Il 26 settembre la Svizzera si esprime sull'apertura alle coppie gay. Temi e tappe di un lungo percorso.
Le coppie gay esistono ed è inutile voler far finta di nulla in nome dei bei tempi andati in cui la famiglia “era fatta solo da una mamma e un papà”. Le coppie gay sono milioni in tutto il mondo e, come milioni di coppie eterosessuali, si conoscono, si frequentano, convivono e si sposano. Ma solo in pochi Paesi al mondo questo è loro concesso. Nella maggior parte dei casi, laddove non sono perseguitati o uccisi, ma hanno la possibilità di vivere abbastanza serenamente, le coppie gay possono ambire a convivere. Solo nelle legislazioni più evolute possono invece contrarre un matrimonio civile.
Ora, anche la Svizzera è chiamata a esprimersi in merito alla possibilità, per le coppie gay, di sposarsi, adottare dei figli e, nel caso delle coppie composte da due donne, avere accesso alla donazione di sperma nella stessa Svizzera. La data, storica qualsiasi sia l’esito del referendum, è il 26 settembre prossimo, ma della questione si parla, ormai, da anni.
Era il 5 dicembre del 2013 quando il gruppo Verde liberale presentò l’iniziativa parlamentare denominata “Matrimonio per tutti”. Con essa si avanzava la proposta di allargare l’istituto del matrimonio civile anche alle coppie formate da persone dello stesso sesso. Ciò, comporterebbe anche di acquisire lo status di coniugi, con conseguenti diritti e doveri compreso il riconoscimento di tutti i diritti genitoriali connessi. Tra di essi vi sono: la possibilità di adottare insieme un figlio, l’accesso alla medicina della procreazione e la possibilità di poter accedere alla donazione di sperma in Svizzera.
L'obiettivo: "Difendere i diritti fondamentali"
Il matrimonio per tutti, così come concepito nelle intenzioni di chi ha presentato l’iniziativa parlamentare, mira a difendere e ribadire una serie di diritti fondamentali della persona, prima fra tutti la libertà individuale. Per tutti coloro che sono favorevoli alla proposta, non spetta allo Stato definire come condurre la vita privata e famigliare di un cittadino svizzero, ma ogni coppia deve poter decidere liberamente quale assetto giuridico dare alla propria relazione.
Garanzia che il padre biologico non resti anonimo
Altro diritto che si vuole salvaguardare è quello di conoscere la propria filiazione, ossia di conoscere i nominativi dei propri genitori. Dato che in Svizzera la donazione di sperma è riservata solo alle coppie sposate, molte coppie gay viaggiano all’estero per sottoporsi a tale procedura senza che venga loro garantito di poter conoscere il nominativo del donatore. In tal modo non è garantito il diritto del figlio di sapere chi è il proprio padre biologico. Di conseguenza si crea un ingiusto divario con le coppie eterosessuali che si rivolgono a un donatore di sperma in Svizzera garantendo al figlio di conoscere il nominativo del donatore.
Niente maturità surrogata
Stesso discorso dicasi per la medicina della procreazione assistita a cui possono accedere, attualmente, le coppie sposate. Di fatto, la liberalizzazione dell’istituto del matrimonio, così come ribadito dai promotori dell’iniziativa, non comporta l’accesso a pratiche che in Svizzera rimarrebbero comunque vietate a tutte le coppie: donazione anonima di sperma, la donazione di ovuli e la maternità surrogata.
Consiglio federale a favore
Dopo due lunghi anni, il 25 marzo del 2015 il Consiglio federale pubblicò un rapporto in cui si esprimeva a favore della modernizzazione del diritto di famiglia, ritenendo giusto discutere l’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso. Nel settembre dello stesso anno, dopo che la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAGN) ebbe dato seguito all’iniziativa parlamentare, lo stesso fece la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAGS).
