I rischi per il presidente ucraino sono innumerevoli. In ogni angolo si nasconde un potenziale assassino
Si dice che la vita umana non abbia prezzo, e che il suo valore sia inestimabile. Ma non sempre è così. Nel mondo, molte persone muoiono nell'indifferenza generale, come se la loro esistenza non fosse un qualcosa di prezioso da salvaguardare. Quante vittime mietono le guerre, la fame, la disperazione? Troppe. Persone sconosciute, la cui morte, così come l'intera loro esistenza, si perde nell'oblio di una società che si cura di queste vicende solo se capace di suscitare un certo clamore mediatico. Eppure esistono persone che, proprio per il loro status sociale, sanno di essere esposte al pericolo di venire uccise. A fronte degli onori di una carriera pubblica di prestigio, vi è l'onere di convivere con l'idea della morte.
Chi se non Zelensky - Uno degli uomini più esposti al pericolo di attentati è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, finito nel mirino del Signore del Cremlino. È noto che il presidente russo ami agire nell'ombra, senza svelare mai i suoi piani, ma il mandante dei tanti attentati alla vita di Zelensky non può essere considerato un segreto. Dallo scoppio della guerra in Ucraina, il presidente Zelensky è scampato ad almeno una dozzina di attentati.
Pugnalato alle spalle - L'ultimo in ordine di tempo si è consumato alcune settimane fa, in occasione della Pasqua ortodossa, e ha portato all'arresto di due colonnelli di cui «uno era capodipartimento e aveva ruoli importanti», scrive il Corriere della Sera. Entrambi gli arrestati facevano parte dell'Amministrazione statale per la sicurezza, che si occupa proprio di salvaguardare l'incolumità di Zelensky, e sono stati colti in flagranza di reato, grazie a una serie di intercettazioni telefoniche nelle quali si sentiva una voce che li avvertiva in russo di avere 20 o 30 minuti per allontanarsi dal luogo dell'attentato. Le spie russe coinvolte, secondo gli 007 ucraini, erano Maxim Mishustine, Dmitry Perlin e Alexey Kornev, tutti agenti al servizio dell'Fsb. Il piano prevedeva di colpire il presidente mentre andava a registrare il suo consueto videomessaggio serale, prenderlo in ostaggio e poi ucciderlo. Il tutto per un costo stimato tra i 46 e i 74 mila dollari.
Cancellare ogni traccia - Nel mirino degli attentatori c'erano anche i due capi dei servizi segreti ucraini - Kyrylo Budanov e Vasyl Maljuk - che avrebbero dovuto accompagnare Zelensky alla registrazione. Il piano prevedeva di colpirli prima con un missile, poi con dei droni Fpv, e infine con un altro missile per coprire le tracce dell'utilizzo del drone. Vasyl Maliuk ha riferito che «l'attentato voleva essere un regalo a Putin in occasione della sua cerimonia di insediamento» il quale lo avrebbe gradito ancora di più se, insieme a Zelensky, fossero stati uccisi anche i due capi dei servizi segreti ucraini. «Non dobbiamo dimenticare - ha aggiunto Maljuk - che il nemico è forte ed esperto. Non può essere sottovalutato».
Il primo attentato - Di attentati alla propria vita, Zelensky ne ha subiti oltre una decina da quando dovette fronteggiare un commando di paracadutisti russi la cui missione era di uccidere «quel nazista drogato», come lo descrive Putin. In quell'occasione, il presidente e la moglie Olena furono svegliati nel cuore della notte nella propria residenza a Kiev da fortissime esplosioni. Fu allora che le forze ucraine dissero al presidente che alcune centinaia di militari russi si erano paracadutati sulla capitale con l'obiettivo di catturarlo e ucciderlo. Nella sera dello stesso giorno scoppiò una sparatoria vicino alla residenza presidenziale e, come riferito dal giornalista Simon Shuster del Time, «le guardie presidenziali spensero le luci nel compound e distribuirono fucili automatici e giubbotti antiproiettile a Zelensky e i suoi collaboratori, anche se pochissimi di loro ne sapeva fare uso». I tentativi dei paracadutisti russi di penetrare all'interno della residenza presidenziale fallirono, ma, da allora, si sono susseguiti molti altri complotti per uccidere il presidente ucraino.
