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Lo stupro corre sul filo della metro

A Parigi possono rifugiarsi nei negozi. C'è chi fa le videochiamate mentre torna a casa. E chi si è inventato i vagoni per sole donne
A Parigi possono rifugiarsi nei negozi. C'è chi fa le videochiamate mentre torna a casa. E chi si è inventato i vagoni per sole donne

 

Finalmente il lavoro è finito, deve aver pensato la ragazza che, dopo il turno serale, ha preso il treno che la riportava a casa. Di certo non pensava di doversi difendere dai palpeggiamenti, se non peggio, di un uomo che ha visto bene di approfittare del vagone semi vuoto per usarle violenza. Quanto descritto non è la scena di un film ma il resoconto di ciò che è accaduto, e accade con preoccupante frequenza, alle donne che si trovano a viaggiare da sole sui treni, autobus o in metropolitana. La cronaca ci parla di donne violentate senza che qualcuno le aiutasse, di donne molestate per il solo fatto di dover prendere dei mezzi di trasporto in orari poco frequentati.

Il progetto della metrò di Parigi - Per far fronte a questo stato di cose, si stanno moltiplicando le iniziative per rafforzare la sicurezza delle viaggiatrici, e garantire loro un rifugio sicuro nel caso ci fosse il pericolo di una aggressione. A Parigi, ad esempio, il prossimo settembre verrà avviato un progetto che coinvolgerà una quindicina di attività commerciali situati nei corridoi della metropolitana e delle stazioni ferroviarie di Parigi. Il personale che vi lavora riceverà, infatti, una formazione specifica che insegni loro il comportamento da adottare in presenza di vittime di violenze di genere o di natura sessuale nei trasporti pubblici. Il progetto è frutto della collaborazione tra Umay, una applicazione per cellulare che consente di condividere in tempo reale con parenti e amici il proprio percorso di viaggio, e la Rapt, che gestisce la rete di autobus, metropolitana e tranviaria di Parigi, e riguarderà, in un primo momento, le stazioni Auber e dell'Opèra nel IX Arrondissement.

AFPLa metro di Parigi

Rifugio in negozio - La persona in pericolo, o che ha subito una aggressione, potrà trovare rifugio, per tutto il tempo necessario, all'interno di uno di questi locali commerciali, intesi come 'luoghi sicuri', e trovare del personale capace di fornire una prima assistenza, raccogliendo informazioni e fornendo soccorso immediato. Come dichiarato da Pauline Vanderquand, creatrice di Umay, l'idea è nata dopo essersi domandati “perché in centro non c'è mutuo soccorso su questi temi?”. La necessità di colmare questa lacuna ha portato quindi all'avvio del progetto descritto.

L'app che ti individua i luoghi sicuri - Umay, d'altra parte, è una applicazione molto usata in Francia, e anche in Gran Bretagna, e permette ai propri utenti di individuare gratuitamente i luoghi sicuri e segnalare un pericolo, una violenza subita, anche a livello domestico. In Francia sono già oltre seimila di luoghi sicuri creati in questo modo, mentre a Parigi, attualmente, ve se sono più di trecento. Una iniziativa simile si sta sviluppando anche in Italia, a cura dell'associazione DonnexStrada che si prefigge l'obiettivo di migliorare la sicurezza delle donne in strada.

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Videochiamate mentre si torna a casa - L'associazione ha lanciato con successo la start-up 'Viola walk home', un servizio di videochiamate operativo 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, che permette a coloro che tornano a casa da sole di sentirsi in compagnia grazie al supporto dei volontari. L'associazione sta lavorando anche al progetto 'Punti Viola', ossia una rete solidale di attività commerciali, farmacie, bar o ristoranti, che possano trasformarsi in presidi territoriali anti violenza. Coloro che vi lavorano avranno il compito di agire materialmente per porre la vittima di violenza in una situazione sicura, dandole rifugio e assistenza e attivando, quanto prima, le forze dell'ordine o il presidio medico più vicino. Come è possibile leggere nella pagina web di DonnexStrada, nel 2023 l'associazione ha attivato duecento Punti Viola e l'obiettivo è di formarne altri quattrocento entro il 2024.

