Dalle zanzare fino ai colossali grizzly, passando per il temibile squalo. E quelli più letali non sono per forza di cose quelli più grandi.
Le vacanze estive sono quel periodo, sognato per un anno intero, in cui ci si dovrebbe riposare dalle fatiche del lavoro, recuperare le energie perse durante l'anno e, possibilmente, divertirsi. Non sempre le cose vanno come sperato, e anche se la programmazione della pausa estiva è stata meticolosa e accurata, può succedere che il risultato non sia all'altezza delle aspettative.
Una prenotazione cancellata, l'hotel dissimile alle foto della pubblicità, la cattiva compagnia o il sovraffollamento sono tra le tante cause che compromettono la buona riuscita di una vacanza, ma abbiamo mai pensato che la colpa di tale disastro possa essere imputato anche alla presenza di animali sgraditi o pericolosi?
Turisti? Meglio se consapevoli (e preparati) - Il trend mondiale è quello di considerare il viaggiare come una cosa alla portata di tutti, la cui buona riuscita è garantita, e nell'illusione che sia veramente così, la cronaca ci racconta di sprovveduti, per non dire peggio, che scalano le montagne in infradito o di persone che si spingono a provare sport estremi avendo abbandonato la propria postazione sul divano di casa da meno di ventiquattro ore. Lo stesso dicasi per l'approccio da tenersi con la flora e la fauna del posto che si va a visitare, che non sempre è disposta a modificare comportamenti e abitudini alimentari solo per non scontentare il turista di turno.
Al viaggiatore moderno, pur equipaggiato con le migliori attrezzature, manca spesso la consapevolezza e la preparazione per affrontare determinate esperienze, e questa grave lacuna può compromettere non solo l'esito delle vacanze ma mettere a repentaglio la vita stessa della persona. Tendiamo ad ignorare la vera natura degli animali selvatici o a pensare che quelli pericolosi si trovino lontani da noi ma, in molti casi, non è così ed è bene saperlo.
Se è facile, infatti, associare l'idea di pericolo al Grande squalo bianco o al leone visibile durante i tanti tour turistici, è più difficile pensare di doversi difendere da cani, gatti o ratti che, a seconda della parte del mondo in cui ci si trova, potrebbero infettarci con un loro morso o graffio. Molto spesso, anche se è la mole dell'animale a spaventarci, i pericoli peggiori per la nostra salute provengono da animali piccolissimi.
Letali da sempre, e più di quanto si pensi - Le zanzare, ad esempio, secondo una classifica riportata su Esquire sono responsabili di 725 mila morti all'anno, una cifra enorme se si pensa che il coccodrillo miete 1'000 morti all'anno e il leone appena 200. Di sicuro, la malattia più pericolosa trasmessa dalle zanzare è la malaria, un'infezione parassitaria diffusa dalle zanzare femmine del genere Anopheles e la cui diffusione ormai, non riguarda solo i Paesi dell' America Latina, Asia e Africa ma ha fatto la sua comparsa anche negli Stati Uniti e in Europa. Molto pericolosa è anche la dengue, una infezione virale trasmessa dalla zanzara tigre del genere Aedes.
Si stima che ogni anno siano circa 6 milioni le persone infettate e più di 6 mila i decessi. Se invece si ha in programma un tour nelle zone umide e tropicali del Continente africano, particolare attenzione merita la Glossina, un genere di ditteri a cui appartengono diverse specie conosciute come mosche tse-tse, responsabili della cosiddetta 'malattia del sonno'.
Questa grave infezione provoca nella persona infetta un senso di intorpidimento, accompagnato da confusione mentale e perdita della coordinazione motoria e, se non curata in tempo, può condurre alla morte. Sono migliaia le persone che tutt'oggi muoiono a causa della malattia del sonno e ancora una volta, la pericolosità è indirettamente proporzionale alla mole dell'animale interessato.
Tra i killer letali di dimensione ridotta non si può non citare le cimici Triatominae responsabili della malattia di Chagas, che danneggia in maniera grave e, a volte irreparabile, il cuore, l'apparato digerente e intestinale. Originarie dell'America Latina, tali cimici vivono e proliferano nelle crepe dei muri e nei tetti delle case fatte in terra e paglia tipiche delle zone rurali, nei fabbricati agricoli, nei pollai o nelle cucce dei cani.