Iniziativa del PPD respinta
Nel febbraio del 2016, l’iniziativa popolare del PPD contro gli svantaggi fiscali per le coppie sposate e, implicitamente, contro il matrimonio per tutti venne respinta mentre l’Ufficio federale di giustizia dichiarava non necessaria una modifica costituzionale, ma solo una legislativa, per l’introduzione di tale istituto. Nell’agosto del 2019, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale presentò un disegno di legge sul matrimonio per tutti, ma la maggioranza si espresse in maniera contraria alla possibilità di dare accesso alla donazione di sperma.
L’11 giugno del 2020, il Consiglio nazionale approvò il matrimonio per tutti, compresa la donazione di sperma per le coppie lesbiche e nel novembre dello stesso anno, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati decise che tale istituto poteva essere introdotto per via legislativa. Il 18 dicembre 2020, entrambe le Camere approvarono il progetto nel voto finale.
«Intollerabile»: è referendum - Il 12 aprile 2021, tre comitati referendari hanno presentato un totale di 69'392 firme contro la modifica del 18 dicembre 2020 del Codice civile svizzero. Ed eccoci al 26 settembre prossimo, data fissata dal Consiglio Federale come data del referendum che si esprimerà in merito a tale modifica legislativa. Tra i maggiori promotori della proposta referendario figura l’Udc, il primo partito in Svizzera, per il quale «è intollerabile mettere sullo stesso piano un matrimonio con una forma di convivenza».
«Lo Stato non deve giudicare la vita privata e famigliare dei cittadini» - Di sicuro, l’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso ha spaccato in due l’opinione pubblica tra chi è favorevole a tale svolta e chi, invece, non lo è affatto. I sostenitori del Sì per il voto referendario, invocano il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. In forza di ciò, non deve esistere una distinzione tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali per aver accesso all’istituto del matrimonio civile, rimanendo quello religioso comunque precluso alle coppie gay nelle principali confessioni svizzere. «Non vi è alcun motivo di trattare in maniera diversa comunioni domestiche in funzione del fatto che il partner sia dello stesso sesso o no», ha affermato in merito la consigliera federale Karin Keller-Sutter, secondo la quale «lo Stato non deve giudicare la vita privata e famigliare dei cittadini, né dire come devono organizzarla».
Oltre all’importantissimo valore simbolico che il matrimonio assume per tante coppie gay, viene anche rimarcato il fatto che, sposandosi, si assumono in toto i doveri e i diritti dei coniugi anche in campi per ora preclusi alle coppie formate da persone dello stesso sesso. Trattasi, in particolar modo, della possibilità di adottare un figlio, accedere alle tecniche della procreazione assistita, solo quelle ammesse per le coppie eterosessuali, e poter ricevere la donazione di sperma, non anonima, così come previsto per le coppie svizzere sposate civilmente.
«Il matrimonio è tra un uomo e una donna» - Per il partito del ‘No’, il «matrimonio è la comunione naturale di vita tra un uomo e una donna». Permettere il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso, quindi, scombinerebbe l’ordine naturale delle cose. Altro argomento portato avanti a sostegno di tale posizione è quello secondo il quale il matrimonio civile per tutti viene introdotto «di nascosto», scavalcando la Costituzione. Si ritiene inoltre inutile allargare l’istituto del matrimonio civile anche alle coppie gay dal momento che queste ultime possono formalizzare il loro essere coppia attraverso l’istituto dell’Unione domestica registrata. La domanda che si pone chi è contrario è cosa avverrà se, dopo il paternariato registrato e l’adozione del figliastro per le coppie omosessuali, si permetterà loro di sposarsi. Il famoso adagio “Dove andremo a finire di questo passo?”.
