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Quando la terra trema, all'uomo non resta che piangere

Dal “Big One” di San Francisco, passando per Messina, Sumatra, Fukushima e Haiti. Tutti i sismi che hanno messo in ginocchio l'umanità
Dal “Big One” di San Francisco, passando per Messina, Sumatra, Fukushima e Haiti. Tutti i sismi che hanno messo in ginocchio l'umanità

Tra le tanti catastrofi naturali che possono colpire l'uomo, il terremoto rappresenta, nell'immaginario collettivo, uno dei più terribili. Quando la terra inizia a tremare sotto i piedi crolla, non solo metaforicamente, ogni certezza e ci si trova inermi in balia di eventi sismici, spesso devastanti. Il terremoto coglie di sorpresa e, nonostante si sia sempre più sensibilizzati alle procedure da adottare in casi simili, quando accade i secondi diventano lunghi come ore e la paura, e il senso di sorpresa, paralizzano anche i più coraggiosi.

Nel corso della Storia, l'uomo ha dovuto far fronte a terremoti devastanti che hanno mietuto migliaia di morti. Molti risalgono a epoche in cui non esisteva alcuno strumento di misurazione della loro intensità ma, la portata della loro grandiosità, è stata tramandata nel corso dei secoli. Nel 365 a.c., per esempio, si verificò un violentissimo terremoto con epicentro localizzato nell'isola di Creta.

Dalle analisi del territorio, e dalle testimonianze storiche, gli studiosi sono giunti alla conclusione che dovesse trattarsi di un sisma di magnitudo superiore a 8.5 che, probabilmente, innescò anche uno tsunami che raggiunse le coste egiziane. Sempre a Creta, nel 1303 d.c., si ebbe un altro terremoto di magnitudine simile causato, con ogni probabilità, dalla Fossa Ellenica e fu così forte da provocare migliaia di morti e uno tsunami con onde di altezza superiore ai 9 metri.

Imago/UnitedArchivesInternationalLa città di San Francisco, dopo il sisma del 1906

 

Il “Big One” e la catastrofe di Messina

Il 1 luglio del 1755 si verificò in Portogallo, presumibilmente a 200 chilometri sud-ovest da Cabo de Sao Vincente, un devastante terremoto con una magnitudo stimata tra 8.5 e il 9.0 che provocò quasi 100 mila vittime. La portata del sisma, provocò anche uno tsunami che raggiunse le coste del Marocco e della Spagna.

Il 25 novembre del 1833, invece, un terremoto di enormi proporzioni interessò l'isola di Sumatra, a causa dei movimenti della Fossa di Sunda. La magnitudo stimata venne compresa tra 8.8 e 9.2 e durò circa 5 minuti, innescando uno tsunami. 

È del 1906 uno dei terremoti più celebri del ventesimo secolo, ovvero il "big one" che rase al suolo la città di San Francisco causando 3'000 vittime. Solo due anni dopo, nel 1908 si verificò quello che, a memoria d'uomo, risulta essere uno dei più letali e devastanti eventi sismici a interessare il continente europeo ovvero il terremoto di Messina del 28 dicembre. Questo raggiunse la magnitudo di 7.1 e durò circa 37 secondi e causò inoltre uno tsunami, con onde alte tra i 6 e i 12 metri. Queste spazzarono letteralmente via le città di Messina e Reggio Calabria, causando tra le 75mila e le 82mila vittime.

Imago/UnitedArchivesInternationalMessina, distrutta dal terremoto e maremoto del 1908.

Due scale per misurarli

Nel 1935, venne messa a punto la scala Richter, dal nome del sismologo statunitense che la elaborò. A differenza della scala Mercalli, presentata dal sismologo e vulcanologo Giuseppe Mercalli agli inizi dello scorso secolo, che misura l'entità di un terremoto in base ai danni provocati, la magnitudo Richter misura l'energia sprigionata dal sisma su base strumentale.

Sulla base di questa misurazione, può affermarsi che il peggior terremoto è stato quello registrato in Cile il 22 maggio del 1960, con una magnitudo di 9.5. Conosciuto come il 'Grande terremoto del Cile' si verificò alle 14.11 con epicentro nella città di Valdivia, e durò circa 13 minuti, tanto da venir ritenuto il terremoto più lungo della storia. Il terremoto venne avvertito in diversi Paesi del mondo e l'incredibile energia sprigionata dalle onde sismiche, e il movimento della Fossa Perù-Cile responsabile dell'evento, provocò uno tsunami, con onde alte fino a 25 metri, che investirono le coste delle Hawaii, la Nuova Zelanda, le Filippine e il Giappone.

Il terribile terremoto del Cile provocò una frattura lunga 800 chilometri e spostò l'asse terrestre di 30 centimetri, oltre a innescare l'eruzione del complesso vulcanico Puyehue-Cordon Caull, situato nella cordigliera delle Ande, nel sud del Cile. Il numero delle vittime venne stimato intorno alle 3 mila persone, oltre ad aver provocato oltre 2 milioni di sfollati. A seguito di questo evento, le Nazioni Unite iniziarono a coordinare un sistema d'allerta riguardante l'intero Oceano Pacifico che iniziò a operare, nel 1965, nell'Osservatorio di Honolulu.

ReutersMilitari al lavoro, per recuperare corpi, sull'isola di Sumatra.

