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Il lato oscuro del K-pop: minacce di morte e abusi sessuali

Giornaliste minacciate di morte, con campagne d'odio nei loro confronti per aver denunciato abusi sessuali nel genere musicale sudcoreano.
Giornaliste minacciate di morte, con campagne d'odio nei loro confronti per aver denunciato abusi sessuali nel genere musicale sudcoreano.

Fare il giornalista richiede una bella fetta di coraggio. Indagare e scrivere su determinate notizie significa, molto spesso, esporsi al rischio di non vivere più serenamente la propria esistenza. Si può diventare bersaglio di insulti, minacce e, nei casi più gravi e non così rari, perdere persino la vita. Ne sono un esempio i giornalisti che, per amore di verità, sono andati contro i poteri forti del proprio Paese e ne sono rimasti schiacciati. Ogni nazione ha i suoi problemi, e le notizie spinose che li riguardano possono cambiare di molto a seconda della realtà politica e sociale che ci si trova a vivere. Può quindi far sorridere che, in Corea del Sud, si possa essere minacciati di morte per aver svolto una inchiesta giornalistica sul K-pop, un genere musicale molto in voga a livello internazionale, ma quanto successo a Park Hyo-sil e Kang Kyung-yoon è ben lungi dall'avere una ben che minima nota comica.

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Un documentario di denuncia - La vicenda delle due giornaliste sudcoreane è diventato oggetto di un avvincente documentario della Bbc, intitolato "Burning sun", trasmesso su Bbc iPlayer nel Regno Unito, oltre che sul canale YouTube dell'emittente britannica, in attesa di diventare, il prossimo giugno, una serie televisiva del canale televisivo Bbc News. Il documentario racconta del calvario vissuto dalle due giornaliste dopo aver denunciato i molti lati oscuri che caratterizzano un mondo che, in Corea del Sud, non si limita a sfornare cantanti, ma veri e propri idoli, venerati dai più giovani, e osannati dal governo locale come macchina sforna soldi per il Pil nazionale.

Una celebrità televisiva accusata di "molka" - Il documentario della Bbc inizia a raccontare la vicenda dal settembre 2016, quando la giornalista Park Hyo-sil ricevette una telefonata dal suo editore che le diceva di aver saputo, da una fonte confidenziale, «di un grosso caso oggetto di indagine che coinvolgeva Jung Joon-young», un teen idol appartenente alla band dei Drug Restaurant, oltre che una celebrità della televisione amata da milioni di persone. Il giovane era stato accusato dalla ex fidanzata di aver registrato, senza alcun consenso, i loro incontri sessuali. Si tratta di un reato molto grave noto, in Corea del Sud, con la denominazione "molka" le cui vittime sono solitamente donne riprese, a propria insaputa, negli spogliatoi di qualche grande magazzino o nei bagni pubblici dei locali o, come visto, durante degli incontri intimi con il proprio partner.

IMAGOIl cantante Jung Joon-Young parla con i giornalisti per l'accusa di aver registrato, senza il loro consenso, incontri sessuali con diverse donne.

Uno scoop virale che ha portato all'arresto del cantante - Lo scoop pubblicato da Park divenne virale in pochissimo tempo, tanto da indurre lo staff del cantante a intraprendere una campagna diffamatoria nei confronti degli organi giudiziari e di stampa, grazie anche al supporto dei propri fan che accusarono la vittima di aver mentito e la polizia di voler perseguitare il giovane. A seguito di una vasta opera d'indagine venne accertato che il cantante, dal 2015 al 2016, aveva filmato segretamente i propri incontri sessuali con almeno dieci donne, condividendo i video in diverse chat. Nel 2019, il cantante, ritiratosi dall'industria musicale, venne poi arrestato, insieme all'ex cantante dei FT Island Choi Jong Hoon, per aver partecipato a uno stupro di gruppo nel marzo del 2016, e aver condiviso file audio e foto della violenza in una chat tra amici. Condannato a sei anni di carcere, e a un programma di rieducazione obbligatoria, il cantante è stato condannato anche per aver filmato senza alcun consenso almeno una decina di donne.

Dopo la pubblicazione, minacce di morte - La giornalista Park racconta nel documentario della Bbc che, dopo la pubblicazione del suo articolo su Jung Joon-young, molte persone iniziarono a telefonare al giornale per cui lavorava, minacciando di dar fuoco all'edificio se non fosse stata immediatamente licenziata. Paradossalmente la colpa di Park era stata quella di aver messo a nudo le violenze e gli abusi di cui il K-pop è infarcito, diventando, nonostante la poi accertata colpevolezza del cantante, vittima a sua volta dell'odio dei tanti sostenitori del giovane. «Mi minacciavano di morte - racconta la giornalista di Seul - e mio marito era incredibilmente preoccupato. Mi ha consigliato di non andare in ufficio e non uscire di casa perché poteva essere veramente pericoloso per la mia vita».

IMAGOUn esempio di fan che sostengono il proprio idolo, in questo caso Park Yu-chun, il quale aveva violentato quattro donne che lavoravano nei bar.

