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È buono ma fa male: l'Aperol sul banco degli imputati come cancerogeno. Cosa c'è di vero?

L'aperitivo è sotto accusa riguardo il possibile effetto cancerogeno dei coloranti utilizzati per dare alla bevanda il suo colore arancione.
L'aperitivo è sotto accusa riguardo il possibile effetto cancerogeno dei coloranti utilizzati per dare alla bevanda il suo colore arancione.

Diciamo estate, e subito pensiamo alle vacanze, alle lunghe giornate assolate, all'aperitivo con gli amici. Un rito collettivo che non conosce battute d'arresto, ma che nella stagione estiva diventa quasi un appuntamento fisso, complice le belle giornate e la crescente voglia di stare fuori casa.

Quando si parla di aperitivo, da anni ormai, si parla di Aperol, il bitter italiano creato dai fratelli Luigi e Silvio Barbieri di Padova nel lontano 1919. I dati, d'altra parte parlano chiaro: nel 2023, secondo il Gambero Rosso, le vendite di questo aperitivo sono cresciute del 24%, grazie anche all'aumento del consumo di tale prodotto in Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. L'Aperol è la punta di diamante tra i prodotti del Gruppo Campari che, ha chiuso il bilancio dello scorso anno con un ricavo di 2,92 miliardi di euro, con una crescita dell'8,2% rispetto all'anno precedente.

Il New York Times stronca l'aperitivo - Lo Spritz, a base di prosecco, Aperol e seltz, è uno degli aperitivi più richiesti in assoluto nonostante, nel 2019, il New York Times lo avesse stroncato affermando che, a dispetto dell'aspetto invitante «effervescente, bello fresco e dalla tonalità arancione che rivaleggia con un tramonto mozzafiato», venisse fatto con «vino di bassa qualità, riempito di zucchero e guarnito da una fetta d'arancia fuori misura».

Critiche sui social - Ora un'altra ombra si allunga sull'aperitivo italiano e va ben oltre la mera accusa di essere più bello che buono. Sui social è infatti nata la discussione se l'Aperol possa essere cancerogeno e quindi essere seriamente dannoso per la salute di chi lo consuma abitualmente. In un recente articolo pubblicato sul TagesAnzeiger ci si interroga su quanto siano fondate le voci che accusano i coloranti, utilizzati per dare al famoso aperitivo italiano il caratteristico colore arancione, di essere tossici e cancerogeni.

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Coloranti sotto i riflettori - Sul banco degli imputati sono finiti i coloranti artificiali, a base di petrolio, E110 e E124 che, come detto, conferiscono alla bevanda il caratteristico coloro rosso-arancione. I coloranti azoici sono considerati “molto controversi” dal Berlin Consumer Center che ritiene possano scatenare reazioni avverse nelle persone che soffrono di problemi allergologici. La paura, però, è che oltre che allergizzanti tali sostanze siano anche cancerogene.

Criteri di sicurezza - In Europa, l'uso dei coloranti alimentari è ammesso solo se vengono rispettati determinati criteri di sicurezza, tra i quali la non dannosità per la salute della sostanza utilizzata. L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, Efsa, ha fissato dei limiti stringenti per l'assunzione di questi coloranti, ravvisati in 4 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo per l'E110, e in 0,7 grammi di peso per l'E124. Tali coloranti, insieme ad altri appartenenti alla stessa categoria, possono avere una concentrazione massima di 200 milligrammi per litro.

Nello specifico, l'E124, Ponceau 4R, è un colorante azoico di sintesi utilizzato per colorare di rosso numerose bevande e prodotti alimentari, mentre l'E110, Orange Yellow S, è ugualmente un additivo alimentare di colore giallo derivato dagli idrocarburi aromatici del petrolio. Come specificato nel sito della Efsa, ogni colorante alimentare autorizzato per l'impiego nell'Unione Europea “è soggetto a una rigorosa valutazione di sicurezza” da parte dell'Efsa stessa, e la sua presenza «deve essere riportata sull'etichetta con il loro nome o il numero identificativo preceduto dalla lettere E». Un tale rigore nei controlli dovrebbe di certo tranquillizzare i consumatori anche se, come evidenziato dal Tages Anzeiger “l'approvazione si applica solo a determinate categorie di alimenti e a quantità massime limitate”.