L'apocalisse a Sumatra

Il terremoto di Sumatra, del 26 dicembre 2004, è stato il secondo evento sismico più forte mai registrato, con una magnitudo prima indicata come 8.9 e poi, calcolata in maniera definitiva, in 9.3. Il terremoto venne registrato dalla maggior parte dei sismografi del mondo, e data la superficialità dell'epicentro, situato ad appena 30 chilometri di profondità, e l'incredibile energia sprigionatasi a seguito del movimento della Fossa di Sunda, si verificò uno tsunami con onde alte 25-30 metri che devastò le zone costiere dell'Indonesia, Sri Lanka, Birmania, Bangladesh e Maldive, giungendo fino alla Somalia e il Kenya. Il numero di vittime accertato fu di 226 mila persone, ma decine di migliaia di persone sono state date per disperse, mentre gli sfollati sarebbero tra 3 e i 5 milioni.

Secondo le organizzazioni umanitarie coinvolte nei soccorsi, un terzo delle vittime potrebbe essere costituito da bambini. Tale evento sismico provocò una frattura lunga 400 chilometri e spostò l'asse terrestre tra i 2 e i 6 centimetri e le isole vicine all'epicentro di circa 30 metri. L'energia sprigionata dal terremoto è stata un milione e mezzo di volte superiore alle bombe atomiche sganciate in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale.

La penisola di Sumatra, è stata protagonista, in tempi recenti, di altri terremoti, come quello del 2005, di magnitudo 8.6 e quello del 2012 della medesima potenza. In questo caso, nonostante fosse stata diramata un'allerta tsunami, fortunatamente le onde non raggiunsero una altezza superiore ai 50 centimetri.

Immediatamente dopo il terremoto di Sumatra del 2004, va ricordato quello che si verificò il 27 marzo del 1964 nello Stretto di Prince William, in Alaska, noto anche come il terremoto del 'Venerdì santo', che raggiunse la magnitudo di 9.2 e durò oltre 4 minuti. Fu tra i terremoti più forti della storia moderna e se il numero delle vittime non fu altissimo, 131 persone, è dipeso dalla scarsità di popolazione presente nel Paese. Sempre in Alaska, nelle isole Rat, il 4 febbraio del 1965, si verificò un altro devastante terremoto, di magnitudo 8.7. Fortunatamente non si ebbero vittime. 

ReutersCase distrutte a Iwaki, Giappone.

La scossa che piegò Fukushima 

Il terremoto di Sendai, è stato il più potente della storia del Giappone e uno dei più forti a livello mondiale, con una magnitudo di 9.0. Si verificò l'11 marzo del 2011 e la zona presso l'epicentro tremò per ben 6 minuti. A seguito del tremendo evento sismico si generò uno tsunami con onde che, nelle prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, superarono anche i 10 metri di altezza. Proprio tale maremoto fu l'origine del disastro nucleare che si verificò nella centrale nucleare di Naraha, nella Prefettura di Fukushima. L'enorme onda proveniente dall'Oceano Pacifico, si abbatté contro la centrale, non adeguatamente protetta da barriere anti-tsunami, distruggendo i sistemi di raffreddamento e la linea elettrica che collegava alcuni reattori.

Per tale motivo, nei giorni successivi, si ebbero quattro distinte esplosioni con conseguente rilascio di radioattività nell'aria e contaminazione dei terreni circostanti. Il bilancio finale parla di quasi 16 mila persone decedute. Il 4 novembre del 1952, si verificò, lungo la Fossa Kuril-Kamchatka, nella penisola di Kamchatka, in Russia, un terremoto di magnitudo inizialmente segnalata come 8.2 ma poi ricalcolata in 9.0. Il terremoto provocò circa 2.300 mila morti e innescò uno tsunami con onde alte fino a 15 metri.

Tale evento sismico è noto anche come 'Terremoto del silenzio' perché Stalin ordinò alle fonti d'informazione di nascondere l'accaduto. Anche per tale motivo non vi è una stima esatta delle vittime che si pensa si aggirino intorno alle 10 mila. Nel 2010, in Cile si verificò un nuovo e devastante terremoto, di magnitudo 8.8, che venne rilevato dalla maggior parte dei sismografi del mondo. Il sisma ebbe luogo il 27 febbraio, poco dopo le tre del mattino, e provocò più di 500 vittime accertate.

ReutersSoccorsi a un bimbo estratto dalle macerie ad Haiti.

L'incubo di Haiti

Non sempre i terremoti vengono ricordati solo per la loro potenza ma anche per il quantitativo di morte e devastazione che portano con sé. È il caso del terremoto di Haiti del 12 gennaio del 2010 che, nonostante abbia raggiunto una magnitudo di 7.0 gradi Richter, quindi inferiore rispetto ad altri più potenti prima analizzati, falcidiò oltre 222 mila vittime. Il sisma colpì soprattutto la capitale dell'isola, Port.au-Prince, e distrusse la maggior parte degli edifici della città Le persone coinvolte furono quasi 3 milioni.

Raccontare di un terremoto è molto difficile perché, a parte i numeri e le statistiche, si fa fatica a trovare le parole adatte a descrivere il senso di precarietà che lascia dentro, anche se si sopravvive a esso. Come scrisse Salman Rushdie: «Una volta che sei stato dentro un terremoto, sai che esso, come un colpo al cuore, rimane in seno alla terra, nella sua orribile potenzialità, pronto a tornare a colpire di nuovo, con una forza ancora più devastante».


Appendice 1

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ReutersSoccorsi a un bimbo estratto dalle macerie ad Haiti.

Imago/UnitedArchivesInternationalLa città di San Francisco, dopo il sisma del 1906

Imago/UnitedArchivesInternationalMessina, distrutta dal terremoto e maremoto del 1908.

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