e il panico per il fenomeno del satanismo, diffusosi nei Paesi occidentali tra gli anni ’80 e ’90 del XX secolo, è andato configurandosi una nuova tipologia di abuso, denominato ‘abuso rituale’ che si configura quando una persona afferma di aver recuperato il ricordo di abusi sessuali e sevizie subite, solitamente da bambino, nell’ambito di riti satanici, a cui capitava che partecipassero membri stessi della propria famiglia. Nel novembre del 1980 venne pubblicato il libro ‘Michelle ricorda’ nel quale erano raccolte le confessioni di Michelle Smith al suo analista, Lawrence Pazder, da cui era in cura dal 1973 per una forma di depressione. In sette anni di terapia, grazie anche a sedute di ipnosi, la donna iniziò a raccontare di ricordi della sua infanzia di cui non aveva avuto più memoria. La Smith affermò di aver partecipato, all’età di 5 anni, a riti satanici durante i quali aveva subito ogni sorta di abuso, aveva assistito al massacro di diversi bambini e le erano state cucite addosso delle corna e una coda. Secondo i racconti dello psichiatra «Michelle ricorda e inizia a parlare con una voce da bambina di 5 anni, l’età in cui sua madre l’avrebbe consacrata a Satana. Racconta una lunga storia che descrive orge, culti satanici animali e bambini sacrificati, e lei stessa nuda costretta a cibarsi di vermi o a giacere in una gabbia di serpenti».

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Un bestseller satanico - I due si recarono anche in Vaticano, per discutere di tali fatti con esperti satanisti, e in seguito divorziarono dai rispettivi compagni per poi sposarsi e mettere su famiglia. Fu proprio Pazder a coniare per la prima volta il termine di ‘abuso rituale’, in riferimento a quelle sevizie subite nell’infanzia nello svolgimento di riti satanici. Nonostante il concetto sia un po' nebuloso, i suoi elementi fondanti sarebbero, secondo Pazder, l’esistenza di un gruppo dominato dagli uomini, estremamente gerarchizzato, incorporato in un sistema di credenze e che si fonda sul silenzio imposto ai suoi membri. Il libro divenne un bestseller nonostante avesse anche sollevato numerosi dubbi sulla sua veridicità: molte descrizione della Smith erano, infatti, estremamente simili a quelli di film quali ‘L’esorcista’ e a dei rituali africani, continente nel quale lo psichiatra aveva vissuto a lungo. Nonostante ciò, diede l’avvio ad una fiorente letteratura avente come tema il satanismo e gli abusi ad esso collegati. Molti di questi libri raccontavano le storie dei cosiddetti ‘survivors’, sopravvissuti, ossia persone adulte che, in maniera continua o frammezzata, recuperavano il ricordo di essere state vittime, nella propria infanzia, di abusi rituali da parte di parenti e conoscenti.

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Satanismo o isteria collettiva - Proprio in seguito al successo di tali libri, e al diffondersi dell’interesse per il satanismo, si assistette alla nascita di un fenomeno di massa, associabile a una isteria collettiva, che vide il proliferare di segnalazioni di abusi fisici e sessuali, nella maggior parte dei casi su bambini, da parte di adulti facenti parte di sette sataniche. Il diffondersi di questo fenomeno diede vita anche a diverse teorie complottiste secondo le quali esisterebbe un gruppo, comprendente politici e miliardari di tutto il mondo, che rapirebbe e abuserebbe di minori per scopi rituali. A metà degli anni ’90 il National Center on Child Abuse and Neglet contava oltre 12 mila accuse di abusi satanici. Molti sono i casi riguardanti il fenomeno degli abusi rituali divenuti celebri.

Una scuola sotto processo - Il primo fu il cosiddetto ‘caso McMartin’, che riguardò alcuni componenti della suddetta famiglia, proprietaria di una scuola materna a Manhattan Beach, in California. La madre di un bambino molto piccolo accusò Ray Buckey, assistente part-time della scuola, di violenza sessuale sul figlio, nonostante non ci fossero evidenze fisiche che il fatto fosse avvenuto. Nel processo che seguì, e che durò dal 1984 al 1989 concludendosi con l’assoluzione degli imputati, vennero processati, oltre a Ray Buckey, sua madre Peggy e sua nonna Virginia, entrambe proprietarie della scuola materna, la sorella e tre insegnanti della scuola. Oltre 300 bambini, incalzati dagli interrogatori di polizia, raccontarono di essere stati abusati nel corso di riti satanici nonostante le prove fossero “incredibilmente deboli”.

