Il fenomeno della sextortion raggiunge nuove e preoccupanti vette e le vittime sono sempre più giovani
«Non importa quanto ti possa sentire terrorizzato, questo passerà e tutto può essere risolto. Per favore, non fare come Murray. Niente vale la perdita della propria vita. Niente». Questo accorato appello è stato lanciato alla BBC da Ros Dowey, madre di Murray, un sedicenne scozzese che si è tolto la vita in quanto vittima di estorsioni sessuali online. Come raccontato dai genitori al Guardian «ci sono volute settimane per cercare di capire cosa ci fossimo persi di quel ragazzo felice che, dopo essere andato a letto in camera sua, ha deciso di uccidersi. Nessuno ha mai espresso qualche preoccupazione per la sua salute mentale».
Si inizia con il ricatto per poi proseguire con le minacce - Murray è uno dei tanti giovani che finiscono nella rete delle estorsioni sessuali condotte online da bande di criminali che, dopo aver adescato la propria vittima con proposte sessuali, la ricatta per estorcerle grosse somme di denaro. Il sedicenne scozzese, così come ricostruito dall'attività di indagine condotta dalla polizia, aveva creduto di essere stato contattato da una ragazza alla quale aveva mandato una propria foto intima, mentre si trattava di criminali che hanno iniziato a ricattarlo, chiedendogli i dati della propria carta di credito e «minacciando di condividere la foto compromettente con tutti i suoi contatti».
La sera del 30 dicembre dello scorso anno, nella sua casa a Dunblane, vicino Stirling, Murray Dowey, dopo aver fantasticato su di una vacanza estiva a Marbella con gli amici e guardato la tv con la famiglia, ha augurato la buonanotte ai genitori e si è chiuso in camera dove è stato ritrovato, la mattina successiva, dalla madre Ros. La donna ha dichiarato a ITV che, in quel momento «tutto il nostro mondo è andato in frantumi», confessando di non riuscire a darsi pace per il panico e il terrore che il figlio deve aver vissuto senza che nessuno si rendesse conto di niente.
Una estorsione sessuale perpetrata online - Come visto, con il termine "sextortion", ossia estorsione sessuale, si intende un ricatto perpetrato online utilizzando del materiale a contenuto sessuale, foto o video, che la vittima invia al proprio contatto in quanto tratto in inganno sulla reale identità di quest'ultimo. Una volta ottenuto il materiale richiesto, l'autore di sextortion richiede alla propria vittima il versamento di ingenti somme di denaro, o l'invio di altro materiale esplicito, dietro la minaccia di rendere pubbliche e condividere online le foto o i video intimi ricevuti.
Il modo di procedere classico prevede che gli autori di sextortion falsifichino la propria identità, presentandosi come un coetaneo o coetanea dell'adolescente che si vuole agganciare, ritraendosi come una persona interessata a una relazione sessuale o amorosa, e inviando una prima immagine intima, falsa anch'essa.
Volti che nascondono delle bande criminali organizzate - Troppo spesso, infatti, dietro l'immagine ammiccante di qualche ragazza o ragazzo che si dimostra interessato a un relazione, si nascondono delle vere e proprie bande criminali organizzate, alcune con base nell'Africa occidentale o nel sud-est asiatico, che costringono le persone adescate con l'inganno a versare somme di denaro sempre più alte per evitare che le proprie immagini intime vengano pubblicate online.
Il potere di queste bande risiede nel ricattare persone giovanissime che, nella maggior parte dei casi, hanno difficoltà a chiedere aiuto agli adulti di riferimento perché troppo spaventati e angosciati da quanto sta loro succedendo. Come spesso accade, la vittima tende a colpevolizzarsi per essere caduta in una simile trappola e, complice anche la giovane età, spesso cede al ricatto procurandosi la somma di denaro richiesta, anche con metodi illegali.
Un fenomeno in costante crescita - Le estorsioni sessuali online sono un fenomeno in costante crescita: l'Fbi ha registrato un aumento dei casi di sextortion dieci volte superiore rispetto a quelli registrati dal 2021 in poi, e una ventina di decessi correlati. Secondo il National Center for Missing and Exploited Children degli Stati Uniti, tra il 2022 e il 2023 il numero di casi segnalati in tutto il mondo è passato da 10.731 a 26.718, e il National Crime Agency, Nca, britannico ha da poco lanciato un allarme “senza precedenti” sull'aumento dei casi tra gli adolescenti.
Come riferito dalla Bbc, secondo l'Nca, il sextortion colpisce tutte le fasce d'età e tutti i generi ma le vittime di sesso maschile, di età compresa tra i 14 e i 18 anni, costituiscono la maggioranza dei casi, tanto che nel 2023 il 91% dei casi trattati dalla Internet Watch Foundation riguardavano giovani vittime di sesso maschile.