L'unione domestica, uno strumento "imperfetto" secondo i sostenitori del "Sì" - È vero che le coppie gay hanno la possibilità di registrare la propria unione presso i registri dell’Ufficio civile, ma, come vedremo, tale possibilità offre loro minori garanzie e diritti rispetto a un matrimonio civile vero e proprio. Inoltre, come detto prima, il matrimonio definisce più formalmente, e con una carica simbolica più alta, l’unione tra due persone che si amano rispetto alla mera registrazione di una convivenza in Comune. L’Unione domestica registrata rappresenta, in ogni caso, un grande passo avanti nella modernizzazione della società svizzera. Introdotta con la Legge federale del 18 giugno 2004, è stata sottoposta al referendum nazionale il 5 giugno del 2005, in occasione del quale il 58% degli svizzeri si è pronunciato a favore delle unioni civili, garantendo alle coppie omosessuali gli stessi diritti e gli stessi doveri delle coppie eterosessuali, eccezion fatta per la fecondazione in vitro e l’adozione. La legge ha avuto effetto dal 1 gennaio 2007, momento a partire dal quale le coppie gay hanno potuto finalmente registrare la propria unione. Il termine preciso è "Unione domestica registrata".
Per potervi accedere sono necessari una serie di requisiti: aver compiuto il diciottesimo anno di età ed essere capace di discernimento, non essere coniugati né vincolati da un’unione domestica registrata e non essere parenti in linea retta, a prescindere che il legame si fondi sul sangue o sia frutto di adozione. Inoltre uno dei partner deve essere domiciliato in Svizzera o averne la cittadinanza e, nel caso di persona interdetta è necessario avere il consenso del rappresentante legale. Due partner stranieri non residenti non possono costituire una unione domestica registrata in Svizzera. I partner, in possesso dei requisiti richiesti e dei documenti necessari, possono rivolgersi all’ufficio di stato civile, al domicilio di uno di loro, e ottenere il formulario necessario per poi procedere alla registrazione dell’unione domestica. L’ufficiale si stato civile registra le dichiarazioni di volontà della coppia di voler costituire una unione domestica registrata e fa loro firmare il relativo certificato di unione. L’ufficiale rilascia poi l’attestato di unione che certifica l’avvenuta registrazione. Nel caso di cittadini svizzeri risedenti all’estero, questi possono presentare domanda tramite la competente rappresentanza diplomatica o consolare svizzera. Un’unione domestica validamente registrata all’estero è riconosciuta in Svizzera se conforme ai principi dell’ordinamento giuridico svizzero.
Similitudini... - Con la registrazione dell’unione domestica si acquisisce lo stato civile di ‘in unione domestica registrata’ mentre, in caso di scioglimento, lo stato civile è ‘unione domestica sciolta’. L’unione domestica registrata non ha alcun effetto sul cognome dei partner né sul luogo di attinenza, ma si è liberi di accompagnare il proprio cognome con quello del partner, separati da un trattino. Con la registrazione dell’unione domestica, i partner si devono vicendevolmente assistenza e rispetto e ognuno, secondo le proprie forze, deve contribuire al mantenimento della propria unione domestica. Il regime patrimoniale adottato è del tutto simile a quello della separazione dei beni: ciascun partner può disporre liberamente dei propri averi e risponde unicamente dei propri debiti. Nel campo del diritto tributario e del diritto successorio, le coppie omosessuali sono parificate ai coniugi e, in caso di decesso del partner, la posizione giuridica del superstite è uguale a quello di una vedova o di un vedovo, con riferimento all’Avs e alla previdenza sociale.
... e differenze rispetto al matrimonio - A fronte di tanti diritti riconosciuti, però, vi sono notevoli differenze rispetto a una coppia unita in matrimonio. Alle persone vincolate da una unione domestica registrata non è consentito adottare un figlio né far ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita. Se uno dei due o entrambi i partner hanno dei figli propri, l’altro deve contribuire al loro mantenimento e, in caso di malattia o assenza, ne assume la rappresentanza legale. A oggi, le persone unite da una unione domestica registrata possono adottare il figlio del o della partner ma, come detto, non procedere all’adozione di un bambino estraneo ai partner.
