La quotidianità dei Paesi scandinavi fra corsi, manuali di sopravvivenza ed esercitazioni militari. In attesa di un'ipotetica invasione.
La normalizzazione della guerra è un fenomeno drammatico e relativamente recente. I conflitti bellici occupano le prime pagine di giornale per un tempo sempre più breve, per poi scivolare in un tranquillizzante oblio che ce le fanno apparire sempre più inoffensive e lontane.
Ci sono Paesi però che le guerre le hanno a casa, oppure così vicine che è impossibile far finta di niente. L'invasione russa dell'Ucraina non ha certo lasciato indifferenti i Paesi scandinavi e baltici che condividono con essa una preoccupante vicinanza geografica, e da qui la decisione di Finlandia e Svezia di aderire al Patto Atlantico, seguendo l'esempio delle vicine Norvegia e Danimarca, membri storici della Nato.
L'Ucraina è solo l'inizio - La paura che Putin non voglia limitare le proprie mire espansionistiche all'Ucraina ha innescato in questi Paesi una volontà di proteggere i confini nazionali, e preparare la propria popolazione ad ogni nefasta evenienza.
E' di questi giorni la notizia che milioni di famiglie svedesi riceveranno una guida pratica, con in prima pagina scritto 'non ci arrenderemo mai', con le istruzioni per sopravvivere ad una guerra o ad un'altra grave situazione di emergenza.
Anche la Norvegia e la Danimarca hanno provveduto ad aggiornare, fin dall'inizio dell'anno, i propri manuali di sopravvivenza mentre la Finlandia, che condivide con la Russia un confine lungo 1.340 chilometri, li ha messi a disposizione dei cittadini online.
Come riferito da Wired, il clima di preoccupazione dei Paesi del Nord Europa è stato confermato anche dal ministro della Difesa svedese Carl-Oskar Bohlin che ha dichiarato che «la situazione della sicurezza nazionale è peggiorata” rispetto a quella del 2018, anno in cui la Russia ha annesso la Crimea, e che “potrebbe esserci una guerra in Svezia».
Un manuale per salvarsi la vita - Il manuale di sopravvivenza predisposto dalla Protezione Civile svedese, disponibile anche in altre lingue in formato digitale, contiene tutte le istruzioni da seguire nel caso scoppiasse una guerra sul suolo svedese, specificando tutti i cibi a lunga conservazione da tenere in casa, come carne e pesce essiccati o burro di arachidi e zuppa di mirtillo nero, ai comportamenti da tenersi in caso di raid aereo.
L'aggiornamento prevede anche istruzioni su come difendersi dalla propaganda e dalla disinformazione e sulla protezione dei dati digitali essenziali. Il Manuale è stato anche arricchito di sezioni inedite, riguardanti, ad esempio, la gestione degli animali domestici o la cura dell'igiene personale in mancanza di acqua corrente.
Già in altre cinque occasioni, il governo svedese aveva preso la decisione di distribuire presso la popolazione civile dei manuali simili: la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale, due volte nel corso degli anni Sessanta, in piena Guerra Fredda, e la quarta volta proprio nel 2018.
Come riportato da Sky Tg24, la direttrice della Protezione Civile svedese, Charlotte Petri Gornitzka, ha rimarcato l'utilità di conoscere queste linee guida avendo “visto, anche in Ucraina, che è la popolazione civile ad essere maggiormente presa di mira nella guerra moderna”.
Anche la Norvegia ha ampliato il proprio manuale di sopravvivenza, illustrando i cibi, i medicinali e i comportamenti da adottare per poter vivere in maniera autosufficiente almeno una settimana. La stessa cosa è stata fatta dalla Danimarca che però ha preferito non distribuire un manuale cartaceo, per contenere le spese, ma ha inviato a tutti i cittadini maggiorenni una email nella quale vengono dati dei consigli utili in tempo di crisi.
