Protagonisti di incresciosi fatti di cronaca alla fine del XXesimo secolo, i culti religiosi estremi non sono una cosa del passato.
Il 25 aprile scorso, 90 persone, tra cui alcuni bambini, appartenenti alla 'setta dei digiunatori' sono morte a Shakahola, in Kenya, dopo aver rinunciato a bere e mangiare per “poter vedere Gesù”, così come promesso loro dal pastore Paul McKenzie Nthenge, fondatore della Good News International Church, la Chiesa delle buone notizie.
Per la Croce Rossa sarebbero circa 212 le persone collegate al culto 'dei digiunatori' secondo il quale si va in paradiso se si muore di fame. Il Pastore McKenzie, che è stato tratto in arresto dopo la scoperta della strage, è un volto noto alle autorità locali con le quale aveva già avuto diversi problemi, specialmente dopo aver convertito numerosi studenti alla pratica del digiuno quotidiano.
In cerca di certezze
È difficile credere che ai nostri giorni ci siano ancora persone disposte a morire per seguire gli insegnamenti di un sedicente 'maestro', eppure quanto accaduto in Kenya non è certo un caso isolato, e volgendo lo sguardo al recente passato si trovano numerosi casi simili. Come spiegato dall'antropologo David Le Breton, «esibendo tranquille certezze, proposte sotto forma di verità intangibili, e con la sua rigida gerarchia, la setta elimina la complessità del mondo(...)semplifica la realtà all'estremo attorno a qualche verità elementare e modalità specifiche di funzionamento. Offre, infine, un orientamento».
L'adesione a una setta, quindi, sarebbe inteso come un porto sicuro in un mondo che non offre certezze. La parola setta deriva dal latino sector, che significa seguire, ma per alcuni potrebbe anche riferirsi al verbo seco, ossia tagliare o separare, come in effetti capita, nella maggior parte dei casi agli adepti che rinunciano ad avere rapporti con il mondo esterno al proprio gruppo di appartenenza. In tutti i casi di cronaca che hanno visto per protagoniste delle sette religiose, si possono rinvenire delle caratteristiche comuni molto marcate: la presenza di un leader che veicola a sé un gran numero di persone grazie a un sapiente uso delle parole e delle rodate tecniche di convinzione.
La 'nostalgia d'assoluto', concetto introdotto dallo studioso George Steiner per spiegare quella sorta di vuoto morale ed emozionale avvertito nei Paesi occidentali a seguito del declino delle religioni istituzionali, spiegherebbe, parimenti, la ricerca spasmodica di punti di riferimenti alternativi che un gran numero di persone rinviene nei movimenti spirituali alternativi. La scelta di aderire a una setta è quasi sempre volontaria, ma l'appartenenza della persona al gruppo viene sancito da una serie di riti di iniziazione, giuramenti ma anche da atteggiamenti coercitivi e vessatori che vengono vissuti come ulteriore collante all'unità del movimento.
Le attività e la vita stessa del gruppo viene decisa da un leader carismatico, capace di legare a sé le persone facendole sentire speciali. Come spiegato sempre da Le Breton «i gruppi chiusi in se stessi sanno approfittare delle falle delle ferite mortali degli aspiranti seguaci. Le tecniche di reclutamento sfruttano il loro disorientamento, la sensazione di insignificanza, la de-socializzazione, sanno come attizzare la sofferenza per proporre un balsamo, lasciando credere agli affiliati che lì saranno finalmente compresi e accolti a braccia aperte».
La setta religiosa è la famiglia che ti ha abbandonato, la società che ti ha deluso facendoti sentire un fallito, gli amici che ti hanno voltato le spalle nel momento del bisogno. Nel gruppo le proprie insicurezze si confondono con le fragilità degli altri e si viene accolti sotto le ali protettive di un padre buono, il guru o maestro, da cui ci si sente capiti e accolti. Anche nei casi in cui si subiscano dei comportamenti violenti per mano o volontà dello stesso maestro, li si accoglie come ulteriore prova della devozione al gruppo.
La "famiglia" di Charles Manson
Solo a esaminare i decenni passati, si trovano molti esempi di realtà simili, che magari nascono dalla idea di poter vivere in maniera diversa rispetto ai canoni della società tradizionale, per poi trasformare questa idea in un 'noi contro tutti gli altri' dai risvolti molto pericolosi. I fatti di cronaca aventi le sette religiose come protagoniste sono, come detto, molteplici ma alcuni di essi hanno colpito l'immaginario collettivo a tal punto da conservare il proprio ricordo in maniera indelebile.
È il caso della Family o The Manson Family, la 'famiglia' di Charles Miles Manson, leader carismatico di una setta assassina che si era stabilita, alla fine degli anni sessanta, in un ranch a San Fernando Valley, in California. La setta era composta da un centinaio di persone, tra cui molte giovani donne della classe media, affascinate dalla figura di Manson che si proponeva come una sorta di reincarnazione di Cristo, e invece era solo un pluripregiudicato con problemi di alcol e droga.
Costui, con abile arte affabulatoria, si faceva portavoce di un nuovo messaggio, infarcito di riferimenti religiosi e cultura hippie, con abbondante uso di allucinogeni, e profetizzava una imminente guerra razziale che avrebbe visto etnie diverse combattersi tra di loro. Diceva, ai suoi adepti, che vi sarebbe stato molto spargimento di sangue tra le razze e che la loro 'famiglia' si sarebbe nascosta sottoterra fino alla fine del conflitto.
