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Francia sotto shock per l'Abbé Pierre: tutto sul presbitero accusato di violenza sessuale

L'icona nazionale francese Abbé Pierre, fondatore dell'organizzazione benefica Emmaüs, è accusato di violenza sessuale da 24 persone.
L'icona nazionale francese Abbé Pierre, fondatore dell'organizzazione benefica Emmaüs, è accusato di violenza sessuale da 24 persone.

Quando, lo scorso luglio, sette donne hanno accusato l'Abbé Pierre, fondatore dell'organizzazione benefica Emmaüs, di violenza sessuale l'opinione pubblica francese è rimasta sconvolta. A settembre, altre diciassette persone hanno rivolto le medesime accuse nei confronti del religioso francese, causando un ulteriore scossone nelle coscienze dei cittadini d'Oltralpe. Gli episodi di violenza sarebbero accaduti a cavallo tra gli anni Cinquanta del secolo scorso e gli anni Duemila, e almeno una delle vittime era minorenne all'epoca dei fatti.

In un rapporto pubblicato dallo studio specializzato in casi di violenza Groupe Egaè, su incarico della stessa associazione Emmaüs e della Fondazione Abbé Pierre, si può leggere che «a oggi è possibile identificare almeno diciassette persone che hanno subito violenze» da parte del celeberrimo religioso, scomparso nel 2007 all'età di novantacinque anni. Nel documento, inoltre, citato dall'agenzia France Presse e dal quotidiano La Croix, si dice che sono state ricevute «il 2 settembre una cinquantina di email e una ventina di messaggi telefonici in merito ai comportamenti del prelato francese».

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Le prime rivelazioni - Già lo scorso luglio, l'organizzazione Emmaüs aveva reso noto di aver ricevuto, nel 2023, la testimonianza di una donna che raccontava di aver subito violenza sessuale da parte dell'Abbè Pierre e che, a seguito di questo incontro, di aver avviato una indagine per stabilire se fossero accaduti altri episodi simili. Tutte le organizzazioni legate al nome dell'Abbé Pierre hanno, fin da subito, lodato «il coraggio delle persone che hanno dato la loro testimonianza e che, parlando, hanno permesso di portare alla luce questi eventi. Crediamo loro, sappiamo che questi atti intollerabili hanno lasciato il segno e siamo al loro fianco».

Ad oggi, sono ufficialmente ventiquattro le persone che sono uscite allo scoperto e denunciato le violenze e le aggressioni sessuali del religioso e, anche se la loro identità non è stata rivelata per ovvi motivi di riservatezza, si è potuto apprendere che si tratti, così come dichiarato nel comunicato stampa emesso dalla stessa organizzazione, «di dipendenti e volontari delle nostre organizzazioni affiliate, oltre a giovani donne che l'Abbé Pierre conosceva nella sua cerchia personale». Come detto, lo choc seguito a tali denunce è stato di notevole portata: l'Abbé Pierre, infatti, è una vera e propria icona nazionale ed è stato, per svariati decenni, l'emblema del sacrificio cristiano che soccorre gli ultimi ed i più deboli, i poveri ed i senzatetto.

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Gli inizi - Nato nel 1912 a Lione, in una benestante famiglia di commercianti, con il nome di Henri Antoine Grouès, venne educato, fin da piccolo, all'attività di volontariato nei confronti delle persone povere e sofferenti. A sedici anni decise di entrare nell'ordine francescano dei frati minori cappuccini e nel 1931 prese i voti, dopo aver rinunciato a parte della propria cospicua eredità e aver distribuito ai più bisognosi la restante parte dei propri averi. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, venne arruolato nell'esercito francese come sottoufficiale, aiutando alcune famiglie ebree perseguitate a scappare in Svizzera o in Algeria, e prendendo parte attiva alla resistenza francese.

Nel 1949, dopo aver aver acquistato una vecchia casa abbandonata nel quartiere di Neuilly-Plaisance, a Parigi, fondò la comunità di Emmaüs, una associazione laica che inizialmente, doveva essere intesa come un luogo d'incontro e preghiera per i giovani del luogo ma che, ben presto, si trasformò in un posto dove chiunque necessitasse di assistenza materiale o spirituale veniva accolto ed aiutato. Con il tempo vennero organizzati anche molti campi di lavoro internazionali dove, una massa crescente di giovani provenienti da tutto il mondo poteva fare esperienza di vita comunitaria e sperimentarsi attivamente nell'aiutare chi si trovava in una condizione di povertà. Nel 1954, grazie alla sua capacità di mobilitare la società francese, e non solo, a sostegno dei senzatetto che morivano per assideramento a causa delle temperature invernali eccezionalmente rigide, la sua fama si accrebbe notevolmente e da allora il religioso riuscì ad attrarre un numero sempre crescente di sostenitori e ad impegnare le ricche donazioni ricevute in opere caritatevoli, non smettendo di impegnarsi politicamente per la fine delle discriminazioni razziali, i conflitti armati nel mondo ed il sostegno agli immigrati.

