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Quelle nubi nere che non lasciano pace al cielo d'Irlanda

Uno scisma intestino mai davvero risolto, riportato in auge dai recenti fatti di cronaca.
Uno scisma intestino mai davvero risolto, riportato in auge dai recenti fatti di cronaca.

Doveva essere la celebrazione della pace ma è divenuto terreno di scontro.

Nel venticinquesimo anniversario dei cosiddetti 'Accordi del Venerdì Santo', firmati il 10 aprile 1998 per porre fine al lungo periodo di violenze tra indipendentisti e unionisti nordirlandesi, a Derry, alcune persone con il volto coperto hanno lanciato bottiglie incendiarie contro gli agenti di polizia. Come detto in un successivo comunicato stampa «i nostri agenti sono stati attaccati con molotov e altri oggetti lanciati contro il veicolo durante una parata» da oppositori degli Accordi.

La ferita prodotta da oltre trent'anni di guerra tra gli unionisti, in prevalenza protestanti, favorevoli alla permanenza dell'Irlanda del Nord nel Regno Unito e i repubblicani cattolici, che auspicavano a una riunione con la Repubblica d'Irlanda, stenta a cicatrizzarsi e, nonostante la relativa quiete di questi ultimi anni, vi è ancora della brace che cova sotto la cenere.

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Un fossato insanabile

La divisione dell'Irlanda ha origini lontane e le soluzioni politiche, di volta in volta adottate, hanno prodotto una scia di sangue difficile da dimenticare se è vero che, come visto lunedì 10 aprile, i “Troubles”, ossia il periodo di violenza e attacchi terroristici che hanno visto combattere gruppi paramilitari nordirlandesi e forze regolari, non sembrano essere stati messi definitivamente alle spalle.

Risale al 1920, il Government of Ireland Act, una legge emanata dal Parlamento del Regno Unito che prevedeva la creazione di due distinte realtà: l'Irlanda del Sud, poi sostituita, nel 1922, con lo Stato libero d'Irlanda e l'Irlanda del Nord, che avrebbe dovuto mantenere un certo grado di autonomia all'interno del Regno Unito.

Tale accordo scontentò i cattolici nazionalisti legati a Dublino i quali avrebbero voluto la creazione di una Irlanda unita, libera e indipendente. Vennero quindi a crearsi dei flussi migratori di cattolici diretti verso l'Irlanda del Sud e di protestanti verso quella del Nord: la divisione territoriale imposta dall'accordo creò, di fatto, una cesura di legami storici, culturali e sociali a lungo sedimentati e molte persone si trovarono, di punto in bianco, a vivere in un territorio che iniziarono ad avvertire come ostile.

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Della fede e dei valori

Se è vero, infatti, che la maggioranza della popolazione dell'Irlanda del Nord era protestante e lealista verso il Regno Unito, essendo i discendenti dei coloni provenienti dalla Gran Bretagna, vi era anche una minoranza consistente di cattolici, nazionalisti e repubblicani, che iniziarono a manifestare una sorta di crescente intolleranza nei confronti delle istituzioni e delle forze dell'ordine governative.

Le vicende storiche misero ancora più distanza tra i due territori d'Irlanda e se, da una parte, l'Irlanda del Sud ottenne la piena indipendenza nel 1937, con il nome gaelico di Eire, l'Irlanda del Nord fu, come detto, una regione autonoma del Regno Unito e, fino agli inizi degli anni'70, venne governata dal Partito Unionista molto legato ad alcune associazioni protestanti come l'Orange Order, una fratellanza protestante nata come società segreta dei protestanti dell'Ulster che lottavano contro i possidenti terrieri cattolici.

Il premio Nobel per la Pace David Trimble definì l'Irlanda del Nord una «casa fredda» per i cattolici, per far intendere il clima di fredda sopportazione che la comunità avvertiva intorno a sé, segnato da una serie di discriminazioni di natura politica e sociale, quale la difficoltà di reperire lavoro o di vedersi assegnato un alloggio popolare. I cattolici furono spesso oggetto dello Special Power Act, un provvedimento che consentiva l'arresto senza convalida giudiziaria, la lingua e la storia irlandese furono bandite dalle scuole e, specialmente a livello locale, venne impedito loro di votare non facendo parte della classe abbiente.

Quella domenica di sangue

La tensione dovuta a questa situazione esplose in maniera prepotente intorno agli anni'60 con una serie di manifestazioni di protesta, indette dai movimenti studenteschi di sinistra, attaccate dagli estremisti protestanti. Entrambe le parti, poi, avevano organizzato dei gruppi paramilitari a rafforzare le proprie istanze: il cattolico Irish Republican Army, l'Ira, legata ai repubblicani del partito indipendentista dello Sinn Fèin, e l'Ulster Defence Association, Uda, legata agli unionisti dell'Ulster Unionist Party. Nel gennaio del 1972, avvenne il grave fatto di sangue, noto come Bloody Sunday, che portò alla morte di quattordici civili cattolici uccisi, a Derry, dal Reggimento Paracadutisti di Sua Maestà.

