Contro lo spopolamento rurale, c'è il trend di comprare case a prezzi stracciati e restaurarle.
Il sito 'Cheap Old Houses' conta quasi tre milioni di iscritti e questo perché, da diversi anni, l'interesse per le vecchie case da acquistare e restaurare a poco prezzo è cresciuto enormemente. Nella sua pagina Instagram è possibile visualizzare un menù nel quale ricercare 'vecchie case economiche' o 'vecchie fattorie economiche', e i suoi creatori, Ethan e Elizabeth Finkelstein, si definiscono “sognatori” convinti “che si stia vivendo il sogno americano sbagliato” e che non sia necessario acquistare una casa da un milione di dollari quando “è possibile recuperare delle vecchie case a poco prezzo”. Loro stessi raccontano di vivere in una casa colonica del XVIII secolo, salvata dalla demolizione ed acquistata per soli settanta mila dollari (circa 60.000 franchi).
Le ragioni di un trend - Le motivazioni che spingono sempre più persone a mettere in vendita e a ricercare delle vecchie case da restaurare sono le più disparate: può essere una scelta dettata da motivazioni ideologiche, come preservare ciò che già è stato costruito frenando il consumismo, o la volontà di conservare il patrimonio storico e architettonico di centri abitati minacciati dallo spopolamento. A prescindere da quale sia la motivazione di fondo, rimane il fatto che, da un decennio almeno, sono sorte tantissime iniziative, in diversi Paesi del mondo, volte ad attirare nuovi acquirenti nel mercato delle vecchie case da restaurare.
Il caso giapponese, case vuote a prezzi bassi - Nelle zone più rurali del Giappone, ad esempio, vi sono tantissime 'akiya', ossia delle case vuote, che vengono vendute ad un prezzo eccezionalmente basso nel tentativo di ripopolare le campagne nipponiche sempre più disabitate. Molte di queste abitazioni sono rimaste vuote perché il proprietario è deceduto senza lasciare eredi oppure, coloro che l'hanno ereditata non vogliono tornare ad abitare in quella zona del Paese e preferiscono venderla, spesso a dei turisti stranieri che fiutano l'affare. In un articolo della Cnn sull'argomento, si trova scritto che da una indagine condotta nel 2018 sono risultate esserci più di otto milioni di case non occupate, e il numero, in una società sempre più vecchia come è quella nipponica, è destinato a salire. Le case abbandonate costituiscono un problema per le comunità rurali in cui sorgono, non solo perché deturpano il paesaggio ma anche perché, con l'andare del tempo, sono a rischio di crollo. Per tale motivo, i comuni interessati hanno introdotto nuovi finanziamenti per incentivare i proprietari a rientrare in possesso delle case abbandonate o decidere di demolirle; in caso contrario le stesse autorità locali se ne appropriano per metterle all'asta o venderle a prezzi quasi irrisori, prevedendo delle sovvenzioni o contributi per le opere di restauro e rendendo meno vincolanti i piani regolatori che imponevano dei vincoli troppo stringenti per i potenziali investitori.
Case a 600 franchi - I tentativi per rendere appetibile l'acquisto di una akiya in campagna sono vari, come quello messo in campo dal comune di Nagano che, come raccontato su Vice alcuni anni fa, ha creato un sito in cui vengono elencate le case abbandonate presenti sul territorio e il tipo di finanziamento previsto dal governo per il suo restauro. Vi sono case che hanno un prezzo iniziale di seicento franchi e che, approfittando degli incentivi finanziari offerti, può trasformarsi “in una bella casa di otto stanze, un bagno e un balcone con vista panoramica”.
Le agenzie della case abbandonate - Oltre a queste siti comunali, esistono anche delle agenzie immobiliari private che assistono gli acquirenti di case abbandonate. Una delle più famose è l'Akiya & Inaka che si propone di facilitare la ricerca e le pratiche di acquisto degli investitori locali o stranieri, il cui numero maggiore proviene dagli Stati Uniti. Secondo il quotidiano nipponico Nikkei Asia, anche la piattaforma Airbnb si sta dimostrando molto interessato al recupero delle akiya e, come dichiarato dal direttore della piattaforma in Giappone Yasuyuki Tanabe, vi è il desiderio di collaborare con il governo giapponese “per incoraggiare i proprietari ad investire sulle ristrutturazioni”. Secondo Tanabe, anche il restauro delle vecchie case storiche denominate kominka “può rivelarsi una buona fonte di redditto per i loro proprietari una volta che andranno in pensione, visto che la vita si allunga”.