Adozione sì, maternità surrogata no - Con l’approvazione del matrimonio civile per le coppie omosessuali queste macroscopiche differenze verrebbero meno. Le persone sposate possono accedere all’istituto dell’adozione, alla medicina della procreazione e alla donazione di sperma. A dispetto di quanto erroneamente creduto da tante persone, invece, rimarrebbero vietate, sia per coniugi eterosessuali che omosessuali, le donazioni di sperma anonime, le donazioni di ovociti e la maternità surrogata. Nel caso di vittoria del ‘Sì’ nell’esito referendario, le unioni domestiche registrate potranno essere trasformate in matrimoni, ma non potranno esserne celebrate di nuove.
Il 26 settembre prossimo, la Svizzera si troverà davanti a un bivio: se allinearsi o meno agli altri Paesi al mondo che già ammettono i matrimoni tra coppie omosessuali. Nel 2007, quando in Svizzera si discuteva dell’unione domestica registrata, in Norvegia, Svezia, Islanda, Paesi Bassi e Spagna era ammesso il matrimonio, con tutti i diritti genitoriali annessi, per le coppie omosessuali.
In Europa soluzioni diverse - Attualmente, in Europa, il matrimonio è legalmente riconosciuto in 16 Stati, tra cui il Portogallo, il Regno Unito, la Germania e la Francia e in altri 11 Paesi è riconosciuta una qualche forma di unione civile. Tra questi ultimi figurano l’Italia, la Grecia, la Slovenia e la Svizzera, appunto. In questo caso, alle coppie omosessuali non sono stati concessi tutti i diritti genitoriali annessi: in alcuni casi è concessa l’adozione congiunta di figli non biologici, ma viene negato l’accesso alla procreazione medicalmente assistita e il riconoscimento di un rapporto di filiazione con entrambi i genitori alla nascita. Malta e il Lussemburgo, per esempio, hanno reso accessibile la procreazione medicalmente assistita alle coppie dello stesso sesso, ma non hanno ancora permesso il riconoscimento del rapporto di filiazione con entrambi i genitori alla nascita.
Una popolazione sempre più favorevole - Molto spesso, più del mondo politico, è la società civile a dimostrarsi pronta e aperta alle novità. Un sondaggio del 2016, condotto dall’organizzazione ‘Pink Cross’ per la tutela dei diritti dei gay, ha rilevato che oltre il 69% degli svizzeri era favorevole ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, con il 25% di indecisi e appena il 6% di contrari. Nel 2017, un sondaggio eseguito su di un campione di 17'000 residenti ha rilevato che il 72% degli svizzeri era favorevole al matrimonio egualitario, con un picco del 90% tra l’elettorato del partito dei Verdi e un minimo registrato tra i sostenitori dell’UDC. Non può non notarsi che, con il passare del tempo, cresce la percentuale di coloro che si dichiarano favorevoli alla questione. Nel 2020 l’82% degli svizzeri si è, infatti, detto disponibile all’iniziativa ‘matrimonio per tutti’. Politicamente, tra gli elettori del Partito socialista i favorevoli sono il 95% mentre quelli dell’UDC si attestano sul 65%.
Anche la Chiesa riformata favorevole - Anche la Chiesa Riformata svizzera si è dichiarata favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Lo stesso sondaggio mostra un aumento al 72% delle persone favorevoli all’adozione per le coppie omosessuali, contro il 67% dell’anno precedente. Lo stesso dicasi per l’accesso alla procreazione medicalmente assistita per le coppie lesbiche che si conferma al 72%. Solo il 26 settembre prossimo si avrà conferma o meno se, i dati rilevati dal sondaggio, siano realmente speculari di un sentire diffuso nella società civile. Per alcuni si tratta di un appuntamento con la Storia, per poter compiere un ulteriore passo verso una società egualitaria e inclusiva. Per altri ancora si tratta di allontanare un terribile pericolo che grava sulla famiglia tradizionale.