Gli oltre trent'anni di 'Troubles' furono segnati da omicidi, violenze e da un clima di repressione e paura. Morirono oltre tremila persone nei continui scontri tra gruppi rivali e se l'Ira colpiva con le bombe degli «obiettivi economici», che mietevano comunque numerose vite umane, i paramilitari lealisti colpivano la popolazione cattolica per il proprio supporto all'Ira.

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Un Accordo panacea

L'Accordo del Venerdì Santo del 1998 fu il frutto di una serie di circostanze favorevoli, come la cooperazione fortemente voluta dall'unionista protestante David Trimble e il socialdemocratico cattolico John Hume che si spesero per convincere le rispettive comunità della necessità di firmarlo. L'intesa, che ha regolato anche il disarmo dei gruppi armati oltre al rilascio dei detenuti di entrambe le parti, stabilì il principio di cooperazione fra le due parti in causa.

Fu istituito un parlamento, l'Assemblea dell'Irlanda del Nord, e fu creato un governo locale al quale furono affidate diverse competenze, dall'istruzione alla sanità. Venne deciso, inoltre, che solo un referendum può cambiare lo status dell'Irlanda del Nord come appartenente al Regno Unito e se, fino a oggi, tale idea è sembrata quasi utopica, con la vittoria nel 2022, per la prima volta nella storia, del partito indipendentista e repubblicano Sinn Fein, la possibilità di un futuro referendum che possa sancire l'unione di tutta l'Irlanda si è fatta sempre più concreta.

La sua presidente Mary Lou McDonald, in occasione del venticinquesimo anniversario dello scorso 10 aprile, ha dichiarato che «abbiamo costruito la pace. Ora dobbiamo scrivere il prossimo capitolo: la riunificazione dell'Irlanda. Credo nei referendum nel prossimo decennio».

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Nella morsa dei gruppi armati

Nonostante siano passati oltre vent'anni dalla firma dell'Accordo, le divisioni tra i due schieramenti non sono mai realmente finite e sono rimasti attivi, specialmente nelle zone più povere del Paese, dei gruppi paramilitari che continuano a creare problemi al percorso di pace intrapreso nel 1998. Gruppi come l'Uda o l'Ulster Volunteer Force, Uvf, non hanno mai smesso di esistere andando ad alimentare delle faide interne segnate da episodi di violenza. Anche l'Ira e New Ira, contrari agli accordi raggiunti, hanno continuato a compiere sporadici attacchi, come l'attentato compiuto contro l'ispettore capo della polizia John Caldwell, reo di aver condotto delle indagini su fatti di sangue attribuibili all'attività del gruppo New Ira.

Secondo un recente report del governo nordirlandese, tra il 15 ed il 30 per cento degli abitanti dell'Irlanda del Nord ha subito gravi danni dall'attività dei gruppi paramilitari, tra cui pestaggi, sparatorie, incendi o bombe molotov scagliate contro edifici e mezzi di trasporto pubblici. Secondo Colm Welsh, sociologo della Queen's University di Belfast, i gruppi paramilitari «sono diventati qualcosa di molto simile alla criminalità organizzata e persino ai gruppi mafiosi».

Una fonte anonima, ha di recente raccontato al Financial Times che i gruppi unionisti attirano i giovani con il consumo della marijuana e della cocaina, di cui gestiscono il traffico, di modo da renderli dipendenti e spingerli a contrarre sempre più debiti. In questo caso, ai ragazzi verrebbero prospettate due alternative: o subire punizioni fisiche oppure entrare a far parte del gruppo paramilitare.

Nelle aree più depresse dell'Irlanda del Nord, tali gruppi sono andati a sostituire l'autorità delle forze di polizia e non sono pochi i casi in cui la gente del posto si rivolga a loro per la risoluzione di problemi o per ottenere giustizia, così come capitato a Newtownards, dove i residenti si sono affidati a un gruppo paramilitare unionista per contrastare la violenza di una banda di criminali che aveva compiuto diversi attacchi nella zona.

Nonostante la situazione attuale non possa essere paragonata al periodo dei 'Troubles', rimane il fatto che l'Irlanda del Nord non sia una terra pacificata ma persistano, come tragica eredità di un recente passato, delle contrapposizioni che rischiano, da un momento all'altro, di accendere la miccia di nuovi e più gravi scontri.


Appendice 1

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