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Crisi di eBay e crollo delle vendite. Cosa sta succedendo al commercio online

Il periodo glorioso sembra ormai un ricordo lontano a causa della congiuntura economica internazionale.
Il periodo glorioso sembra ormai un ricordo lontano a causa della congiuntura economica internazionale.

La notizia che eBay taglierà, a breve, il 9% della sua forza lavoro non è stata una vera sorpresa. Da diverso tempo quella che un tempo era la piattaforma di vendite online più famosa al mondo vive un periodo di crisi che, complice una molteplicità di fattori, non accenna a finire. Come dichiarato da Jamie Iannone, amministratore delegato di eBay, in una lettera indirizzata ai propri dipendenti, che «nonostante i progressi nella strategia aziendale, il nostro organico complessivo e le nostre spese hanno superato la crescita della nostra attività. Per affrontare questo problema, stiamo implementando cambiamenti organizzativi (...) per migliorare e soddisfare meglio le esigenze dei nostri clienti in tutto il mondo». Oltre ai tagli dei posti di lavoro, l'azienda provvederà anche a ridurre il numero di contratti all'interno della cosiddetta "forza lavoro alternativa". «Non sono azioni che prendiamo alla leggera. Tutto ciò non è facile» ha dichiarato Iannone.

IMAGO / Enters

La nascita di eBay: dall'idea di Pierre Omidyar alla sua prima vendita online - Fondata dal programmatore di origini iraniane, naturalizzato statunitense, Pierre Omidyar, eBay ha fatto la sua comparsa online nel 1995, con il nome di AuctionWeb, come sito d’asta. L'idea originaria del suo creatore era, infatti, di creare uno spazio per tutti coloro che volevano rivendere dei vecchi oggetti, fissando un prezzo di partenza e dando il via a un'asta pubblica nel quale il bene veniva poi assegnato al miglior offerente. Il sito era totalmente gratuito e AuctionWeb tratteneva solo una percentuale sulla vendita finale. La piattaforma, di per sé, era molto semplice e comprendeva poche categorie di prodotti, ma adottava già un sistema di feedback per esprimere un giudizio sull'affidabilità dei venditori. Il primo oggetto venduto fu un laser rotto, per la cifra di 14,83 dollari, acquistato da un collezionista di tale genere di oggetti.

L'ascesa di eBay nel mercato online - Nel settembre del 1997, Omidyar aprì il dominio di eBay che, da allora, conobbe anni di immensa fortuna. Dopo aver siglato l'accordo per la vendita di biglietti ferroviari e aerei gli annunci pubblicati sul sito ebbero una impennata, passando dai duecentocinquanta mila del 1996 agli oltre due milioni dell'anno successivo. Il 21 settembre del 1998 la società fece il suo esordio in Borsa, rendendo milionario il suo fondatore, mentre nel 2002 siglò un accordo con Paypal, il noto sistema di pagamenti elettronici. Anche in questo caso la strategia adottata fu vincente: le norme di protezione per l'acquirente vennero applicate solo nel caso in cui l'oggetto fosse stato acquistato tramite pagamento elettronico, mentre qualsiasi altro tipo di transazione venne vietata.

IMAGO / Wolfgang Maria Weber

Le prime forme di commercio online - Si parla di un'epoca che ha visto il fiorire di tantissimi siti di vendite online che sono il prodotto dei primi tentativi di creare delle realtà simili risalenti addirittura alla fine degli anni Sessanta. È proprio di quegli anni la fondazione, da parte di John R. Goltz e Jeffrey Wilkins, di CompuServe, la prima azienda di servizi informatici online che utilizzava una connessione dial-up.

Secondo il giornalista e scrittore John Markoff, invece, tra i primi esperimenti di e-commerce va annoverata anche la vendita di cannabis operata, negli anni Settanta, da un gruppo di studenti di Stanford utilizzando il progetto Arpanet, ossia una rete di computer collegati fra loro per uno scambio di informazioni. Nel 1979, invece, lo shopping online venne introdotto in Gran Bretagna da Michael Aldrich che ebbe l'idea di collegare, tramite una linea telefonica, un televisore a un computer, elaborando le prime transazioni multiutente in presa diretta. Il sistema venne poi commercializzato negli anni Ottanta fornendo scambi commerciali tra imprese e imprese (B2B) e da azienda a consumatore (B2C) in diversi Paesi europei. La stessa tecnologia permise la creazione in Francia, nel 1980, di Minitel, una rete commerciale, promossa dall'azienda di poste e telecomunicazioni statali, che permetteva di svolgere una serie di operazioni online come effettuare degli acquisti, prenotare dei biglietti del treno, o verificare le quotazioni in borsa.