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Altri abusi inventati - Un altro caso molto noto fu quello di Laurel Rose Wilson la quale, firmandosi Stratford, scrisse tre romanzi nei quali raccontava la sua infanzia quale bambina destinata ad essere una vittima sacrificale di una setta satanica. Nonostante il grande successo mediatico della sua vicenda, una successiva indagine condotta dalla rivista Cornerstone svelò la falsità dei suoi racconti e la sua storia personale caratterizzata da disturbi mentali e reiterate false denunce di abusi. La donna aveva affermato di essere una sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz e di aver avuto tre bambini, anch’essi sacrificati al demonio. Peccato che nessuna di queste cose fosse vera.

Genitori accusano - Negli ultimi 40 anni si verificarono casi simili in molti altri Paesi occidentali. Nel 2000, a Outreau, in Francia, 80 persone vennero accusate di abusi sessuali e fisici nello svolgimento di riti satanici. La stampa parlò di un traffico internazionale di pedofilia in cui sarebbero stati coinvolti centinaia di adulti e bambini. Solo nel 2006 tutte le accuse decaddero perché totalmente infondate e tutti gli imputati vennero assolti. In Italia, nel 2006, a Rignano Flaminio, alle porte di Roma, un gruppo di genitori accusarono alcuni operatori di una scuola materna di aver abusato dei propri figli. Si parlava di atti sessuali e stregoni volanti, ministri di Satana che bevono sangue e compiono sacrifici umani. Anche in questo caso tutti gli imputati vennero assolti nel 2014.

Bibbiano o delle confessioni estorte - Sempre in Italia, uno dei casi più famosi è quello noto come ‘caso di Bibbiano’ che, il 27 giugno 2019, portò all’arresto di 16 persone, fra amministratori, assistenti sociali e psicoterapeuti, a conclusione dell’indagine, denominata ‘Angeli e demoni’, che voleva far luce sull’enorme mole di denunce per reati di abusi sessuali e violenze ai danni di minori da parte dei servizi sociali dell’Unione Val d’Enza, un consorzio di sette comuni emiliani. Il cosiddetto ‘sistema Bibbiano’ prevedeva l’allontanamento coatto di numerosi minori dalle proprie famiglie, e il loro affidamento a diverse comunità di accoglienza, in seguito a presunte segnalazione di abusi sessuali o fisici che avvenivano in seno alla famiglia di origine. In realtà, le confessioni dei minori, erano estorte attraverso tecniche persuasive e suggestive che inducevano i bambini a raccontare cose non vere.

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Un circolo vizioso - Anche la Svizzera ha i suoi casi di abuso rituale. Nel 2021 è andato in onda il documentario della SRF ‘Il diavolo in mezzo a noi’ che racconta quanto accaduto a Cornelia Widmer la quale ha visto la sua vita famigliare andare a pezzi nel momento in cui, la figlia di 17 anni, in seguito ad un percorso terapeutico, ha affermato di aver recuperato il ricordo di aver subito abusi rituali. Nel suo diario ha appuntato, nell’agosto 2017, «c’erano adulti in mantelli neri e alcuni bambini in abiti bianchi. Nel mezzo giaceva un bambino e una persona in una veste nera e con un ascia in mano tagliava braccia, gambe e la testa dal corpo». Come già visto per altri casi simili, però, anche in questa vicenda mancano prove che possano supportare le terribili accuse mosse dalla paziente. Come dichiarato da Frank Urbaniok, psichiatra forense ed ex capo medico del Servizio psichiatrico-psicologico del Cantone di Zurigo, «se credi a qualcosa per cui non ci sono prove, allora sfuggi a qualsiasi controllo della realtà (...) Il fatto che nulla possa essere provato diventa grottescamente una prova della teoria. Questo è un cerchio chiuso». Come a dire che, anche se tirato in ballo, delle volte persino Satana può essere innocente.


Appendice 1

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