La Posta ci ha provato. Ma al momento i progetti sono stati interrotti. Soltanto due droni volano ancora
BERNA - Bus autonomi senza conducente. Droni e robot per le consegne. Con questi progetti, negli scorsi anni la Posta ha tentato di mettersi in corsa con gradi aziende tecnologiche globali come Google e Amazon. Ma tali progetti alla fine si sono rivelati essere soltanto «una costosa trovata pubblicitaria» come scrive il portare Inside Paradeplatz, facendo il punto sul loro destino.
Ebbene, la Posta ci ha provato. E sostiene che i tre progetti abbiano permesso di acquisire un'esperienza importante e di gettare le basi per la futura implementazione di droni, robot e bus a guida autonoma. Ma al momento, nessuna di queste soluzioni è riuscita a sopravvivere (eccetto un paio di droni).
Un bus... è finito al museo - Andiamo con ordine, iniziando con il progetto per l'impiego di piccoli bus a guida autonoma. Un progetto di cui avevano riferito anche emittenti televisive coreane. Ma che si è concluso dopo cinque anni e un incidente. I veicoli sono andati in pensione. Un modello è esposto al Museo dei trasporti di Lucerna, come spiega una portavoce interpellata da 20 Minuten.
Poi c'era il robot per le consegne. Era impiegato da Jelmoli, per la consegna di pacchi. Ma era comunque condotto, a distanza, da uno specialista della Posta. La speranza era di poterlo sguinzagliare da solo per le strade di Zurigo. Ma nulla da fare: non ci sono le basi legali. Ora la Posta intende quindi focalizzarsi sui robot per il trasporto di merci all'interno di edifici.
Droni a rischio? - E i droni? La Posta ha dovuto fare i conti con due incidenti. Al momento vengono utilizzati soltanto dall'ospedale universitario di Zurigo e dall'Ospedale regionale di Lugano per il trasferimento di campioni da laboratorio. Ma il loro impiego rischia di trovarsi di fronte a un ostacolo. La regolamentazione UE in materia di droni prevede infatti che non possano essere sorvolati assembramenti di persone. La Confederazione è attualmente in contatto con le autorità europee per l'adozione di tale regolamentazione, che verosimilmente metterebbe a rischio l'impiego dei droni a Zurigo e Lugano.