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ITALIAUccisa da una statuetta, il papà di Chiara in lacrime: «Medici nel mio cuore»

17.09.24 - 16:40
Visibilmente provato, il padre della 30enne padovana accetta di parlare ai microfoni di Rai Campania. «Spero non sia necessaria l'autopsia».
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Uccisa da una statuetta, il papà di Chiara in lacrime: «Medici nel mio cuore»
Visibilmente provato, il padre della 30enne padovana accetta di parlare ai microfoni di Rai Campania. «Spero non sia necessaria l'autopsia».

NAPOLI - Gli studi universitari in economia a Venezia, poi le esperienze all'estero per conseguire la specializzazione in management del fashion e infine l'approdo a Parigi, dove lavorava per i marchi di moda più prestigiosi. E solo di recente quella decisione di recarsi per un weekend di svago e festa a Napoli, insieme al fidanzato.

Ma nella città del Vesuvio, domenica scorsa durante una passeggiata per i Quartieri Spagnoli, Chiara, 30enne originaria di Padova, è stata colpita da un oggetto - sembra una statuetta in pietra di onice nero, secondo alcune testimonianze raccolte dal Corriere del Mezzogiorno -, caduto dall'alto: da un balcone o una finestra, ma sarà l'inchiesta della Procura a stabilirlo con certezza.

I familiari erano giunti in città nelle ore successive all'incidente, in seguito al quale la ragazza era stata ricoverata in codice rosso e poi operata. Fino al decesso di questa mattina, per le gravi ferite riportate.

«Grazie ai medici» - «A parte la professionalità e la capacità di intervenire, ringrazio i medici per l’umanità che hanno dimostrato». Provato e tra le lacrime, il papà di Chiara accetta di parlare davanti ai microfoni di Rai Campania, dopo il decesso della figlia, avvenuto da poco all'Ospedale del Mare. «Avevo qualche pregiudizio - continua l'uomo, originario della Calabria ma da oltre 50 anni residente a Padova -, pensavo di arrivare in un ospedale fatiscente. Invece ne ho trovato uno bellissimo ma soprattutto con medici e paramedici che, con la loro umanità, sono entrati nel mio cuore. Sono qua per ringraziarli pubblicamente. Ho detto loro che devono essere orgogliosi per quello che sono: sono stati fantastici, a loro va il più grande degli abbracci».

«La dinamica è fin troppo chiara» - Ai cronisti, che chiedono una battuta sull'inchiesta aperta per omicidio colposo contro ignoti, l'uomo risponde che non si tirerà indietro. «Naturalmente l'affronto in memoria di mia figlia. Ma fino alle 10.45 di oggi, quando è mancata, non mi ponevo il problema. La dinamica è fin troppo chiara. Con lei c'era il ragazzo: sono passati dalle risate al buio, alla notte. Non so da dove sia caduto l'oggetto ma perché sia morta mia figlia è fin troppo chiaro».

«Vorrei portarmi Chiara presto a Padova» - Quanto all'autopsia sul corpo della giovane donna, «non entro nel merito delle decisioni del giudice ma mi auguro che ciò non accada perché un'autopsia è ancora più invasiva della fatalità. Mi auguro che ciò che non avvenga. Vorrei portarmi Chiara presto a Padova».
Poi la domanda circa la natura dell'oggetto caduto dall'alto. «Non so. Livio, il compagno di mia figlia, parlava di una statuetta, sicuramente è qualcosa di pesante. Io pensavo a un vaso. Bastava l'avesse presa a un braccio, a una mano, alla spalla. Invece l'ha centrata in pieno, come se avesse preso la mira».

Mentre l'indagine di polizia prosegue - individuata l'abitazione da dove è caduta la statuetta -, per stabilire se la tragedia poteva essere evitata, se si sia trattato di un incidente dovuto al vento o di un urto involontario. Ma soprattutto per escludere il gesto volontario.

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