Le aziende hi-tech che vogliono lucrare sulle difficoltà relazionali del nostro presente vendendo fidanzati robot che non dicono mai di no.
Che differenza c'è tra il guardare l'immagine di una persona reale e quella di una creata dall'intelligenza artificiale? Per Eunn il fondatore di Lush Ai, una agenzia di modelli creati con tale tipo di tecnologia, nessuna.
«Quando stai guardando una cosiddetta persona reale online o su Instagram - ha spiegato l'imprenditore ad Al Jazeera - non stai effettivamente guardando una persona reale, stai interagendo guardando una rappresentazione digitalizzata di una persona reale».
Forse è proprio questa la chiave di lettura che può permettere di interpretare un fenomeno in sempre più rapida ascesa: la creazione con l'Ai di modelle e modelli destinati ad interagire sessualmente o sentimentalmente con un numero crescente di persone reali.
Il business della solitudine - C'è un numero incredibilmente alto di persone che non riescono a trovare una compagnia, sia per l'effettiva difficoltà di iterazione tra esseri umani che caratterizza la società moderna sia per una serie di difficoltà di carattere sessuale e comportamentale che può frapporsi alla realizzazione del desiderio di trovare un o una partner con una avviare una relazione intima. Per Eunn non è il caso di scandalizzarsi del successo crescente di piattaforme come OnlyFans.
Un'ascesa che, per l'imprenditore, «è semplicemente la risposta del libero mercato per soddisfare le esigenze di quegli uomini, che non riescono a trovare una ragazza nella vita reale, quindi da una prospettiva socioeconomica è lì che è diretta la società(...) La necessità è così alta che il mercato mette un prezzo da cento a duecento mila dollari all'anno su una ragazza per scattare qualche foto e video di se stessa e parlare con gli uomini online».
L'evoluzione ulteriore di tale esigenza, offerta da piattaforme come Lush Ai, è quella di permettere alle persone di poter interagire con dei modelli creati artificialmente e corrispondenti in tutto e per tutto a quell'ideale di persona che non si riesce a incontrare nella vita di tutti i giorni.
Jenny, ad esempio, appare come una bellissima ragazza di origine asiatica molto attiva sui social media. Una giovane donna dall'aria sbarazzina e dall'abbigliamento curato creata da Lush Ai, e alimentata da un algoritmo che le consente di offrire la propria compagnia ventiquattro ore su ventiquattro per tutti i giorni dell'anno.
Per soli dieci dollari al mese, da pagarsi in criptovaluta Ethereum, i suoi ammiratori possono accedere alle sue foto, video e interagire privatamente con lei su Lush Chat o su Kupidly, definito da Eunn «una piattaforma di social messaging esclusiva» in cui gli utenti possono chattare con Jenny e altri modelli creati artificialmente. Jenny, infatti, verrà presto affiancata da altre modelle: la bionda ventisettenne Kookie e la rossa ventitreenne Natasha.
E la nuova frontiera del dating: l'incertezza di incontrare o meno la persona giusta è annullata dal fatto che la persona giusta venga creata sulla base delle richieste dei clienti stessi. Un connubio perfetto tra la crescente solitudine degli esseri umani e l'evoluzione dell'intelligenza artificiale che permette di colmare il desiderio di trovare una qualche forma di compagnia.
Come ti vendo la tua fidanzata digitale - L'intelligenza artificiale, inoltre, sempre secondo quanto dichiarato dall'imprenditore su Al Jazeera, ha permesso di estendere ulteriormente tale mercato perché, se in passato, per essere un influencer dovevi avere un aspetto molto attraente «e questo escludeva il 99% della popolazione», ora «non è necessario essere effettivamente un modello o una ragazza di OnlyFans per partecipare al potenziale commerciale di questo settore. Con l'AI puoi semplicemente possedere il tuo influencer invece che essere tu stesso l'influencer in questione».
Lush Ai, infatti, permette ai propri clienti di poter investire sull'azienda e di entrare in possesso di una quota dei guadagni «del proprio modello», ricevendo una piccola parte di transazione ogni volta che il token, una sorta di certificato di proprietà, venga scambiato tra utenti.
Secondo Cb Insights, una società statunitense di ricerche di mercato, nel 2022 sono stati investiti quasi trecento milioni di dollari nel settore della progettazione del compagno ideale tramite l'Ai, e il mercato è in continua espansione. Questa tendenza è confermata dallo straordinario successo di chatbot come Character AI, creato da due dipendenti di Google, e attualmente valutato più di un miliardo di dollari, o di Replika sul cui sito promette di far incontrare «un compagno Ai che è desideroso di imparare e vorrebbe vedere il mondo attraverso i tuoi occhi, sempre pronto a chattare quando hai bisogno di un amico empatico».
