Pochi screening, minor prevenzione e le patologie si acuiscono. L'esperto: «Si perde fiducia nel sistema sanitario»
ZURIGO - Il mondo post pandemia sta affrontando strascichi tra i più disparati, anche nel settore sanitario. E a farne le spese è, ancora una volta, il comune cittadino.
La mancanza di personale, infatti, rende più difficile la situazione nei pronto soccorso degli ospedali, ma anche negli ambulatori del medico di famiglia. La capacità (in termini di utenza) di questi ultimi - spiega Mario Fasshauer, responsabile dell'associazione zurighese dei pazienti - ha raggiunto il limite.
Procrastinare appuntamenti, visite e controlli diventa così la consuetudine. «Con il Covid, ad ogni ondata gli esami non urgenti venivano messi in secondo piano» sottolinea Fasshauer su 20 Minuten. Conseguenza: molti controlli, soprattutto per la diagnosi precoce del cancro, sono stati posticipati. Le conseguenze però sono devastanti: «Dallo scoppio della pandemia, i medici non hanno mai osservato così tanti tumori in stadio avanzato».
Di solito è il medico di famiglia a indirizzarti verso esami preventivi. Ma se non si riesce a prendere appuntamento e vengono meno gli screening si rischia di trovarsi di fronte a patologie ormai in stadio acuto.
Per Fasshauer il problema è a monte: «Il tempo di consultazione durante il quale i pazienti possono porre domande è troppo breve». Questo atteggiamento rischia di portare a conseguenze negative. «Le persone stanno perdendo fiducia in un sistema sanitario che è composto sì da specialisti ben preparati, ma che non hanno più tempo per i loro pazienti».