Comprare casa ad 1 euro - Il Giappone non è l'unico esempio di Paese che ha pensato di investire, incentivandone il recupero architettonico, nelle vecchie case site in zone destinate sempre più all'abbandono. Anche in Europa, ad esempio, è possibile ritrovare dei progetti simili, volti a contrastare il triste ma inarrestabile fenomeno dello spopolamento dei piccoli borghi. Vi sono infatti delle piccole realtà urbanistiche che, negli anni, sono state caratterizzate da un inesorabile abbandono, e nel desiderio di vederli ripopolati, le autorità locali hanno pensato ad una serie di iniziative per vendere ad un prezzo irrisorio, e a fronte del loro restauro, gli immobili rimasti disabitati. "Comprare casa ad 1 euro" è l'iniziativa lanciata, ormai diversi anni fa, da alcuni piccoli comuni italiani: la persona interessata deve avanzare la propria candidatura ad acquistare l'immobile in questione, impegnandosi a coprire tutte le spese di acquisto e di restauro necessarie, e a rispettare determinate tempistiche imposte dal progetto di recupero.
In Sicilia case a cifre irrisorie - Il Governo italiano ha messo a disposizione diversi bonus per dare un'ulteriore spinta a questa iniziativa, a cui possono aderire anche i cittadini stranieri che siano dotati di un codice fiscale italiano necessario per il pagamento delle tasse. Una delle prime iniziative in questo senso ha preso avvio a Salemi, in provincia di Trapani in Sicilia, dove, dopo anni di abbandono e degrado, il Comune ha acquisito la proprietà di alcuni immobili abbandonati, e destinati alla demolizione, vendendoli a cifre irrisorie. Ultimamente il progetto è stato oggetto anche di una docuserie tramesso dalla Bbc. La casa di produzione inglese Voltage Tv, infatti, ha acquistato, due anni fa, una di queste case, realizzando otto puntate nelle quali venivano illustrati tutti i passaggi del suo restauro.
Assalto al centralino di Nulvi: migliaia di richieste per le case a 1 euro - Anche a Nulvi, in provincia di Sassari in Sardegna, questa stessa iniziativa ha avuto molto successo tanto che, come raccontato dall'ex sindaco del paese Antonello Cubaiu al sito Idealista, “avremo ricevuto sei o sette mila email di interessamento da mezzo mondo. Abbiamo anche avuto dei periodi in cui il centralino del Comune è stato letteralmente preso d'assalto. Il progetto 'Comprare la casa ad 1 euro' riguarda, in prevalenza, piccole realtà del Sud Italia, ma non sono mancate offerte simili anche a Oyace, in Valle d'Aosta o a Borgomezzavalle in Piemonte.
In Spagna più di 3000 villaggi abbandonati - Anche in Spagna moltissimi borghi storici sono stati progressivamente abbandonati dai giovani in cerca di maggiori prospettive lavorative. Nel 2019, il quotidiano El Pais stimava che ci fossero “più di tre mila villaggi abbandonati, soprattutto in Galizia, Castilla y León, Aragona e Asturie”. Molti di questi villaggi, come riferito da Esquire, sono stati messi in vendita quasi in blocco ad un prezzo simbolico: una coppia spagnola, ad esempio, nel 2020, ha acquistato un intero villaggio, composto da sei grandi edifici, alla modica cifra di sessanta mila euro, mentre un gruppo di amici spagnoli hanno comprato un intero borgo, sito nel nord-ovest della Spagna, comprendente oltre un centinaio di case, al prezzo di centoquaranta mila euro, con l'impegno di iniziare l'opera di restauro delle stesse entro e non oltre i due anni dall'acquisto.
Lì dove le case vengono regalate - Anche la Grecia, così come l'Italia e la Spagna, si trova a dover combattere, da anni, contro lo spopolamento dei piccoli centri storici, e per tale motivo il progetto di vendere delle vecchie case ad un prezzo simbolico ha preso piede anche lì. Molte case in disuso sono state messe in vendite ad un prezzo più che modesto dietro l'impegno di iniziare e terminare i lavori di recupero e restauro nell'arco di pochi anni, e di non utilizzarle unicamente come case per le vacanze. Nell'isola di Antikythera, ad esempio, le case vengono letteralmente regalate, e per i primi tre anni viene anche erogato un aiuto economico di cinquecento euro mensili. In cambio, gli acquirenti devono impegnarsi a prendersi cura di un piccolo appezzamento di terreno, per sostenere l'economia locale e accelerare il processo di integrazione con la comunità del luogo. Aderire ad un progetto simile, e acquistare una casa da restaurare in un piccolo borgo storico, può essere che ffascinante e molto stimolante, anche se si concretizza in un cambio di vita radicale e in un impegno economico che, a prescindere dal basso costo iniziale, non è certo alla portata di tutti.