La consacrazione del commercio online dagli anni Novanta - Nonostante questi primi tentativi, è stato negli anni Novanta che i siti di vendite online hanno avuto la loro reale consacrazione. Uno dei primi fu "Book Stacks Unlimited", un negozio online di libri creato nel 1992 da Charles M. Stack, mentre il primo acquisto avvenne nel 1994 nel sito "Net Market" quando l'imprenditore Dan Kohn vendette un cd di Sting a un suo amico residente a Philadelphia che lo pagò, tramite carta di credito, la cifra di 12,48 dollari più spese di spedizione.

Questo pagamento viene generalmente indicato come la prima transazione digitale sicura grazie all'utilizzo di Netscape, un browser capace di criptare i dati sensibili, in entrata e uscita, del venditore e del compratore online. Tantissimi altri siti sono stati creati proprio in quegli anni. Nel 1995, un giovane Jeff Bezos spedì dal garage della propria abitazione il primo libro venduto sul proprio sito Amazon che, pochissimo tempo dopo la propria creazione, venne definito come "la più grande libreria del mondo".

Tra le maggiori innovazioni introdotte da Amazon vi sono la possibilità di ricercare un prodotto attraverso delle parole chiave e il sistema, visto anche su eBay, di lasciare delle recensioni sulla qualità del prodotto e l'affidabilità del venditore. Amazon ed eBay sono state società di vendite online che hanno fatto da apripista a tutte quelle create successivamente, tra la fine degli anni Novanta e il Duemila.

IMAGO / Xinhua

Una crisi che ha colpito più protagonisti del settore -Tra queste non si può non parlare di Alibaba, il colosso cinese fondato nel 1999 dall'imprenditore Jack Ma per connettere produttori cinesi con acquirenti e distributori stranieri. La multinazionale cinese, comprendente un insieme di aziende quali AliExpress o Alipay, che pure era riuscita nel 2012 a guadagnare più di Amazon ed eBay messe insieme, vive anch'essa un momento di crisi sia per la politica restrittiva del governo cinese nei confronti del settore tecnologico, sia per la volubilità dei consumatori sempre più preoccupati dell'indebolimento dell'economia cinese negli ultimi anni.

Una crisi simile la stanno vivendo anche Zalando, marketplace tedesco fondato nel 2008 da David Schneider e Robert Gentz, che permette a marchi e rivenditori di terzi di vendere i propri prodotti sulla propria piattaforma, ed Etsy, piattaforma dedicata all'artigianato e alle creazioni fatte a mano. Anche Asos, colosso della moda inglese, dai fasti degli anni passati si trova a fare i conti con un notevole calo di vendite che ha portato a una perdita, lo scorso anno, di 300 milioni di sterline e un calo del fatturato di 3,5 miliardi. Secondo gli analisti, tale tendenza al ribasso continuerà anche nell'anno in corso con una prevista variazione negativa stimata tra il 5% ed il 15%.

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Gli investimenti errati dovuti alla pandemia in un periodo di falsa crescita - Dopo la pandemia, periodo che ha segnato il successo dei siti di e-commerce come strumento ideale per fare acquisti pur stando chiusi in casa, la situazione è diventata generalmente meno florida, tanto da comportare riduzioni di personale e bilanci in perdita per miliardi. Di sicuro, a determinare tale stato di cose, concorrono l'attuale instabilità geopolitica e il rincaro di determinate materie prime e dei costi di produzione, che hanno influito sul costo dei beni. Rilevante è stata anche la ripresa dell'attività da parte dei negozi che hanno portato i consumatori a non dover più avere i siti di vendita online come unica alternativa per effettuare degli acquisti.

Durante la pandemia da Covid-19 la percentuale di vendite online è stata cinque volte più veloce rispetto ai periodi precedenti e, specialmente negli Stati Uniti, si è parlato di un salto in avanti di dieci anni in appena tre mesi di tempo. Nel primo trimestre del 2021, secondo i dati forniti da Shopping Index di Salesforce, si è registrata una crescita pari al 58% su base annua contro un valore di crescita del 17%.

La spinta propulsiva del commercio online, però, è andata a scemare nei mesi successivi e, non appena i negozi fisici hanno riaperto i battenti, implementando i propri servizi e forniture, molti clienti sono tornati a fare acquisti di persona. Il successo registrato in epoca pandemica ha spinto molti siti di e-commerce a fare investimenti troppo ambiziosi, e ad assumere più personale di quanto poi necessario in epoca immediatamente successiva. Se a ciò si aggiunge la crisi economica e le crisi internazionali in corso, si capisce perché il commercio online stia vivendo un periodo che appare ben lontano da quello glorioso dei propri esordi.


Appendice 1

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