Arno Rossini: «Ronaldo in giallorosso? La Roma ha un mister prestigioso ma non è un club prestigioso»
«Ronaldo? Può andare solo in una società più grande di lui. Se il giocatore è più grande del club, il giochino non funziona».
MANCHESTER - Arrivato la scorsa estate e comunque riuscito a firmare un’annata delle sue (18 gol in 30 partite di Premier League), Cristiano Ronaldo ha già le valigie pronte: Manchester potrebbe a breve non essere più la sua casa. Colpa, questa smania di partire, della nomina di ten Hag come allenatore dei Red Devils. Con un mister "giochista" come l'olandese, CR7 preferisce infatti cambiare aria.
Ma per andare dove, visto che anche lo United, ci fosse la possibilità, lo scaricherebbe volentieri? Radio mercato parla con insistenza di tre destinazioni: Roma, Chelsea e Bayern Monaco.
«A 37 anni compiuti il portoghese è ancora un giocatore da prendere subito, senza pensarci troppo - ha sottolineato Arno Rossini - è un'assicurazione d’oro, è una polizza sicura, una toppa di lusso da almeno 20 gol».
Ecco, dell’età si è molto parlato.
«CR7 dimostra e si sente meno degli anni che realmente ha. E questo perché è un professionista puntiglioso, attento a ogni aspetto del suo lavoro, dall’allenamento, al recupero, all’alimentazione. Stiamo insomma parlando di un ragazzo ancora in grado di fare la differenza».
Di un calciatore egoista.
«Egoista lo è sempre stato e con il tempo non è certo migliorato. Anzi ora lo è più di prima. Fino a qualche anno fa giocava cinque palloni e uno lo passava, ora ne tocca meno, diciamo tre, e tira sempre. Le sue doti sono però indiscutibili».
Come il suo stipendio. Vale la pena investire 30 milioni di euro, o qualcosa del genere, per averlo in squadra?
«Sono tanti soldi, è vero; il portoghese è però un'azienda. Un'azienda in grado di far crescere il valore complessivo del club nel quale gioca. Pensate anche solo ai social network: con lui in bianconero la Juventus ha visto i suoi profili “esplodere”. Poi una parte dell’ingaggio potrebbe tranquillamente “rientrare” con contratti di sponsorizzazione o incassi delle amichevoli».
Partiamo dalla Roma.
«I giallorossi hanno un mister prestigioso. Ma per accogliere il lusitano serve un club prestigioso e quello della capitale italiana non lo è. Ronaldo può andare solo in una società più grande di lui. La società deve essere più grande del giocatore, non il contrario, altrimenti il giochino non funziona».
Il Chelsea allora.
«Penso che, se alla fine lascerà Manchester, CR7 andrà in uno dei migliori otto club d'Europa. Uno pronto a fare almeno i quarti di finale di Champions League. Quello Blue è sicuramente uno di questi. Può davvero arrivare? Non è impossibile. Non dimenticate che a Londra hanno visto partire Lukaku e, semplicemente, potrebbero reinvestire lo stipendio del belga per pagare Cristiano».
Altra ipotesi, la Baviera.
«Se Lewandowski riuscirà a convincere il Bayern a lasciarlo andare al Barcellona, Ronaldo sarebbe il sostituto perfetto. Kahn e soci lo otterrebbero come svincolato e potrebbero “girargli” i soldi destinati al polacco. Economicamente, insomma, all’Allianz Arena non ci perderebbero nulla. Personalmente, con Nagelsmann in panchina, Cristiano lo vedrei bene. In una squadra ordinata come quella tedesca e in un campionato stimolante come la Bundesliga, potrebbe davvero lasciare il segno, potrebbe davvero realizzare tanti gol».
Il campionissimo di Madeira andrebbe però gestito, impresa non semplicissima...
«È un elemento “complicato” nello spogliatoio, sicuro, ma credo basterebbe essere chiari al momento della stipula del contratto e, magari, anche attendersi un pizzico di maturità da parte sua».
In nazionale non hanno di questi problemi.
«È vero ma in fondo Fernando Santos ha la vita facile: non ha alternative. Storicamente, tranne pochissime eccezioni, il Portogallo non ha mai avuto grandi attaccanti; vale lo stesso ora. Dietro Ronaldo c’è il vuoto».