Suscitano indignazione lo sperpero d'acqua da parte dei Vip e il ricorso a pompieri privati per fronteggiare l'emergenza
Da molti giorni, ormai, la città di Los Angeles va a fuoco. Le vittime accertate sono ventiquattro, ma molte persone risultano disperse. Oltre 150mila cittadini hanno ricevuto l'ordine di evacuazione, e in tanti hanno lasciato la propria casa per trovare rifugio in zone non lambite dalle fiamme degli incendi che hanno letteralmente devastato le cittadine di Altadena, Pasadena e i quartieri di lusso di Pacific Palisades e Malibù, dove molti divi hollywoodiani si disperano per il rogo della propria villa di lusso.
Si stima che, a oggi, siano andati in fumo oltre 15mila ettari di terreno e che almeno 12mila strutture, tra case e negozi, siano andate completamente distrutte a causa dei devastanti incendi. I pompieri, dopo giorni di sforzi, stanno iniziando a portare a casa dei risultati, ma ancora molto resta da fare.
Perché Los Angeles brucia - Dei cinque incendi di vaste dimensioni inizialmente attivi ne restano tre: quelli di Pacific Palisades, Eaton (i due peggiori) e Hurst, contenuto quasi completamente. Nonostante la Città degli Angeli non sia nuova a questo tipo di emergenza, in questo caso si è trattato di un evento particolarmente virulento per una serie di concause. Come ben spiegato dal Post, Los Angeles è una città particolarmente ricca di verde e molte abitazioni presentano elementi in legno, materiale inadatto a resistere alla violenza del fuoco. La città californiana, inoltre, anche a causa del cambiamento climatico, vive lunghi periodi di siccità: il terreno arido e la secchezza della vegetazione rappresenta un aiuto notevole per i piromani in azione. Non vanno inoltre dimenticati i "venti di Santa Ana", provenienti dall'area desertica dell'entroterra e che hanno soffiato con particolare vigore in questi giorni, rafforzando l'azione delle fiamme e rendendo difficile l'opera degli elicotteri e dei Canadair dei pompieri. Oltre a tutto questo, bisogna indicare come causa molto probabile di almeno un incendio il guasto di una centralina elettrica.
Le colpe dei politici (e del latterino) - Come accade spesso in casi di emergenza, gli attuali scenari di devastazione e morte hanno portato con sé una serie di polemiche e accuse. I principali destinatari sono al momento il governatore della California Gavin Newson, la sindaca di Los Angeles Karen Bass e Kristin Crowley, a capo del Los Angeles Fire Department. Sono tutti accusati di essersi fatti trovare impreparati di fronte a una tragedia in fin dei conti annunciata. La cosiddetta "stagione degli incendi" andava in passato da maggio a ottobre ma oggi, a causa del surriscaldamento climatico, il pericolo di roghi boschivi è esteso all'intero anno. Una voce di spicco tra coloro che sono a caccia di colpevoli è quella di Donald Trump. Il presidente eletto ha fin da subito accusato Newsom (visto a livello nazionale come una futura speranza democratica per la riconquista della Casa Bianca), che avrebbe privato la California dell'acqua necessaria a spegnere gli incendi per proteggere «un pesce inutile» come il latterino capoccione.
Vip sciuponi - C'è anche chi incolpa molte star di Hollywood dell'attuale scarsità idrica. I divi sarebbero colpevoli di aver sprecato acqua per le loro ville di lusso privando della stessa i pompieri impegnati nello spegnimento del fuoco. Fin dal 2022, lo stato della California ha adottato delle regole molto stringenti sull'utilizzo dell'acqua e, dal luglio dello scorso anno, diverse limitazioni sono diventate permanenti a causa dell'emergenza siccità, prevedendo di tagliare la fornitura dell'acqua anche del 15% nei prossimi decenni e limitando il suo utilizzo per usi privati, quali innaffiare il proprio giardino due giorni a settimana per otto minuti al massimo.
