Travail.Suisse e UBS Outlook Switzerland concordano nel registrare un futuro lieve aumento dei salari, in particolare per i settori in cui vige un contratto collettivo, ma non sufficiente a far fronte alla forte pressione sul potere d'acquisto.
Mancano ormai poche settimane all'arrivo dell'anno nuovo e secondo lo studio annuale condotto dalla UBS, l'UBS Outlook Switzerland, si potrà brindare al 2024 e all'aumento salariale: i salari saranno in media più alti dell'1,9% rispetto a quelli del 2023.
Un aumento che secondo la Travail.Suisse, una confederazione sindacale Svizzera, è previsto in particolare per i settori regolamentati da un contratto collettivo di lavoro. I migliori risultati sono stati raggiunti in alcuni rami dal salario basso, come per esempio quello dei parrucchieri, mentre sono fallite le trattative nel settore principale della costruzione e alla Confederazione.
Perché diminuisce il potere di acquisto?
Se i salari aumentano, perché diminuisce il potere di acquisto? L'aumento dei salari previsto contribuisce solo a combattere l'inflazione: l'aumento dei prezzi al consumo è dell' 1,7%, ma non vengono tenuti in considerazioni altri aumenti che incidono sulle tasche dei lavoratori come ad esempio quello degli affitti, i costi dell'energia e l'aumento delle assicurazioni sanitarie che non viene preso in considerazione per il calcolo dell'inflazione. In particolare Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP), ha fatto sapere che i premi delle assicurazioni malattie previsti per l'anno 2024 saranno dell'8,7% più alti del 2023.
Nonostante gli aumenti salariali, le buste paga dei lavoratori risultano quindi più basse in termini reali.
E i frontalieri?
Anche il reddito dei frontalieri sarà più basso in termini reali, nonostante non siano tenuti a pagare l'assicurazione malattie, il confronto tra salario medio e inflazione va fatto con i prezzi al consumo italiani. Dai dati Istat l'amento del costo della vita nel 2023 è stato del 5,7% mentre dovrebbe dimezzarsi per il 2024 arrivando a +2,6% un dato positivo ma, come possiamo vedere, comunque superiore all'aumento salariale medio.
Variazioni salariali
Ecco le variazioni salariali raccolte dallo studio di UBS per ogni singolo settore: l'aumento più consistente è quello del settore pubblico che registra un +2,2%, segue il +2% che accomuna più settori quali: orologi e gioielleria; servizi IT e telecomunicazioni; materiali; metallurgico; ingegneria elettrica; logistica; turismo, sport ed educazione; energia, utility e trattamento dei rifiuti; chimica e farmaceutica; macchinari; servizi finanziari; servizi alle imprese; costruzioni; commercio al dettaglio; automotive. +1,9% per il settore sanitario, i servizi sociali e il settore tessile, seguito dal settore dei beni di consumo con il +1,8%. Fanalini di coda i settori di commercio all'ingrosso e alimentare con un +1,5% e il settore dei media che registra il +1%.
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