La paura della Finlandia - La parola 'guerra' è entrata di prepotenza anche nella società finlandese, in considerazione della sua vicinanza geografica con la Russia. La base aerea di Oleya, nella penisola di Kola, dalla quale decollano i temibili bombardieri TU-95 MS, dista appena centocinquanta chilometri dal confine finlandese, e duecento da quello norvegese.
Dal settembre di quest'anno, la base è stata fatta oggetto di numerosi attacchi con droni da parte dell'esercito ucraino, a dimostrazione del fatto che i venti di guerra spirano ben oltre i confini dei Paesi coinvolti nell'attuale conflitto.
Nella penisola di Kola si trovano anche i sottomarini nucleari russi e potenti sistemi difensivi, oltre che apparati specializzati nella guerra informatica e nella difesa aerea. L'estrema militarizzazione di questo lembo di terra preoccupa non poco i finlandesi che, fin dalla scoppio della guerra in Ucraina, hanno creduto bene di rispolverare i propri manuali di sopravvivenza, e non solo.
Come raccontato dal Guardian in un recente articolo, una fetta sempre più consistente della popolazione finnica partecipa a dei corsi di sopravvivenza, con un'alta percentuale di donne.
Sari, una commessa quarantaduenne e madre di due figli, ha dichiarato che, pur non avendo mai preso sul serio la minaccia russa di attaccare la Finlandia, «dopo l'Ucraina ho visto che è possibile e che noi saremo i prossimi».
Anche la trentaseienne Tytti concorda con Sari, e afferma che partecipare al corso di sopravvivenza «è un modo per affrontare le mie paure». Il tipo di corso a cui partecipa Sari, che permette di acquisire competenze pratiche per far fronte a situazioni di pericolo o di crisi, denominato Nasta, è solo uno dei tanti organizzati dalla Women's National Emergency Preparedness Association in tutta la Finlandia.
Parola d'ordine: «Resilienza» - Molti di questi hanno a oggetto il rafforzamento della propria resilienza e forza mentale, l'acquisizione di tecniche di sopravvivenza nella natura più selvaggia e la capacità di fronteggiare un attacco nemico condotto tramite la propaganda e le fake news. Molte di queste donne hanno anche preso parte a dei corsi per saper utilizzare le armi e sparare con un fucile o la pistola.
Questi corsi Nasta, attivi fin dal 1997, hanno carattere non militare e sono finanziati dall'Associazione nazionale di addestramento della difesa finlandese e, parzialmente, dal Ministero della Difesa.
Dopo l'invasione russa in Ucraina, i corsi hanno avuto un successo incredibile tanto che «a volte sono pieni entro un minuto», come raccontato al Guardian da Suvi Aksela, responsabile delle comunicazioni e dell'organizzazione Nasta. Tra le tante richieste avanzate dai partecipanti vi è quella di saper sparare: una cosa abbastanza inedita in Finlandia che ha sempre inteso l'uso delle armi come affidato ai militari dell'esercito che vanta, tra le altre cose, un numero consistente di riservisti.
Secondo gli ultimi dati governativi, la richiesta di licenze per detenzione di armi è cresciuta enormemente, e sono stati aperti altre trecento nuovi poligoni per potersi esercitare nel loro utilizzo. Come suggerito da Aksela, la vera priorità per la popolazione finlandese dovrebbe essere quella di equipaggiare a dovere la propria casa con generi di prima necessità, medicine e una radio a batteria per sopravvivere in autonomia per almeno settantadue ore, anche se il rinnovato interesse per la armi trova giustificazione nel fatto che «il vicino non è mai stato molto amichevole. Quindi siamo solo consapevoli dei rischi. Molti Paesi lasciano andare la loro coscrizione, la Finlandia non lo ha mai fatto e per noi questo è una questione di buon senso».
Il vicedirettore dell'Intelligence e della Sicurezza finlandese, Supo, Teemu Turunen è convinto che la formula vincente per far fronte a questo clima di paura sia un mix tra «preparazione intelligente e resilienza sociale», principi fondanti - questi - della società finlandese.