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Un'infezione polmonare - Morì il 22 gennaio del 2007 ad età avanzata a causa di una infezione polmonare e le sue esequie, a cui parteciparono numerose personalità famose, furono celebrate nella Cattedrale di Notre-Dame come segno di stima dell'intera nazione nei confronti del suo operato. Una tale biografia, quasi un agiografia si potrebbe dire, rende ancora più evidente lo sdegno per quanto appreso nelle denunce di violenza sessuale avanzate dalle numerose vittime del prelato. A proposito della propria vita sessuale, in una celebre intervista del 2005, l'Abbé Pierre aveva affermato di aver ceduto «al desiderio sessuale in modo passeggero» ma di non aver mai avuto «un legame regolare perché non ho lasciato che il desiderio sessuale prendesse radici». Una dichiarazione che, invece, contrasta nettamente con i comportamenti denunciati dalla sue vittime che parlano di palpeggiamenti e atti sessuali imposti contro la loro volontà. Il rapporto Egaè, infatti, parla a chiare lettere di «ripetuti atti sessuali penetrativi», anche con una persona vulnerabile «ed un bambino», e di una donna che ha subito dei palpeggiamenti quando aveva appena nove anni.

L'Abbé Pierre, per più di un secolo uno dei personaggii più popolari e amati di Francia, viene ad oggi avvertito in maniera fortemente critica proprio per l'enorme contrasto tra la grandezza delle sue opere pubbliche e la meschinità e l'illiceità dei suoi comportamenti privati. L'opinione pubblica si interroga su come, tutto ciò, sia potuto passare sotto silenzio per così tanto tempo, e se non ci fosse, anche tra i più alti ranghi della Chiesa cattolica, qualcuno che fosse a conoscenza dei comportamenti indegni del religioso francese.

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La risposta della Chiesa - Interrogato sull'argomento, Papa Francesco ha di recente dichiarato, come riportato da Le Monde, che «certamente dopo la sua morte è diventato noto, ma prima non lo sapevo», mentre il presidente della Conferenza episcopale francese Eric de Moulins-Beaufort ha dichiarato, allo stesso quotidiano, che «è ormai stabilito che, fin dal 1955-1957, almeno qualche vescovo sapeva che l'Abbé Pierre aveva un comportamento grave rispetto alle donne» ricordando che «sono stati presi provvedimenti, tra cui una cura psichiatrica» e la nomina di un responsabile alla sorveglianza. Per Moulins-Beaufort, infatti, «era noto, almeno in alcuni ambienti di Emmaüs che, quando l'Abbé Pierre era ancora vivo, doveva essere sorvegliato perché rappresentava un pericolo per le donne che si avvicinavano a lui».

Ancora una volta ci si chiede come sia possibile che, in seno alla Chiesa, possano essere tollerati questi comportamenti e perché chi ha la possibilità di intervenire non lo faccia. I casi di abuso e violenza sessuale perpetrati da religiosi sono un numero incalcolabile, poiché non tutte le vittime riescono, anche dopo il trascorrere di tanto tempo, a raccontare il proprio vissuto, eppure il copione si ripete identico, nell'inerzia di coloro che sono preposti a vigilare ed impedire l'accadimento di simili reati. La società francese è attualmente scossa da terribili vicende di violenza sessuale, come quello di Gisèle Pélicot, la donna indotta in stato di incoscienza e violentata per anni dal marito e da decine di altri uomini, e le manifestazioni tenute in tutto il Paese parlano del risveglio di una coscienza civile che pretende che non debbano più verificarsi orrori del genere e che ci siano leggi e autorità apposite poste a tutela delle vittime. Lo scandalo legato all'Abbè Pierre non può che amplificare ulteriormente l'urgenza di un cambiamento, culturale, sociale e legislativo, che coinvolga tutti i livelli della società, sia civile che religiosa.


Appendice 1

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