Senza figli a causa dello stress e la paura vissuta - Con il passare del tempo, la campagna d'odio invece che smorzarsi è andata rafforzandosi, e la giornalista ha iniziato a ricevere centinaia di telefonate minatorie, oltre numerosissime immagini oscene. «Ero incinta e sotto shock. Ero così mentalmente distrutta che anche uscire di casa è stato difficile. Dopo di che ho avuto due aborti e ora sono senza figli», racconta Park Hyo-sil che ritiene che la causa delle proprie interruzioni di gravidanza debba essere imputato alla paura e lo stress vissuto in quel periodo.

Un passaggio di testimone per proseguire nell'indagine - In una sorta di virtuale passaggio del testimone, il lavoro svolto da Park Hyo-sil è stato poi raccolto da Kang Kyung-yoon, una giornalista della Sbs, una delle più grandi emittenti televisive sudcoreane, che, nel 2019, aveva a sua volta iniziato a investigare sui molti lati oscuri delle star del K-pop. Tramite un informatore anonimo la giornalista televisiva era riuscita a entrare in possesso del contenuto del cellulare di Jung che, all'epoca della prima indagine a suo carico non lo aveva consegnato alla polizia ma affidato a una società forense privata che ne ha copiato i dati. «Il mio cuore fa ancora male» dichiara Kang nel momento in cui racconta alla Bbc delle immagini sessualmente esplicite che ha dovuto visionare per la sua inchiesta giornalistica.

IMAGOSeungri, un membro della boy band K-po BIGBANG, arriva all'agenzia di polizia di Seoul con l'accusa di aver favorito diversi incontri sessuali per potenziali investitori in una discoteca.

Incontri sessuali e abusi commessi da diversi personaggi famosi - In una chat, di cui facevano parte anche altre celebrità del K-pop, venivano condivisi video di incontri sessuali e di donne che venivano abusate mentre si trovavano in stato di incoscienza. In uno scambio di messaggi, Jung definiva «la notte più divertente della sua vita» quella in cui una donna era caduta, sbattendo violentemente la testa, mentre veniva sessualmente abusata in stato di incoscienza. Kang Kyung-yoon, convinta che il gruppo avesse anche la protezione di un membro molto influente della polizia locale, diede quindi avvio a una inchiesta giornalistica che ha portato a denunciare pubblicamente i reati sessuali commessi da Jung, e da altri personaggi famosi del calibro di Choi e Seungri.

Anche qui a farne le spese è il giornalista - A differenza di quanto accaduto nel 2016, tre anni dopo la polizia provvedette tempestivamente ad arrestare Jung che, come visto, venne poi condannato a sei anni di reclusione. Anche in questo caso, però, a fare le spese del proprio coraggioso lavoro giornalistico fu Kang Kyung-yoon, oggetto di minacce e insulti «troppo scioccanti per essere riferiti», rivolti anche al bambino che in quel periodo aspettava. «Era la prima volta in quasi cinque anni di matrimonio che riuscivo a rimane incinta, quindi ero così spaventata che mi potesse succedere qualcosa. Il mio cuore era incredibilmente solo ed esausto».

IMAGODiversi membri del sindacato della confederazione sudcoreana dei lavoratori si sono riuniti in attesa della promessa di rafforzare le leggi contro le aggressioni sessuali.

Un cambiamento nei paradigmi della società - Nonostante il periodo doloroso vissuto dalle due giornaliste per il lavoro d'inchiesta svolto, le stesse sono convinte di aver innescato un piccolo cambiamento nella società sudcoreana, ancora dominata da un forte sessismo nei confronti delle donne. Ne è una riprova il modo in cui la fidanzata di Jung è stata insultata e perseguitata per aver denunciato le violenze a cui il cantante l'aveva sottoposta, o la campagna d'odio nei confronti delle due giornaliste che voleva ridurle ugualmente al silenzio.

Una radicata misoginia a diversi livelli - La società sudcoreana, così profondamente patriarcale, è venata da una radicata misoginia che vede le donne discriminate dal punto di vista salariale e occupazionale rispetto ai colleghi uomini. Per quanto riguarda la vita domestica, poi, la cultura coreana tradizionale tende a distinguere nettamente i ruoli di genere, imponendo alle donne di curarsi della casa e della famiglia, a discapito spesso della propria affermazione professionale. Questo stato di cose si riflette anche nell'immagine che gli artisti del K-pop offrono al proprio pubblico: le ragazze sono estremamente sessualizzate e costrette ad aderire a standard estetici quasi irraggiungibili, mentre i ragazzi, ugualmente curati nel proprio look, sono costretti a rappresentare l'ideale del giovane moderno e blandamente ribelle pur aderendo ai valori tradizionali sudcoreani. È auspicabile che il documentario della Bbc possa servire per catalizzare ulteriormente l'attenzione sulla piaga della violenza di genere che, come visto, in molti Paesi al mondo viene ancora ingiustificatamente trascurata.


Appendice 1

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IMAGOIl cantante Jung Joon-Young parla con i giornalisti per l'accusa di aver registrato, senza il loro consenso, incontri sessuali con diverse donne.

IMAGOSeungri, un membro della boy band K-po BIGBANG, arriva all'agenzia di polizia di Seoul con l'accusa di aver favorito diversi incontri sessuali per potenziali investitori in una discoteca.

IMAGODiversi membri del sindacato della confederazione sudcoreana dei lavoratori si sono riuniti in attesa della promessa di rafforzare le leggi contro le aggressioni sessuali.

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