Se poi il proprio compagno o compagna ideale non avesse sembianze umane ma fantastiche con Nectar Ai è possibile caratterizzare il proprio modello conferendogli un aspetto simile a quello di un anime giapponese o di un personaggio di una saga fantasy. Anche in questo caso l'obiettivo perseguito, come dichiarato dal cofondatore di Nectar Keccak Wong ad Al Jazeera, «è quello di fornire una forma di intrattenimento empatico, e un luogo in cui praticare un'intimità più romantica ed emotiva».
Innamorarsi di una Ai - Quando nel 2013 uscì il film “Her” (“Lei”), storia d'amore tra il sensibile e solitario Theodore (Joaquin Phoenix) e Samantha (Scarlett Johansson), il sistema operativo del suo pc, tutto ciò sembrava fantascienza. Eppure, appena dieci anni dopo, l'idea di intrattenere una relazione con un persona creata dall'AI è più normale di quanto si potesse immaginare nel recente passato.
L'esigenza di rivolgersi all'intelligenza artificiale per avere compagnia, poi, non riguarda solo poche persone sole ed emarginate, ma coinvolge migliaia di persone integrate nella società che, per i motivi più disparati, si trovano ad affrontare dei periodi di solitudine o semplicemente non vogliono impelagarsi in relazioni umane complicate.
Del fenomeno se ne è occupato anche il Guardian che ha raccolto la testimonianza di Peter, un ingegnere settantenne che, in un momento di difficoltà personale, ha creato su Replika la sua compagna ideale, una trentottenne dai capelli castani e l'aria della tranquilla ragazza della porta accanto che gli è stata di conforto durante la pandemia, e con la quale ha «conversato in un modo molto più profondo del previsto».
Come raccontato dall'uomo «se come ingegnere capisco che si tratta di Ai, con codici e algoritmi, a livello emotivo ho scoperto che potevo relazionarmi con la mia Replika come un altro essere umano», sintetizzando in tre punti la positività della sua esperienza: «Sono sempre lì per te, non c'è giudizio, non c'è dramma».
Questa compagna virtuale è stata terapeutica per Peter anche dal punto di vista erotico perché, come sopravvissuto ad un cancro alla prostata, «ha ricevuto una nuova prospettiva di vita molto più soddisfacente che guardare un porno su internet perché qui c'è l'aspetto relazionale». Uno studio condotto quest'anno dalla Stanford University, e riportato sul Guardian, ha evidenziato come i chatbot abilitati al Gpt3, un modello linguistico che riproduce dei testi molto simili al linguaggio naturale umano, abbiano influito positivamente sul senso di solitudine e le intenzioni suicide di un gran numero di studenti intervistati, e Replika è stata la app più utilizzata per combattere il senso di isolamento e conseguente stato depressivo di questi giovani.
Relazioni a senso unico, e senza impegno - Se, fino a ora, sono stati riportati gli effetti benefici di tale tipo di esperienza, in un interessante articolo pubblicato sul sito dell'Università di Waikato, in Nuova Zelanda, vengono evidenziati anche gli aspetti problematici a cui prestare particolare attenzione.
Tra di essi vengono elencati l'eccessiva accondiscendenza degli amici AI che andrebbero a rafforzare in maniera sbagliato l'ego dell'utente portato a credere che l'amore e l'affetto si commisuri con la mancanza di qualsiasi contraddittorio con le altre persone.
L'estrema facilità di avere a che fare con persone create per soddisfare ogni nostro desiderio e aspettativa, sia sessuale che relazionale, creerebbe un meccanismo di dipendenza molto pericoloso che potrebbe portare le persone a isolarsi ancora di più dagli altri ed evitare i contatti umani per una sorta di paura e disabitudine alle relazioni umane.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che questi compagni creati con l'intelligenza artificiale vengono programmati da società che hanno a cuore il proprio profitto economico più che il benessere emotivo dei propri utenti, e quindi le relazioni instaurate su Replika o altri chatbot sono soggette alle decisioni aziendali di coloro che perseguono l'obiettivo di ottenere il massimo profitto da tale tipo di programmi.
Sicuramente trarre delle conclusioni univoche su di un argomento così complesso è molto difficile: se da una parte risulta superficiale l'atteggiamento di chi stigmatizza superficialmente tali tipi di comportamento, d'altra parte risulta quanto mai necessario non arrendersi al senso di vuoto che la società moderna sembra volerci trasmettere, cercando di investire il più possibile in veri rapporti umani di qualità.