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Non è tutto oro quel che luccica ad Ibiza

Una drammatica realtà nascosta di numerose condizioni disagiate per molti abitanti a causa del caro affitti.
Una drammatica realtà nascosta di numerose condizioni disagiate per molti abitanti a causa del caro affitti.

Dici Ibiza e pensi all'estate, al divertimento, al mare e ai famosi locali notturni. Da oltre cinquant'anni, questa isola delle Baleari rappresenta una delle mete più ambite dai vacanzieri di tutto il mondo, attirati dalle bellezze naturali e dalla movida notturna. I turisti che si sono riversati sull'isola, nel 2023, sono stati quasi quattro milioni, a fronte di una popolazione locale di soli centosessanta mila abitanti.

Capita spesso di pensare con invidia agli ibizenchi che hanno la possibilità di godere di quest'isola tutto l'anno, e immaginarli a vivere una vita simile a un'eterna vacanza. La realtà, invece, è molto diversa, e la notorietà dell'isola ha anche aspetti negativi che si ripercuotono nell'esistenza dei propri abitanti.

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La drammatica realtà nascosta - È di qualche giorno fa, il reportage della Bbc che fotografa una realtà ai più sconosciuta: le condizioni disagiate in cui si trovano a vivere molti abitanti del posto a causa del problema del caro affitti, dovuto all'indotto turistico di Ibiza. Nell'articolo in questione viene raccontata la storia di César Nebrera, un giovane chef, costretto a vivere nella propria berlina verde Kia, parcheggiata all'ombra di un carrubo appena fuori la strada principale della capitale Ibiza.

A causa degli affitti esorbitanti, il giovane vive in auto da tre anni, non potendosi permettere neanche un piccolo appartamento per conto proprio. «A Ibiza l'alloggio è molto costoso - racconta Nebrera - e la situazione sta peggiorando sempre di più. Il costo dell'affitto è di molto superiore a quello che una persona guadagna, quindi vivere così è un'alternativa. È meno comodo, ma mi permette di continuare a stare sull'isola».

Di sicuro, vivere per tanto tempo in un'auto ti priva delle più basilari comodità "come essere in grado di alzarsi a casa propria, poter cucinare o anche aprire un cassetto e tirare fuori dei calzini", ma, per un numero crescente di persone rimane l'unica alternativa valida per continuare ad abitare e lavorare ad Ibiza.

C'è lavoro, ma dove alloggiamo? - A dover fare questa scelta estrema non sono solo, come si potrebbe pensare, dei lavoratori precari, ma persone con una occupazione stabile e perfettamente integrate nella società, costrette però a vivere in tende o alloggi di fortuna condivisi con chi si trova nelle stesse difficoltà. Isabel Maria Pérez, di cui si parla nell'articolo della Bbc, è una cassiera, originaria della regione centrale spagnola di Castilla La Mancha, costretta a lasciare il proprio appartamento a causa dell'affitto sempre più caro.

Rifugiatasi a casa della madre del fidanzato, Isabel ha confidato che sta valutando l'idea di tornare sulla terraferma unicamente a causa del problema degli alloggi. «Il problema in altre parti della Spagna è che non c'è molto lavoro - ha dichiarato la donna - mentre qui c'è tutto il lavoro che potresti desiderare, ma non c'è un posto dove vivere».

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Le prime baraccopoli sull'isola - Ad Ibiza la percentuale di disoccupazione di aggira intorno al 5%, mentre a Madrid si assesta intorno all'8%, e a Siviglia al 19%. Una così massiccia presenza di turisti garantisce una costante richiesta di persone da impiegare nel settore turistico, e ciò rappresenta una fonte di guadagno per le persone del luogo, ma anche per i tanti lavoratori stagionali provenienti dall'estero. Tutte le categorie di lavoratori, però, si trovano ad affrontare il problema della ricerca di un alloggio, con conseguenze spesso drammatiche.

Lo scorso anno l'Igc, un organo rappresentativo delle forze di polizia della guardia civile, ha riportato il fatto che "tre o quattro dei suoi agenti fossero costretti a vivere in auto sull'isola". «Un sacco di persone finiscono in condizioni piuttosto miserabili e stiamo iniziando a vedere baraccopoli in tutta l'isola» ha dichiarato Daniel Granada, portavoce de Inquilinas de Ibiza Y Formentera, un'organizzazione che rappresenta gli inquilini ibizenchi per i quali, vivere in questo tipo di alloggi, sta diventando sempre più la norma.

Se il costo degli affitti nelle isole Baleari è cresciuto del 18% solo nell'ultimo anno, a fronte di un aumento medio nazionale del 12%, a Ibiza è invece cresciuto del 40-50%. In media, una camera singola costa dai settecento ai mille euro, mentre, per un modesto appartamento, si può arrivare a pagare anche un affitto di quasi duemila euro.

