La Swiss national bank ha tagliato a sorpresa i tassi di interesse provocando un’immediata svalutazione del franco svizzero
Si dice che una rondine non fa primavera, ma nel primo giorno di primavera una rondine ha volato nel cielo della Svizzera portando con sé una notizia positiva per gli imprenditori svizzeri, meno per i frontalieri. Giovedì 21 marzo Thomas Jordan, presidente della Swiss national bank (SNB), ha annunciato il taglio del tasso di interesse di riferimento di 0,25 punti percentuali, portandolo dal precedente 1,75% all’attuale 1,50%. La decisione è arrivata inattesa per la maggior parte degli analisti, anche se qualcuno vociferava sulla possibilità che il presidente dimissionario Thomas Jordan avrebbe potuto battere le altre Banche centrali sul tempo decidendo di tagliare per primo i tassi di interesse. Il taglio è stato reso possibile dall’efficace lotta contro l’inflazione combattuta negli ultimi due anni e mezzo, come dichiarato nel comunicato della SNB di giovedì 21 marzo. L’inflazione si è attestata al di sotto del 2% per diversi mesi, nell’area considerata dalla SNB di stabilità dei prezzi.
Sui mercati valutari si è registrata un’immediata svalutazione del franco svizzero. Dopo la pubblicazione della decisione, il cambio EUR/CHF è arrivato a 0,97828, proseguendo un movimento che era già in corso da febbraio. Da allora la valuta elvetica si è rivalutata di oltre il 4,5% sull’euro. La debolezza del franco è una buona notizia per le aziende di esportazione svizzere che possono tirare un sospiro di sollievo dopo un periodo in cui, a causa di una valuta domestica troppo forte, avevano visto diminuire il numero degli ordini in entrata (ne abbiamo parlato nell’articolo: “Il franco svizzero troppo forte costringe le industrie al lavoro ridotto”).
Meno positiva la notizia per i frontalieri che, lavorando in Svizzera ed essendo pagati in franchi, vedono scendere il loro potere di acquisto. Ma quanto potrà durare questa svalutazione del franco?
Prossime mosse della SNB
“La nostra decisione tiene conto del netto calo della pressione inflazionistica e dell’apprezzamento reale del franco avvenuto nell’ultimo anno” ha commentato il presidente della SNB Jordan, aggiungendo poi: “Nel contesto attuale l’incertezza rimane tuttavia elevata. Pertanto, osserveremo attentamente l’ulteriore evoluzione dell’inflazione e se necessario adegueremo nuovamente la politica monetaria. Ribadiamo anche la nostra disponibilità ad agire all’occorrenza sul mercato dei cambi”.
Non è facile, a questo punto, ipotizzare quali saranno le future decisioni della SNB, che ha in programma durante l’anno meno riunioni rispetto a quelle previste dalle altre banche centrali Fed e BCE.
Secondo Enrico Lanati, cambiavalute professionista di Cambiavalute.ch, la svalutazione del franco svizzero dopo la decisione della SNB “è un evento normale e potrebbe estendersi ancora. Tuttavia nel lungo periodo la valuta elvetica mantiene sempre il suo ruolo di valuta rifugio e pertanto ci aspettiamo che torni ad apprezzarsi come ha fatto negli ultimi dieci anni”.
Sarà interessante vedere se la mossa di Jordan stimolerà anche le altre banche a prendere decisioni simili, considerando però che la Fed e la BCE supervisionano economie che necessitano stimoli diversi rispetto a quelli che servono all’economia Svizzera.
Rispetto a questo punto, Giacomo Calef, country head di NS Partner, dichiara: “A nostro avviso, questo non dovrebbe avvenire, in quanto le azioni delle diverse Banche centrali fanno riferimento ai contesti macroeconomici dei propri Paesi di riferimento”.
Le previsioni della SNB sull’inflazione e sul PIL
Le previsioni di inflazione pubblicate dalla Banca centrale svizzera puntano al ribasso rispetto a quanto era stato previsto nel mese di dicembre 2023 quando si attendeva rispettivamente 1,9% per il 2024 e 1,6% per il 2025.
A oggi, basando la stima sull’assunto che il tasso guida della SNB rimanga sull’1,5% lungo tutto l’orizzonte di previsione, per i prezzi al consumo l’aspettativa si attesta all’1,4% per il 2024, all’1,2% per il 2025 e all’1,1% per il 2026.
Per quanto riguarda la crescita economica, nel quarto trimestre del 2023 il prodotto interno lordo è cresciuto con moderazione. Si è registrata una crescita nel settore dei servizi mentre è aumentata lievemente la disoccupazione. Le previsioni dicono che la crescita rimarrà ancora contenuta per i prossimi mesi, come si legge sulla nota della SNB: “Nei prossimi trimestri la crescita rimarrà presumibilmente contenuta. Ad avere un effetto frenante sono la debole domanda estera e l’apprezzamento reale del franco intervenuto nell’ultimo anno. Nel complesso il PIL in Svizzera dovrebbe aumentare nel 2024 di circa l’1%. In questo contesto è probabile che la disoccupazione continui a salire gradualmente e che il livello di utilizzo delle capacità produttive diminuisca ancora in lieve misura”.
Nel documento della SNB, si fa riferimento a una significativa incertezza che potrebbe intervenire sulle previsioni fatte, in particolare il “rischio principale è un’evoluzione congiunturale più debole di quanto previsto” per l’economia estera.
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