Tale profezia, denominata 'Helter Skelter', come la famosa canzone dei Beatles, si concludeva con The Family che dominava la razza nera che aveva vinto la battaglia tra razze ma era impreparata a governare il mondo. Se spargimento di sangue ci fu, però, fu solo quello di cinque persone innocenti, tra cui la giovane attrice Sharon Tate, moglie del regista Roman Polanski, incinta di otto mesi.
Quattro adepti della Family, nella notte tra l'8 e il 9 agosto del 1969, entrarono, muniti di un revolver, coltelli e una lunga corda di nylon, nella villa dell'attrice a Cielo Drive, Los Angeles, dove era in corso una festa, e uccisero, a colpi di pistola e con innumerevoli pugnalate, le persone presenti.Sharon Tate venne pugnalata sedici volte e le venne asportato il feto dal ventre.
La strage di Jonestown
Se la strage compiuta dalla Famiglia di Manson rimane memorabile per l'efferatezza, la strage di Jonestown, del 18 novembre 1978, lo è per il numero di persone coinvolte nel progetto delittuoso del suo leader, il pastore Jim Jones, fondatore del movimento religioso statunitense 'Tempio del Popolo'. Accusato in patria si promiscuità sessuale e attività politiche segrete, Jones si trasferì, con circa un migliaio di adepti, nella giungla della Guyana nordoccidentale per fondare una città ideale, ribattezzata 'Jonestown'.
Attivatosi a seguito delle numerose denunce presentate dai famigliari degli adepti, il Congresso degli Stati Uniti, nel 1978, inviò una delegazione per ispezionare la comunità. Il fatto finì in tragedia: il servizio di sicurezza della setta uccise cinque membri della delegazione e poi, per ordine dello stesso reverendo Jones, venne dato ordine che si compisse un suicidio di massa «per la gloria del socialismo». Morirono 909 persone, tra cui 219 bambini, quasi tutti avvelenati con il cianuro. A esclusione dell'11 settembre, e dei disastri naturali, mai tanti civili statunitensi erano morti in un unica circostanza.
Il nervino nella metro
Risale, invece, agli anni'90 il suicidio di massa della setta ufologica 'Heaven's Gate', Cancello del Paradiso, fondata, intorno agli anni'60 da Marshall Applewhite e Bonnie Nettles. Il 26 marzo del 1997, la polizia rinvenne in una villa del quartiere Rancho Santa Fe, nelle vicinanze di San Diego, i cadaveri di 39 persone, sdraiate ordinatamente nei propri letti con indosso le divise della setta e un sacchetto nero su ciascuna testa. Applewhite aveva convinto i suoi adepti a togliersi la vita, ingerendo un cocktail a base di barbiturici e alcol, proprio il giorno del passaggio della cometa Hail-Bop perché sarebbe arrivata una navetta spaziale che avrebbe portato le loro anime in un mondo migliore.
'Verità suprema', Aum Shinrikyo, è invece il nome della setta fondata, nel 1987, da Shoko Asahara che predicava, mischiando tra loro elementi del buddismo, induismo, cristianesimo ed esoterici, inizialmente in maniera molto innocua, la ricerca dell'illuminazione divina attraverso lo yoga e la cura fisica, tanto da ottenere una riconoscimento statale. L' uccisione e le sparizioni di alcuni dissidenti, fecero capire alle autorità giapponesi che la setta, che nel frattempo aveva messo radici in Russia e Australia e poteva vantare un piccolo esercito che agiva con metodi mafiosi, era tutt'altro che pacifica.
Sentitosi messo alla gogna, sia dal punto sociale che giudiziario, Asahara si convinse che il Giappone meritasse di vivere, primo Paese al mondo, l'Apocalisse e, per tale motivo, ordinò di liberare nella metropolitana di Tokyo, del gas sarin che avrebbe ucciso quattordici persone e feritone oltre cinquemila.
L'Ordine del Tempio che fece paura alla Svizzera
Anche la Svizzera ha dovuto fare i conti con la pericolosità di una setta religiosa. Il 5 ottobre del 1994, si diffuse la notizia del rinvenimento dei cadaveri, vestiti con abiti cerimoniali, di 23 adepti dell'Ordine del Tempio Solare in una fattoria in fiamme nel cantone di Friburgo. Quasi contemporaneamente vennero rinvenuti i cadaveri di 25 persone in uno chalet a Salvan, nel cantone del Vallese, a cui seguì il rinvenimento di altri cadaveri, in Francia e Canada, tutti legati alla setta.
L'Ordine del Tempio solare era stato fondato, agli inizi degli anni'80, dal naturopata belga Luc Jouret e da Jo-di Mambro, noto truffatore franco-canadese, che adescavano i propri adepti convincendoli di essere degli “eletti” capaci di sopravvivere all'Apocalisse.
«La setta libera dal fardello dell'Io, dispensa dalla preoccupazione di decidere della propria vita» ha scritto l'antropologo David Le Breton. Si vive e si muore per volontà di qualcun altro e ci si illude che sia meglio così.