Un affronto all'Onu - Nell'aprile dello stesso anno, in occasione della visita a Kiev del segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, vennero lanciati cinque missili a poca distanza dell'ambasciata britannica e del ministero degli Esteri dove era in corso il colloquio tra i due. «L'attacco di Kiev mi ha sconvolto» dichiarò Guterres alla televisione portoghese Rtp, mentre Zelensky si augurò «una risposta appropriata e potente» visto che i bombardamenti russi avevano l'evidente scopo di «umiliare l'Onu».
Missili sul porto di Odessa - Lo scorso marzo una scena simile si è ripetuta ad Odessa, in occasione dell'incontro tra Zelensky e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis. Lì venne colpito il porto della città e vi furono forti esplosioni ad appena 150 metri da dove stava transitando il convoglio nel quale viaggiavano Zelensky e Mitsotakis. L'attacco missilistico russo portò alla morte di cinque persone. Nonostante non sia chiaro se il vero obiettivo fosse il presidente ucraino, o dei depositi di droni navali ucraini come affermato da Nataliya Humenyuk, addetta stampa delle Forze di difesa del sud dell'Ucraina, rimane il fatto che il bombardamento sia stato avvertito, dalle maggiori istituzioni europee, come un atto di terrorismo volto a piegare la resistenza ucraina e mettere in pericolo la vita dei due uomini politici.
La punizione cecena - Nel dicembre del 2022, il Wall Street Journal, citando funzionari dell'intelligence ucraina, pubblicò la notizia che tre settimane prima dell'inizio della guerra, il presidente russo avrebbe ordinato al leader ceceno Ramzan Kadyrov di occupare la sede del governo di Kiev e assassinare il presidente Zelensky. D'altra parte, il 14 marzo dello stesso anno, Kadyrov, pubblicando un messaggio su Telegram, si rivolse direttamente a Zelensky: «Ovunque tu vada, ovunque ti nascondi, i nostri combattenti ti raggiungeranno. Inceneriranno con il napalm tutti i tuoi scagnozzi (...) chiunque osi affrontarci direttamente proverà sicuramente sulla propria pelle cos'è una severa punizione cecena».
Una donna misteriosa - Nel giugno del 2023, invece, un'informatrice russa è stata arrestata nell'ambito di una operazione di intelligence volta a sventare un complotto ai danni del presidente ucraino. La Sbu riferì di aver arrestato la donna in flagranza di reato mentre collaborava a un piano che prevedeva un attacco aereo russo per uccidere Zelensky. La donna avrebbe avuto il compito di identificare e filmare la posizione dei sistemi di guerra elettronici e dei depositi di armi e munizioni delle forze armate.
Nemici in Polonia - Nell'aprile di quest'anno, invece, è stato arrestato in Polonia un uomo sospettato di avere contatti con i servizi di spionaggio russi al fine di aiutarli a preparare un attacco contro il presidente. In un comunicato stampa della procura polacca, viene detto che un cittadino polacco, rispondente al nome di Pawl K., «avrebbe dovuto raccogliere e fornire informazioni ai servizi segreti militari della Federazione Russa, per pianificare un possibile attentato contro il presidente ucraino Zelensky». Come riferito dal procuratore generale ucraino Andrii Kostine, il suo compito principale era quello di fornire informazioni sull'aeroporto di Rzeszów-Jasionka, nel sud-est della Polonia, utilizzato dal capo di Stato ucraino per alcuni suoi spostamenti.
La paura della morte - «Sarò onesto con te - aveva dichiarato Zelensky a un giornalista della Cnn - e ti dirò cosa ho deciso. Se ci penserò costantemente finirò per chiudermi in un bunker come Putin. Se mi isolerò non capirò cosa sta succedendo intorno a me nel Paese. Perderò la connessione con la società. E se perderemo questa connessione perderemo la società». Per il presidente ucraino, il rischio è quello di «metterti in una gabbia come un animale e incatenarti lì costantemente, pensando che stai per essere ucciso» mentre l'Ucraina ha bisogno di una guida che viva la paura della morte esattamente come fanno i suoi cittadini ogni giorno da oltre due anni.