Storie d'amore o di abusi? Quando la maestra seduce l'allievo

«Da Maggio a Dicembre»: così vengono chiamate nei Paesi anglosassoni le coppie caratterizzate da una grande differenza d'età. Quelle coppie, cioè, che sono composte da una persona nel fiore degli anni, il mese di maggio appunto, e un'altra che si avvia verso il dicembre della propria vita. “May December“ è anche il titolo di un film, uscito da poco nelle sale cinematografiche italiane, che racconta la scandalosa storia d'amore tra una donna matura e il suo giovane marito, conosciuto quando lei aveva 36 anni e lui 13 anni.

Il riferimento che non soddisfa - Il riferimento, neanche tanto velato, è alla nota vicenda di Mary Kay Letourneau e Vili Fualaau, rispettivamente di 34 e 13 anni al momento del loro incontro, avvenuto nel liceo dove lei insegnava e lui era il suo alunno. La storia tormentata tra la professoressa e il ragazzino di origine samoana tenne banco per anni, e i giornali scandalistici seguirono tutta la vicenda giudiziaria che vide la Letourneau condannata a sette anni di reclusione per violenza sessuale.

Quella tra i due protagonisti della vicenda, però, non fu una semplice avventura, ma una storia duratura che portò alla nascita di due figlie e a un matrimonio pluridecennale. Interrogato su cosa ne pensasse del film, Vili Fualaau si è detto molto scontento di come la sua vita sia stata ricostruita. «Se mi avessero contattato - ha dichiarato l'uomo a THR - avremmo potuto lavorare insieme a un capolavoro. Invece hanno scelto di fare un'imitazione della mia storia originale. Sono offeso dell'intero progetto, e dalla mancanza di rispetto nei miei confronti, visto che ho vissuto una storia vera».

Sei anni di carcere per un amore "impossibile"- Mary Kay Letourneau nacque in California nel 1962, e dopo essersi laureata, divenne professoressa alla Shorewood Elementary School, nella cittadina di Burien, nello Stato di Washington, dove, nel 1996, intrecciò una relazione con il suo alunno tredicenne Vili Fualaau. La donna, sposata e madre di quattro figli, venne arrestata, su segnalazione del cognato, nel 1997 con l'accusa di violenza su minore e stupro. Dichiaratasi colpevole, venne condannata a soli tre mesi di carcere a condizione che evitasse qualsiasi contatto con il giovane.

Subito dopo la sentenza la Letourneau divorziò dal primo marito, e diede alla luce la figlia avuta da Fualaau in compagnia del quale venne avvistata in auto nel 1998, dopo sole due settimane dalla sua scarcerazione. Arrestata nuovamente, e condannata a quasi otto anni di reclusione, la donna diede alla luce in carcere la sua seconda figlia e, in collaborazione con Vili, scrisse un libro dal titolo “Un solo crimine: l'amore”.

Dopo essere stata rilasciata nel 2004, Mary Kay sposò Vili l'anno successivo e rimase sposata con il ragazzo fino al 2019, anno in cui divorziarono. Nel 2020, morì per un cancro al colon ma Fualaau le rimase sempre accanto fino all'ultimo momento della sua vita. Sul fatto che si sia trattato di una vera storia d'amore, o di una sordida vicenda di adescamento di minore, le opinioni sono tutt'oggi molto contrastanti, e se la storia raccontata rappresenta un rarità per la sua durata, è pur vero che sono tantissime le storie tra insegnanti e giovani alunni che hanno fatto scandalo in questi anni.

Adescamento o vero amore? - Agli inizi degli anni Duemila, la vicenda di Debra Lafave, bellissima venticinquenne dai capelli biondi e l'espressione angelica, colpì molto l'opinione pubblica statunitense che seguì, con molto coinvolgimento, la storia proibita tra la bella professoressa e un quattordicenne. La frequentazione tra i due nacque tra i banchi della Greco Middle School di Temple Terrace, in Florida, dove lei insegnava letteratura e lui era il suo giovane alunno.

La relazione venne interrotta dalla denuncia dei familiari del giovane che, dopo averlo visto in compagnia di una donna «procace e vestita in maniera appariscente», misero alle strette il ragazzo che confessò di aver avuto degli incontri di natura sessuale con la sua insegnante. Dichiaratasi colpevole di violenza sessuale, Lafave venne condannata a tre anni di arresti domiciliari e sette anni di libertà vigilata perché, come dissero i suoi avvocati difensori, «incarcerare Debbie in un penitenziario femminile sarebbe come mettere un pezzo di carne fresca in una gabbia di leoni».

La donna ha sempre sostenuto di aver agito in un momento di grande difficoltà personale, a causa del fallimento del proprio matrimonio con il marito Kristian Owen Lafave, e la difficoltà di svolgere un lavoro mal retribuito e per niente stimolante. «Non ero in grado di distinguere tra cose giuste e sbagliate» dichiarò Debra durante il suo processo, attirando le simpatie di una grossa fetta di pubblico.

