Il neo-eletto presidente Donald Trump è alle prese con la formazione della sua nuova amministrazione.
Il neo-letto presidente Donald Trump è alle prese con formazione della sua nuova amministrazione. Il calibro dei personaggi (finora) nominati sembra rispecchiare le promesse fatte durante la campagna elettorale: impermeabilità delle frontiere, ostilità nei confronti di Cina e Iran, abbandono dell'Ucraina e del Medio Oriente e ristrutturazione delle istituzioni statali. Ma chi sono questi personaggi e che ruolo assumeranno nella nuova amministrazione?
Matt Gaetz, ministro della Giustizia
L'ultimo in ordine di tempo a essere stato nominato da Donald Trump è il repubblicano Matt Gaetz, un fedelissimo di lunga data, al quale è stato affidato il dipartimento di Giustizia. «È un legale talentuoso e tenace. Metterà fine all'uso della giustizia come arma e proteggerà i nostri confini», ha dichiarato il tycoon. Trumpiano di ferro e fervente anti-abortista, il 42enne ha orchestrato lo scorso anno il siluramento dell'ex speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy, colpevole - a suo avviso - di aver raggiunto un accordo con i democratici per evitare uno shutdown del governo.
Marco Rubio, Segretario di Stato
A sostituire il capo della diplomazia statunitense Antony Blinken sarà il senatore della Florida Marco Rubio, che durante la campagna di Trump aveva sottolineato la sua disponibilità a far parte della nuova amministrazione, ma soltanto a patto che gli venisse accordato il «giusto incarico». Data la sua esperienza in politica estera e la sua avversione nei confronti della Cina, gli è stato assegnato il Dipartimento di Stato. Rubio entra così nella storia degli Stati Uniti come primo segretario di Stato di origine latina.
Mike Huckabee, ambasciatore statunitense in Israele
L’ex governatore dello Stato dell'Arkansas Mike Huckabee è stato scelto per servire come ambasciatore in Israele. Il 69enne non possiede esperienza diplomatica, ma si è spesso recato in Israele per organizzare delle visite guidate, che secondo i media statunitensi erano particolarmente apprezzate dalla comunità evangelico-cristiana dell’Arkansas. Huckabee è un fermo sostenitore degli insediamenti israeliani in Palestina e ha più volte sottolineato la necessità di annettere la Striscia di Gaza allo Stato di Israele. «Mike ama Israele e, allo stesso modo, il popolo israeliano ama lui. Lavorerà instancabilmente per portare la pace in Medio Oriente», ha dichiarato Trump, annunciando la sua nomina.
Mike Waltz, consigliere per la Sicurezza nazionale
Con decisamente più esperienza alle spalle c’è il repubblicano Mike Waltz, che il tycoon ha appuntato a consigliere per la Sicurezza nazionale. Waltz ha servito per 27 anni nelle Forze speciali e nella Guardia nazionale, prima di essere eletto come rappresentante del Congresso, occupando, tra l’altro, il posto del governatore della Florida, Ron De Santis. Proprio nel Congresso americano, il 50enne si è sempre mostrato ostile nei confronti della Cina e malgrado abbia inizialmente sostenuto le politiche pro-Ucraina dell’amministrazione Biden, da alcuni mesi ha cominciato a criticarne l’approccio.
Elise Stefanik, ambasciatrice alle Nazioni Unite
Molto aggressiva e critica nei confronti delle Nazioni Unite, la rappresentante del Congresso, Elise Stefanik, si è sempre distinta per la sua lingua tagliente, soprattutto in merito al ruolo degli Stati Uniti in seno all'organizzazione. La 40enne fa parte di quell'ala repubblicana che desidera diminuire drasticamente il finanziamento alle organizzazioni internazionali. Ha criticato molte volte l’Onu per la sua postura nei confronti di Israele.
Kristi Noem, segretario per la Sicurezza interna
La governatrice del South-Dakota Kristi Noem è una delle personalità politiche rimaste fedeli a Trump anche durante la presidenza Biden. La sua nomina rappresenta un punto di forza per il tycoon, che necessita una persona in grado i portare avanti le sue politiche anti-immigrazione, senza mettere in discussione la gestione di un Dipartimento che storicamente è sempre stato molto caotico. La 52enne è sempre stata critica nei confronti delle politiche migratorie dell’amministrazione Obama. Si è inoltre spesso scontrata con le autorità indigene del South Dakota, che ha accusato di essere in combutta con i cartelli della droga messicani.
Steven C. Witkoff, inviato speciale in Medio Oriente
Inconsueta è la nomina di Steven C. Witkoff come inviato speciale per il Medio Oriente. Il 67enne non ha esperienza diplomatica e nessuna particolare affinità per il Medio Oriente. Ha invece intrapreso una lunga carriera nel settore edilizio, nel quale si è distinto per una 70ina di progetti infrastrutturali negli Stati Uniti. «Sarà una voce di pace» in Medio Oriente, ha assicurato Trump.
