Oltre la metà delle persone decedute nella foresta di Shakahola, aderenti alla "Setta del digiuno", sarebbero state uccise
MALINDI - Sarebbero stati uccisi dal fondatore e dai presunti complici della "setta del digiuno" in Kenya, ben 238 dei 429 seguaci i cui corpi sono stati riesumati dalle fosse comuni nella foresta di Shakahola, dove erano stati convinti a ritirarsi per digiunare in attesa di "vedere Gesù in paradiso".
La corte di Mombasa ha accusato il controverso predicatore Paul Mackenzie e altri 94 sospettati, già accusati di terrorismo, anche di omicidio colposo, riporta il sito Citizen Digital.
Dalle autopsie risulta infatti che non tutte le vittime sono morte di inedia, ma 238 di loro «sembrano essere state strangolate, picchiate o soffocate». Tra loro ci sono anche molti minori.
Il processo alla setta keniota è stato aggiornato, in attesa della perizia psichiatrica per Mackenzie e gli altri accusati.