La Casa del tè al Monte Verità è espressione di un turismo culturale e sostenibile
ASCONA – Il Giappone ha riaperto i confini a tutti i turisti internazionali e li aspetta per meravigliarli con i suoi tesori. Questa riapertura significa un nuovo inizio per il Giappone ed è in tale ottica che l’Ente Nazionale del Turismo Giapponese intende promuovere un turismo più sostenibile per rivitalizzare soprattutto le aree rurali, che sono state colpite duramente dalla pandemia. La cultura del tè ne è sicuramente un aspetto caratterizzante.
Il tè giunse in Giappone dalla Cina intorno all’ottavo secolo. Inizialmente consumato dai monaci zen come stimolante per restare svegli durante le lunghe e faticose sessioni di meditazione cui si sottoponevano, è divenuto successivamente bevanda apprezzata dall’aristocrazia, per poi diffondersi tra la popolazione.
Le basi del frugale stile wabi, fondamento dell’odierna Via del tè, o Chado, sono state elaborate dal monaco Takeno Joo (1502-1555) e ulteriormente codificate dal discepolo Sen no Rikyu (1521-1591), una delle figure più importanti legate alla filosofia del tè.
La tradizione vuole che la cerimonia del tè si svolga in una casa del tè appositamente costruita chiamata chashitsu, in cui il pavimento è ricoperto di tatami e ospita un focolare incassato. I materiali impiegati per la costruzione e la decorazione sono volutamente essenziali.
Il maestro del tè utilizza numerosi utensili specifici, tra cui una ciotola chawan, un mestolo di bambù per mescolare il tè in polvere e una frusta speciale, detta chasen, anch'essa in bambù.
Sebbene le attente azioni della cerimonia del tè varino leggermente tra le diverse scuole, esistono numerose analogie. Prima di entrare nella sala di attesa della casa del tè, gli ospiti si tolgono le scarpe. Accolti dal silenzioso inchino dell'ospite, eseguono il rituale di purificazione presso il lavabo in pietra, lavandosi le mani e sciacquandosi la bocca prima di entrare nella stanza dal pavimento di tatami, dove ci si aspetta che facciano commenti sulla pergamena appesa nella nicchia o sulla disposizione dei fiori di stagione.
Non appena gli ospiti si siedono sulle ginocchia, nella posizione seiza, il maestro del tè dà inizio alla cerimonia pulendo meticolosamente gli utensili in un ordine preciso. Il tè viene preparato in un bollitore sopra un fuoco a carbone, prestando grande attenzione anche ai dettagli. Infine, l'infuso viene versato in una ciotola e servito al primo ospite, il più importante.
Ci si aspetta che chi la riceve alzi la ciotola in segno di rispetto nei confronti del maestro del tè, la ruoti leggermente per evitare di bere dalla parte frontale, ne beva un sorso e si congratuli con il maestro per il gusto e la ciotola in cui è servito. La scodella viene poi passata all'ospite successivo, che ripete la procedura, finché tutti gli ospiti non avranno assaggiato il tè.
Numerosi templi, giardini giapponesi tradizionali, edifici culturali e alberghi hanno delle case da tè dove i visitatori possono partecipare a una cerimonia, specialmente a Kyoto, antica capitale e ancora oggi centro della cultura giapponese tradizionale. Anche se una cerimonia del tè formale completa può durare diverse ore, molti luoghi propongono versioni abbreviate, talvolta più adatte agli ospiti stranieri.
In Ticino la Casa del Tè si trova sul Monte Verità, al di sopra di Ascona, nella piccola piantagione del tè, ed è completamente dedicata all'incontro legato al tè. Il visitatore percorre il sentiero del tè attraverso il giardino del tè, riposa nel padiglione del tè, presso il giardino zen con vista sul lago luccicante, entra nella casa del tè, godendosi una ciotola di tè, mentre discute sulla cultura del tè e l’essenza della vita.
Le cerimonie del tè giapponese vengono celebrate nello Chashitsu; lo spazio del tè giapponese nella Casa del Tè ed hanno luogo il primo e il terzo sabato del mese, mentre la casa è aperta tutti i sabati dalle ore 11 alle 17.
Testo a cura di Claudio Rossetti
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Foto: La casa e il tè (di JNTO)