Ucciso tramite Instagram - Ragazzi giovanissimi che si trovano presi in trappola senza riuscire a chiedere aiuto, così come capitato a Jordan DeMay, un diciassettenne del Michigan, che si è tolto la vita sparandosi dopo essere stato vittima di un'estorsione sessuale condotta da una banda criminale con base in Nigeria. «Qualcuno è entrato nella sua camera alle tre del mattino e lo ha ucciso tramite Instagram - ha dichiarato a East Idaho News il padre John DeMay - mentre stavamo tutti dormendo e non abbiamo avuto alcuna possibilità di salvarlo».
Per la morte di Jordan sono stati arrestati, nel giugno dello scorso anno, alcuni uomini nigeriani che dopo aver presumibilmente hackerato i profili social di Jordan, e di altri cento adolescenti, lo hanno ricattato con la minaccia di diffondere il materiale esplicito inviato dal ragazzo. Nell'aprile di quest'anno, i fratelli Samuel e Samson Ogoshi, estradati negli Stati Uniti per venir processati per la morte di Jordan DeMay, si sono dichiarati colpevoli dell'accusa di sfruttamento sessuale di minori, oltre che di distribuzione di pornografia infantile e stalking.
I protocolli per queste circostanze - Visto l'allarmante aumento dei casi di sextortion, gli organi di polizia e le associazioni che si occupano di protezione all'infanzia stanno diffondendo dei protocolli sul comportamento da adottare nel caso ci si trovi in una situazione simile. Per prima cosa è molto importante interrompere subito lo scambio di messaggi con l'autore del ricatto e non pagare niente di quanto richiesto.
È di primaria importanza, poi, non cancellare nessuna chat o scambio di messaggi relativo al tentativo di estorsione per potersi rivolgere alle competenti autorità giudiziarie muniti di prove attestanti quanto accaduto. Si fa inoltre raccomandazione ai genitori, o agli adulti di riferimento, di non avere un atteggiamento giudicante e di stare ad ascoltare pazientemente il minore vittima di raggiro.
Il tempismo è la chiave in questi reati - Troppo spesso, infatti, la vittima è tentata di compiere dei gesti estremi per lo stigma che accompagna tale tipo di reato, nel quale la persona ricattata viene giudicata colpevole di essersi messa in una situazione imbarazzante e pericolosa. Come spiegato a Fanpage dalla Maggiore Mariantonia Secconi, Comandante della Sezione Atti Persecutori, è importante denunciare subito quanto accaduto. «Il tempismo - ha spiegato la Secconi - è importante per fronteggiare reati, in particolare quelli informatici, per fermare l'autore che con ogni probabilità è seriale. E poi è meglio bloccare subito una fotografia o un video che circola in chat, piuttosto che rincorrerlo quando diventa virale».
Ricattate sessualmente oltre 350 ragazze - Criminali seriali, appunto, come Lucas Chansler che, tra il 2007 e il 2010, ha ricattato sessualmente oltre trecentocinquanta ragazze, di età compresa tra i tredici e i diciotto anni, di ventisei Stati diversi. L'uomo, che aveva aperto più di cento profili social diversi, si è dichiarato colpevole di nove capi d'accusa, tra cui sfruttamento sessuale di minori, e condannato a oltre centocinque anni di prigione.
L'FBI è riuscito a identificare un centinaio di vittime di Chansler le quali hanno raccontato di essere state contattate dall'uomo quando erano ancora adolescenti e costrette a posare per foto e video in cui comparivano nude. Molte di loro hanno anche tentato più volte il suicidio prima di essere aiutate a elaborare quanto successo.
Una schiavitù dal quale si può uscire - Ashley Raynolds, ricattata da Chansler quando era appena quattordicenne, ha raccontato di essersi sentita come una schiava, costretta a fare tutto ciò che il ricattatore le chiedeva nella speranza di essere lasciata in pace. «Non ho mai voluto fare quanto mi chiedeva - ha raccontato la Reynolds - ma volevo sentirmi nuovamente libera. Ho pensato che l'unico modo fosse di fare bene ciò che mi costringeva a fare, ma niente era mai giusto per lui».
I racconti di chi è riuscito a liberarsi dalla schiavitù imposta loro dal ricattatore sessuale devono essere d'esempio per chi, stretto dalla morsa della disperazione, crede non ci siano soluzioni a un reato tanto odioso e arriva a considerare il suicidio come unico mezzo per liberarsi del proprio ricattatore.