I diversi casi negli Stati Uniti e Gran Bretagna - Negli Stati Uniti, i casi di insegnanti che hanno avuto rapporti sessuali con i propri alunni sono numerosi e vanno da Pamela Rogers Turner, un'insegnante di educazione fisica a McMinville, nel Tennessee, condannata per violenza sessuale su di un alunno di tredici anni, ai quali continuò a mandare foto e video espliciti anche mentre era in regime di libertà vigilata, a Stephanie Ragusa, ex insegnante di matematica, condannata per aver abusato di due alunni di 14 e 16 anni mentre insegnava in una scuola media di Tampa, in Florida.

In Gran Bretagna, nel 2012, fece molto scalpore la vicenda di Eppie Sprung, ventiseienne insegnante scozzese di letteratura inglese al St Joseph's Collage di Dumfries, sorpresa dalla polizia a fare sesso in macchina con un alunno diciassettenne. Dichiarata colpevole con una accusa di violazione di fiducia dalla Dumfries Sheriff Court, la donna venne bandita dall'insegnamento e iscritta nel registro di coloro che si sono macchiati di crimini sessuali.

Sprung, intervistata di recente dall'Herald Sunday sulla vicenda, pur ribadendo la propria colpevolezza, ha ammesso che «la punizione non è mai veramente finita» e che rinunciare all'insegnamento le è pesato molto perché «era la sua identità». «Ho fatto scelte realmente sbagliate - ha dichiarato la donna - la mia famiglia mi ha tenuto in vita. Tutte le persone hanno valore, e se possono aggrapparsi a questa certezza possono aggrapparsi alla vita».

Una ossessione pericolosa - Lo scorso anno, invece, è stata condannata in via definitiva a sei anni di carcere, per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, una infermiera di Prato, in Italia. Nel 2017, la donna, all'epoca trentenne e madre di un bambino di undici anni, intrecciò una relazione di natura sessuale con un quattordicenne, figlio di amici di famiglia, a cui dava ripetizioni private d'inglese, rimanendo incinta.

Il bambino, la cui paternità era stata inizialmente attribuita al marito della donna, è stato comunque affidato a quest'ultimo che ha dichiarato di considerarlo a tutti gli effetti come suo. Durante il processo sono stati resi pubblici i numerosi messaggi infuocati che l'insegnante aveva inviato al giovane alunno, da lei definito «come la mia malattia», nei quali gli proponeva esplicitamente di fare sesso con lei. Una specie di ossessione che spinse la donna a minacciare di togliersi la vita nel caso in cui il ragazzo, che manifestava tutto il suo disagio per la situazione creatasi, avesse deciso di troncare la relazione.

Tra trauma e una maggiore consapevolezza dei rischi - Molto spesso, nel raccontare queste storie, prevale il lato pruriginoso della vicenda, e ci si dimentica che dietro il mero fatto di cronaca ci sono comunque persone che, nel bene o nel male, dovranno fare i conti con quanto successo per tutta la loro vita. Troppo poco, infatti, si parla dei minori coinvolti in queste storie che, anche solo per la giovane età, si trovano a dover fare i conti con un'esperienza che, a detta di molti di loro, si può rivelare traumatizzante.

Anche in caso di un presunto loro consenso, infatti, dovrebbe essere l'adulto coinvolto in queste relazioni a dimostrare un maggior senso del controllo e di capacità di valutare l'opportunità di dare corso a questo tipo di storie. Come sempre accade, però, è sbagliato generalizzare a priori, e ridurre tutto a un banale schema "predatrice-vittima". Come detto da Vili Fualaau, infatti, le vicende reali sono molto più complesse di come le si voglia raccontare.

La coppia che resiste - Cosa dire, infatti, della coppia Emmanuel Macron e Brigitte Marie-Claude Trogneux, sposati da quasi vent'anni, e conosciutisi sui banchi di scuola, quando lei era insegnate nella stessa scuola frequentata da lui? Il Presidente francese, infatti, conobbe sua moglie al liceo Providence di Amiens, nel nord della Francia, quando lui era un alunno sedicenne e lei una quarantenne insegnante di francese, sposata e madre di tre figli, di cui uno compagno di classe dello stesso Macron.

Si incontrarono a un corso di teatro e intrecciarono una relazione che, quando divenne di dominio pubblico, suscitò notevole scandalo tanto che i genitori del futuro presidente lo mandarono a studiare a Parigi per allontanarlo da quella situazione. Eppure, a dispetto dei ventiquattro anni di differenza, la coppia presidenziale si mostra ancora molto salda e unita andando a smentire coloro che avevano mal giudicato la nascita della loro storia d'amore.