Il Daily Mail ha raccontato, in un suo recente articolo, che in tanti hanno denunciato il fatto che star del calibro di Kim Kardashian o Sylvester Stallone dovrebbero essere considerati in parte colpevoli del drammatico stato di cose, in quanto inosservanti delle restrizioni citate. Come raccontato dal quotidiano inglese, «Kim Kardashian è stata multata dalle autorità cittadine per aver utilizzato 232mila galloni in più di acqua rispetto al minimo consentito». La socialite vive in una villa dal valore di 60 milioni di dollari a The Oaks, un esclusivo quartiere residenziale, ed è stata multata diverse volte per l'enorme spreco d'acqua. Lo stesso vale per sua sorella Kourtney ma anche per Stallone, Kevin Hart oppure l'ex stella Nba Dwayne Wade e la moglie Gabrielle Union.
Un vicino delle Kardashian ha dichiarato: «Queste celebrità non hanno il senso del diritto. A tutti è stato detto di ridurre il consumo d'acqua proprio per via di questa situazione, per preservarla per combattere gli incendi. Invece hanno continuato a innaffiare perché possono permettersi di pagare le multe». Le prime multe furono comminate nel 2022 e Mike McNutt, all'epoca portavoce del distretto idrico municipale di Las Virgenes, aveva confermato che per le stelle di Hollywood le multe non costituivano certo un deterrente perché «hanno un sacco di soldi e se volessero potrebbero spendere cinquemila dollari al mese per una bolletta dell'acqua».
Il caso dei pompieri privati - La rabbia dei residenti dei quartieri devastati dalle fiamme si è rivolta anche ai pochi fortunati che si sono potuti permettere di ingaggiare dei pompieri privati per domare le fiamme. Questi servizi privati possono avere un costo di duemila dollari all'ora ed è quindi chiaro che siano appannaggio esclusivo dei milionari. Alcuni giorni fa, ad esempio, il co-fondatore della società di investimento immobiliare Get Venture Partners ha provocato la furia degli utenti di X dopo aver chiesto informazioni su come contattare dei pompieri privati per proteggere le sue proprietà del quartiere di Pacific Palisades, dicendosi disposto a pagare «qualsiasi importo». Molte persone gli hanno rinfacciato «un'incredibile faccia tosta. La sua famiglia è stata evacuata e lui sta cercando di assumere pompieri privati, mettendo a rischio le loro vite, per salvare una casa che sicuramente ha assicurato». Un altro utente gli ha chiesto provocatoriamente perché «delle risorse potenzialmente salvavita dovrebbero essere dirottate per salvare la tua casa solo perché sei ricco, mentre decine di migliaia di persone vengono evacuate?».
I servizi antincendio privati sono spesso molto criticati perché visti come ulteriore prova di una già evidente diseguaglianza sociale ma, come confermato da Don Holter, proprietario della Mt.Adams Wildfire, una nota società privata di servizi antincendio, le domande di assistenza sono notevolmente aumentate nel corso degli anni. Il costo di tali servizi può arrivare anche a quattro o cinquemila dollari al giorno per una piccola squadra di soccorso, mentre un ente pubblico potrebbe pagarne anche 20mila, a seconda delle dimensioni della proprietà e dalle attrezzature e dal numero di persone che è stato necessario impiegare.
In occasione dei devastanti incendi scoppiati a Los Angeles nel 2018, la coppia formata all'epoca da Kim Kardashian e Kanye West ingaggiò un servizio di pompieri privati per una cifra molto elevata esponendosi, fin da allora, a una serie di aspre critiche. Bisogna inoltre pensare che il costo per installare un idrante privato si aggira intorno ai 100mila dollari, ed è necessario pagare all'azienda idrica una tassa di quasi 40mila dollari per avere accesso all'acqua.
Se è vero che l'eccessivo sfoggio di ricchezza attira delle critiche, c'è anche chi rimarca sui social media che «gli eventi di questa settimana hanno dimostrato che non ci si può fidare della città per proteggere la propria abitazione. Ho i soldi, quindi perché no?», rimarcando il fatto che non sia una colpa poter tutelarsi al meglio. A prescindere dalle critiche, la situazione a Los Angeles continua a essere drammatica.