Altra insospettabile, di cui si ignora solitamente la pericolosità, è una lumaca d'acqua dolce, responsabile secondo Discover Wild Life, di oltre 200mila morti all'anno. Questi gasteropodi d'acqua dolce, infatti, ospitano una grande quantità di parassiti potenzialmente mortali tra cui lo Schistosoma, responsabile della schistosomiasi, considerata all'Organizzazione Mondiale della Sanità come la seconda malattia parassitaria più devastante, dal punto di vista socioeconomico, dopo la malaria. Conosciuta anche come 'febbre della lumaca', questa malattia tropicale provoca dermatiti, tremori e febbre alta, oltre che diarrea e secrezioni ematiche.
A sangue freddo - Tra gli animali di medie dimensioni da cui bisogna tenersi lontani vi sono i serpenti, responsabili, secondo il Times, di più di 50 mila morti all'anno. Vi sono numerose specie velenose, circa seicento, diffuse in tutti i Continenti, ma la più letale di tutte si trova nell'entroterra dell'Australia centro-orientale, ma anche in Indonesia e nuova Guinea, e porta il nome di Taipan.
Questo serpente è sette volte più velenoso del serpente a sonagli e cinquanta volte più letale del cobra comune, perciò il modo più sicuro per ammirare questi animali è visitare il padiglione dedicato ai rettili dell'Australia Zoo del Queensland, gestito da Terri Irwin, vedova di Steve, noto naturalista e divulgatore scientifico celebre per le sue trasmissioni televisive sui coccodrilli. Nonostante i suoi incontri molto ravvicinati con questi grandi rettili, Irwin è morto nel 2006 a causa della puntura velenosa di una razza, nascosta nel fondale sabbioso mentre l'uomo compiva un immersione subacquea per la realizzazione di un documentario.
I coccodrilli, d'altro canto, sono responsabili della morte di un migliaio di persone all'anno, e sono considerati animali aggressivi e pericolosi. Tra questi, quello che gode della fama peggiore è il coccodrillo d'acqua salata che vive prevalentemente nelle zone salmastre dell'India, del Sud-Est asiatico e sulla costa settentrionale dell'Australia. Con un peso che può raggiungere i 200 chilogrammi, è in grado, con il suo morso, di frantumare all'istante il cranio di un bovino adulto.
Sott'acqua è lui il più pericoloso - Parlando di predatori marini un posto d'onore spetta sicuramente al Grande squalo bianco, protagonista di numerosi film al limite del genere horror in cui viene presentato come un killer spietato assetato di carne umana, nonostante gli attacchi a danno dell'uomo siano poco più di 300 all'anno, e le morti non arrivino alla decina. L'uomo, infatti, non rientra nella dieta di uno squalo che, di frequente, dopo un primo morso esplorativo abbandona la preda che corre però il rischio di morire dissanguata.
Nonostante questa rassicurazione, un incontro di questo tipo è assolutamente da scongiurare anche se gli appassionati di sport acquatici sembrano quasi mettere in conto questa eventualità. La cronaca, infatti, ci racconta di attacchi di squali bianchi a danno di surfisti che, secondo studi recenti, vengono scambiati per foche e cacciati quasi per errore.
Abbandonando il mare per la montagna, gli animali che maggiormente preoccupano per la loro mole e presunta pericolosità sono gli orsi che però, anche in questo caso, sono responsabili, in Europa, di neanche una ventina di aggressioni all'anno, molto spesso condotte da rappresentanti femmine per difendere la prole.
Il vero re della foresta - Altro discorso vale per il Grizzly, che per la sua mole gigantesca, quasi 700 chilogrammi di peso, e per i suoi artigli lunghi anche 15 centimetri, possono risultare altamente letali. In ogni caso, le regole da rispettare per evitare un incontro con un orso o uscirne in maniera incolume sono quelle di far rumore al proprio passaggio e, nel caso di avvistamento, di allontanarsi con calma e tranquillità.
Nel caso poi, l'orso decida di attaccare, è bene mettersi a terra proni e proteggersi la testa con le braccia senza mai tentare la fuga o mettere in atto comportamenti aggressivi che possono soltanto scatenare una reazione ancora più violenta da parte dell'animale.
La regola aurea del viaggiatore, quindi, è quella di aver rispetto del posto che si trova a visitare, della sua popolazione, flora e fauna, affidandosi a persone esperte e senza assumere atteggiamenti avventati o pericolosi che, in fin dei conti, servirebbero solo a mettere in serio pericolo la sua e altrui incolumità.