Le sperimentazioni sui topi: si sono ammalati di tumore - Si può capire meglio la problematica legata all'utilizzo dei coloranti partendo da un esempio pratico fornito dal Berliner Consumer Center: secondo i limiti fissati dall'Efsa, un uomo del peso corporeo di settanta chilogrammi può consumare fino a 490 millilitri di Aperol al giorno ed essere perfettamente in regola con i limiti di legge. Partendo, infatti, dal presupposto che di E124 possono essercene fino a 100 milligrammi per litro, il risultato è che con poco meno di mezzo litro di Aperol si assume il l'equivalente di otto bicchieri di Aperol Spritz, considerando solo i valori legati ai coloranti.

L'utilizzo dei coloranti chimici, quindi, è molto più controverso di quanto si possa pensare, anche se gli studi condotti dal Berliner Consumer Center ha riscontrato un aumento di casi di cancro nei topi in caso di assunzione di dosi massicce di E124 per periodi prolungati. Con riguardo al colorante E110, è stato riscontrato un aumento del rischio di sviluppare tumori ai reni nei topi, ma non vi sono degli studi univoci condotti sull'essere umano.

Tra divieti e limitazioni, la salute è in gioco - Nonostante ancora si discuta sulla pericolosità o meno per la salute dell'uomo dei coloranti alimentari vi sono Paesi, come gli Stati Uniti e la Norvegia, che vietano l'utilizzo dell'E124 e, in generale, si assiste ad una limitazione del loro utilizzo a quantità sempre più limitate di prodotto.

Uno studio condotto anni fa dall'Università di Sheffield evidenziava una forte correlazione tra l'utilizzo di certi additivi e coloranti alimentari e l'iperattività dei bambini. Il problema, anche in questo caso, è che, anche se di determinati coloranti ne è stato autorizzato l'utilizzo dalle autorità preposte, non vi è la certezza che essi siano totalmente inoffensivi per l'uomo. Come affermato sul Guardian dal patologo e professore di bioimaging all'Università dell'Ulster Vyvyan Howard «queste sostanze chimiche vengono testate una alla volta e dichiarate sicure una alla volta, ma siamo esposti ad una miscela di sostanze chimiche. Il loro effetto combinato potrebbe essere superiore all'aggiungere semplicemente due o tre sostanze chimiche separate».

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Un approccio con l'alcol da evitare il più possibile - Alla luce di quanto detto dagli esperti, bisognerebbe quindi cambiare il proprio punto di vista nell'analizzare tale problema, non limitandosi a considerare la solo pericolosità dei coloranti utilizzati in un determinato cibo o bevanda ma ampliando l'analisi alla dannosità o meno dell'intero prodotto analizzato. Nel nostro caso, quindi, più che discutere su quanto possa far male un determinate colorante contenuto nell'Aperol andrebbe rivisto il nostro approccio all'alcol, e riflettere su quanto consumare bevande alcoliche sia di per sé molto dannoso per la salute.

Da oltre trent'anni, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, Iarc, ha classificato l'alcol come agente cancerogeno, eppure, in un sondaggio condotto lo scorso anno negli Stati Uniti un intervistato su dieci ha dichiarato che bere vino riduce il rischio di sviluppare un tumore, e più di uno su due ha confessato di non sapere se bere bevande alcoliche possa influenzare la probabilità di ammalarsi di cancro.

Alcol vuol dire cancro - A differenza di ciò che si possa pensare, il consumo di alcol non solo influisce sull'insorgenza di casi di cancro al fegato tra gli alcolisti, ma aumenta il rischio dell'insorgenza di molto altri tipi di tumore, come quello al seno, sia tra gli uomini che tra le donne, o nel cavo orale, nella faringe e nella laringe, oltre che provocare malattie circolatorie, la gotta e la cataratta. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità non esiste una quantità di alcol che non esponga al rischio di sviluppare tumori, motivo per cui il suo consumo non dovrebbe essere solo limitato ma anche evitato.

La dottoressa Federica Amati ha dichiarato sul Telegraph che «le bevande alcoliche non sono bevande salutari e bere uno o due di quei drink che ci piacciono tanto può essere visto come un approccio sano a quello che è essenzialmente un comportamento umano malsano». Che possa piacere o meno questa è la semplice verità, e bisognerebbe ricordarsene più spesso prima di ordinare un altro cocktail alcolico, a prescindere che contenga Aperol o meno.

Vi sono comportamenti socialmente accettati, ma che non possono essere definiti salutari, e il rito dell'aperitivo a base di alcolici è sicuramente uno di questi. Anche se non va demonizzato il suo consumo sporadico, rimane il fatto che tutto ciò che contenga alcol sia potenzialmente dannoso per la nostra salute, e la presenza di coloranti in esso è solo una parte del problema.


Appendice 1

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