Le cause delle difficoltà di reperire alloggi - Come spiegato sul quotidiano La Repubblica, le cause del verificarsi di questo fenomeno sono sostanzialmente di due tipi: da una parte, vi sono i proprietari di case che, spinti dalla costante richiesta di alloggi nel periodo turistico, contravvengono alla legge che vieta gli affitti brevi, il minimo sarebbero sei mesi, mettendo sul mercato le proprietà di cui dispongono per periodi di tempo molto limitati e a prezzi esorbitanti.

Il secondo motivo per cui si è venuta a creare questa situazione è da ravvisarsi nella scelta, da parte del governo regionale delle Isole Baleari, di non attuare la legge sull'edilizia abitativa, approvata dal governo centrale, volta a contenere gli affitti nelle zone più turistiche del Paese. Entrambe le parti in causa si accusano a vicenda senza, di fatto, arrivare a una soluzione del problema.

I proprietari di immobili non hanno infatti intenzione di rinunciare ai lauti guadagni che garantiscono gli affitti degli alloggi ai turisti per periodi brevi, sfidando anche la salate multe che vengono comminate nel caso di ravvisino attività illegali nel settore turistico. Sono molto frequenti, infatti, i casi di persone che affittano degli alloggi per le vacanze senza averne la licenza e, come visto, per periodi molto più brevi rispetto a quanto stabilito per legge.

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Gravi ripercussioni anche sul mercato del lavoro - Il problema legato alla difficoltà di reperire alloggi alla portata degli stipendi degli abitanti locali, sta avendo gravi ripercussioni anche sul mercato del lavoro. Se infatti, come visto, ad Ibiza il tasso di disoccupazione è molto basso e abbondano le offerte lavorative, la mancanza di una casa sta spingendo tanti lavoratori a valutare la possibilità di lasciare l'isola e andare a vivere in qualche altra città spagnola.

Il paradosso di poter trovare con facilità un lavoro, ma di dover vivere nella propria automobile a causa degli affitti delle case troppo elevati, rischia di compromettere anche il settore turistico che si troverebbe privato di un gran numero di lavoratori.

Dal vivere in furgone, in ospedale o senza dimora fissa con l'aereo - Il drammatico problema degli alloggi ad Ibiza non è una novità, e già nel 2017 l'agenzia France-Presse aveva denunciato questo stato di cose, sottolineando come «dietro il mare, il sole, i balli e gli yacht si nasconde un serio problema di sovraffollamento turistico che sta impedendo a molti locali di trovare alloggi a prezzi accessibili».

Nel suo articolo, l'agenzia di stampa francese raccontava la storia esemplificativa del quarantasettenne argentino Gabriel Alberto Andrade, trasferitosi a vivere ad Ibiza nel 2000, che, da tempo, era costretto a vivere nel proprio furgone, e a cucinarsi i pasti in un fornellino a gas, non avendo una stanza dove stare. «Un tempo - racconta l'uomo - con quattrocento euro avresti potuto affittare una casa di campagna, ora non ti basta neanche per condividere una stanze».

Javier Segura, un giovane microbiologo, è stato costretto a vivere in un piano dell'ospedale Can Misses Hospital, adibito ad alloggio per lavoratori temporanei, dopo una ricerca infruttuosa di un appartamento alla sua portata. «Alcune offerte - ha raccontato Segura - erano davvero costose, oltre tremila euro. E le offerte a prezzi accessibili, tra i mille e i duemila euro sono state tutte prese».

Questo è quanto accadeva nel 2017, e sappiamo che, da allora, le cose sono ulteriormente peggiorate, arrivando a situazioni estreme come quella di Xisca, intervistata dall'emittente spagnola Antena 3, che, priva di un alloggio, trova più conveniente prendere l'aereo per andare a lavorare ogni giorno sull'isola. In questo modo, paga quattrocento euro al mese invece che i quasi mille euro richiesti per una stanza.

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Bisogna restaurare un più equo mercato immobiliare - «Chiunque viva qui continua a dire la stessa cosa: qualcosa deve cambiare perché i prezzi continuano a salire» ha detto alla Bbc George McBlain, direttore della nota discoteca O Beach, che impiega lavoratori stagionali provenienti dalla Spagna e dall'estero. «Gli stipendi sono un po' aumentati - dice McBlain - ma gli affitti sono raddoppiati nel giro di un anno. Se si continuerà così, si vedrà ciò che sta già accadendo: che i lavoratori che vengono sull'isola andranno altrove».

Dietro l'apparenza idilliaca, Ibiza cela diversi problemi sociali, come quello preso in esame fino a ora. Per tentare di risolvere il problema degli alloggi, sarebbe necessario che il governo locale, e i proprietari di immobili, collaborassero per restaurare un più equo mercato immobiliare. In ballo, però, ci sono molti soldi, ed è cosa nota che, davanti al guadagno, troppo spesso si è propensi a chiudere un occhio davanti alle ingiustizie e iniquità, nascoste ad arte dietro la facciata di qualche locale di lusso.


Appendice 1

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