Tom Homan, responsabile per le Politiche d'immigrazione
E che dire dello “zar delle frontiere”. Il 62enne Tom Homan era stato messo a capo dell’Agenzia per l’immigrazione e le frontiere (Ice) durante l’amministrazione Obama, e si era distinto per le sue dure politiche di rimpatrio. Nel 2018 era stato assunto da Fox News, piattaforma che aveva sfruttato per far passare le sue opinioni anti-immigrazione, al punto che l’analista Juliet Jeske si era chiesta se Homan non fosse a Fox «unicamente per promuovere una sua posizione all’interno di una futura amministrazione Trump». La permeabilità tra media e politica negli Stati Uniti non è un fenomeno nuovo, ma si è accentuata con l’ascesa di Donald Trump. Lo zar delle frontiere non è infatti l’unico giornalista di Fox News a servire nella nuova amministrazione.
Pete Hegseth, ministro della Difesa
Anche il presentatore Pete Hegseth lavorava per Fox News. La sua nomina ha sorpreso tutti, dato che il 44enne non figurava tra le personalità di spicco che avrebbero potuto prendere le redini del Dipartimento della Difesa. È probabile che la sua personale relazione con Trump abbia giocato un ruolo determinante nella sua nomina. Il tycoon è infatti sempre rimasto affascinato dal suo dispiegamento in Iraq e Afghanistan, per cui il 44enne ha ricevuto diverse medaglie al merito. È anche possibile che Trump si sia fatto ammaliare dai piani che Hegseth nutre per l'apparato militare statunitense, che stando al Tycoon porteranno «meritocrazia, letalità, responsabilità ed eccellenza».
John Ratcliffe, capo della Cia
Largamente anticipata, invece, è stata la nomina di John Ratcliffe a capo della Cia, che il tycoon aveva già messo a capo della National Intelligence nel 2019 e che era stato criticato per aver rilasciato informazioni classificate sulla presunta ingerenza della Russia nella campagna presidenziale in cui correva anche Hilary Clinton. In particolare, i documenti smentivano il fatto che la Russia stesse aiutando Trump a vincere le elezioni. Il 59enne si è anche distinto per essere stato - a detta di Trump - l'unico di 51 funzionari dell'intelligence a «dire la verità» sugli scandali che hanno interessato il figlio del presidente Biden durante il suo mandato.
Susie Wiles, responsabile del personale della Casa Bianca
A capo dello Studio Ovale, Trump ha nominato il principale manager della sua campagna presidenziale, Susie Wiles, che stando allo stesso tycoon è riuscita a garantirgli «la più grande vittoria politica nella storia degli Stati Uniti» e che secondo la stampa statunitense è sempre stata particolarmente capace a mantenere a bada i personaggi più allarmisti che ruotavano nell'orbita del neo-eletto presidente. Nel corso del suo mandato, la Wiles ha intenzione di rendere più difficile l'accesso alla Casa Bianca per chi intende parlare con il tycoon. Durante l'ultimo mandato di Trump, la Casa Bianca veniva spesso "invasa" da amici e parenti, che impedivano all'allora presidente di svolgere le sue funzioni.
William McGinley, consigliere della Casa Bianca
Un altro fedelissimo. Il repubblicano William McGinley assumerà il ruolo di consigliere della Casa Bianca, una sorta di "avvocato politico" che assisterà Trump nelle questioni più delicate a livello nazionale. McGinley si è fatto un nome come avvocato di successo a Washigton DC e per aver assunto diverse posizioni di rilievo nell'amministrazione federale. «È intelligente e tenace», ha dichiarato Trump durante la nomina. «Mi aiuterà a portare avanti il programma dell'America First», ha aggiunto.
Lee Zeldin, responsabile dell'agenzia per la protezione dell'ambiente
Brutte notizie per gli attivisti climatici, che vedranno salire al potere Lee Zeldin, un repubblicano di New York che ha promesso di smantellare le politiche "green" dall'amministrazione Biden. Il 44enne ha più volte dichiarato di voler riaccendere il «motore energetico» degli Stati Uniti, rimuovendo le barriere alla produzione e al commercio delle aziende attive nel settore delle energie fossili. Dopo aver accettato la nomina ha dichiarato: «Ripristineremo il dominio energetico degli Stati Uniti, rivitalizzeremo la nostra industria automobilistica per riportare i posti di lavoro in America e faremo del Paese il leader mondiale dell'intelligenza artificiale».
Elon Musk (e Vivek Ramaswamy), responsabile del Dipartimento dell'efficienza dello Stato
A lungo i media statunitensi hanno speculato sulla partecipazione di Elon Musk nell'amministrazione Trump. Come principale finanziatore della campagna repubblicana e come amministratore delegato di numerose aziende finanziate dallo Stato, si pensava che i conflitti d'interesse sarebbero stati troppo importanti per permettergli di assumere un ruolo istituzionale. Eppure il magnate di Tesla è stato nominato (assieme al «patriota» Vivek Ramaswamy) a capo del Dipartimento per l'efficienza governativa (Doge), che sarà incaricato di ridurre le spese dell'amministrazione. «Spianeranno la strada alla mia amministrazione per smantellare la burocrazia governativa, tagliare le normative eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali», ha dichiarato Trump.