Londra e il pericolo della Central line - Quello delle aggressioni nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane, come detto, è un fenomeno in crescita. A Londra, negli ultimi anni, vi è stato un aumento delle denunce per violenza del 42%, in parte dovuto anche al lavoro di sensibilizzazione al problema fatto nei confronti della cittadinanza che ha spinto sempre più donne a denunciare le aggressioni subite. Il tratto di metropolitana più pericolosa è risultato essere la Central Line che attraversa la capitale inglese.

A Berlino, donne mai da sole - Anche a Berlino, dove le aggressioni sessuali sono aumentate in maniera esponenziale negli ultimi cinque anni, la polizia sconsiglia alle donne di andare in giro da sole dalle 19 alle 6 di mattina per ridurre il pericolo di aggressioni, di evitare le stazioni della metropolitana nelle ore notturne dato che, pur in presenza di telecamere, risultano spesso sprovviste di personale di servizio, e i sottopassaggi che, in alcuni casi, possono essere lunghi anche duecento metri e che possono rivelarsi molto pericolosi nel caso si vada in giro da sole.

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A New York boom di stupri in metro - Le cose non vanno meglio nella Grande Mela dove, dal marzo 2020, si è verificato un drammatico aumento di episodi di violenza e criminalità. Secondo quanto riferito dal New York Post, solo nell'agosto dello scorso anno si sono avute ottantotto aggressioni a danno di passeggeri della metropolitana, il 5% in più rispetto al 2019, nonostante i viaggiatori siano diminuiti del 42% rispetto agli anni precedenti. Ciò significa, come spiegato dal quotidiano newyorchese, che ogni passeggero ha affrontato il rischio di essere vittima di un crimine violento più alto dell'82% rispetto a ciò che accadeva due anni prima.

Le vittime della metropolitana - Se è vero che le vittime preferite siano le donne, in particolar modo appartenenti a minoranze etniche, come Claudine Roberts, Than Than Htwe e Michelle Go tutte uccise in metropolitana negli ultimi due anni, non mancano le aggressioni violente anche a danno di ragazzi molto giovani o uomini inermi, come i senzatetto. Jayjon Burnett, di cui avevamo scritto nell'ottobre dello scorso anno, è stato ucciso giovanissimo con un colpo di pistola partito in seguito al litigio scoppiato tra due gruppi rivali sulla linea che da Manhattan porta al Queens. Burnett è stata la quarta persona, nel giro di tre settimane, a essere uccisa nella metropolitana di New York a seguito di un aggressione. Tommy Bailey, un operaio di quarantatré anni, era stato accoltellato dopo aver redarguito un uomo che stava offendendo un poliziotto, mentre Charles More è morto, sempre accoltellato, sulla banchina della stazione del Bronx. Nonostante la promessa del sindaco della metropoli di aumentare la videosorveglianza le persone hanno paura di mettersi in viaggio, e vivono con apprensione l'idea di dover prendere un mezzo di trasporto pubblico.

AFP

Vagoni per sole donne - Con riguardo, invece, alla specifica problematica delle violenze perpetuate a danno delle viaggiatrici, in diversi Paesi del mondo sono state predisposte dei vagoni destinati unicamente alle donne. Dopo che nel 2004, a seguito di un sondaggio, era emerso che il 66% delle intervistate aveva subito una qualche forma di abuso o violenza sui mezzi di trasporto pubblico, il governo giapponese ha deciso di adottare questa soluzione nonostante una iniziale riluttanza per paura che un servizio simile potesse compromettere, specialmente nell'ora di punta, la proverbiale puntualità dei mezzi di trasporto nipponici. Vagoni interdetti al pubblico maschile sono stati altresì adottati in India, fin dal 2007, unitamente ai Ladies Special, ossia intere linee ferroviarie dedicate solo alle donne che collegano New Delhi, Calcutta, Mumbai e Chennai. Vagoni per sole donne esistono anche in Brasile, Egitto, Thailandia e Malesia anche se sono ancora in tanti a chiedersi se possano definirsi una efficace soluzione contro la violenza di genere sui mezzi di trasporto. Nei Paesi dove questa soluzione è stata adottata, infatti, la diminuzione delle violenze a danno delle viaggiatrici è stata di gran lunga inferiore alle aspettative e sono molte le persone che li considerano discriminatori nei confronti delle donne stesse. 


Appendice 1

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AFPLa metro di Parigi

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