La diocesi di Lugano ne ha uno. Ma come avviene la nomina di un esorcista? A colloquio con chi opera in questo settore.
Recentemente a Lugano, è stato nominato l'esorcista della diocesi. Il posto era vacante dal 2020, ossia dalla scomparsa di don Sandro Vitalini. Ma come funziona esattamente la scelta del sacerdote più adatto. Lo abbiamo chiesto a Mons. Fausto Gilardi, responsabile servizio pastorale liturgica, Penitenziere Maggiore del Duomo e delegato Arcivescovile per il collegio degli esorcisti della Diocesi di Milano.Innanzitutto, ci spiega, «tutti i sacerdoti sono "candidabili". È il vescovo che sceglie a seconda delle necessità e delle caratteristiche del prete». E «tutte le diocesi cercano, in genere, di avere uno o più sacerdoti esorcisti» che vengono scelti soprattutto alla luce di «un’esperienza pastorale significativa e abbastanza lunga. Requisiti che danno maggiori garanzie». La loro nomina è «resa pubblica con un atto ufficiale». Ma sull'identità dell'esercista non vengono rilasciate informazioni.
«Il ruolo dell’esorcista, oggi come ieri, è fondamentalmente quello di liberare e di consolare». A dirlo è padre Francesco Bamonte, religioso dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, uno dei 900 sacerdoti ornati di «pietà, scienza, prudenza e integrità» che fanno parte dell’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE). Associazione fondata nel 1994, da padre Gabriele Amorth (foto in basso) e da padre René Chenesseau e di cui ne è vicepresidente dal 2023, dopo diversi anni spesi alla sua guida.
Da sempre, ossia da quando una trentina di anni fa fu ordinato sacerdote a Roma, aiuta le persone vittime della cosiddetta «azione straordinaria del demonio», e ottenere «da Dio il dono della liberazione». Non solo. Supporta anche chi arriva da lui perché si crede vittima del demonio, quando in realtà non lo è. In questo caso aiuta le persone «a liberarsi dalle loro paure immotivate e da tutto ciò che è di ostacolo a vivere una vera vita di unione con il Signore Gesù Cristo».
Stola viola al collo (il cui significato richiama la penitenza), un crocifisso in mano, acqua santa e tanta fede e devozione. Sono gli strumenti con cui gli esorcisti portano avanti il loro ministero: un vero e continuo confronto tra la figura di Gesù Cristo e Satana, il «principe del male», come definito nel Vangelo. Una figura, quella dell'esorcista, avvolta nel mistero e che affascina, credenti e non.
Ma chi si rivolge all’esorcista? «Persone in cerca di risposte a fatti e avvenimenti strani o a situazioni di sofferenza che non sembrano avere una spiegazione naturale», afferma padre Bamonte. Nella mentalità di molti c’è inoltre l’idea di «essere vittime di attacchi diabolici» questo perché sono entrati in contatto «con il mondo dell’occulto». Sono persone di tutte le età ed estrazioni sociali.
Le richieste di aiuto, negli ultimi anni, sono aumentate «considerevolmente», dice. «Le ragioni sono diverse: da un lato c’è un aumento dell’azione diabolica straordinaria (ovvero disturbi diabolici, mali malefici, possessioni…), dovuto al venir meno del “combattimento spirituale”. Dall’altro, il paganesimo pratico e una mentalità superstiziosa imperante aprono molte porte a una possibile azione straordinaria del maligno. Le persone sono così portate a credersi vittime del diavolo, quando in realtà malesseri e disturbi hanno cause naturali». Si stima che solo il 2% delle persone che si rivolgono all’esorcista sia posseduto. Molte volte, racconta, la frequentazione «di maghi o di cartomanti, così come la pratica di sedute spiritiche, e l'appartenenza a sette esoteriche ecc..» porta a considerare questa possibilità o a ritenere che «qualcuno li abbia voluti danneggiare servendosi dell’operato di fattucchieri. Ciascuno ha una propria storia».
Solitamente, gli esorcisti ricevono nella parrocchia di residenza, in un ambiente semplice. E quando parlano del loro ministero esercitano la prudenza. «Della possessione diabolica si parla molto - afferma padre Bamonte - ma la maggior parte delle persone, inclusi anche molti sacerdoti, sa poco o niente». Ma quali sono gli episodi più comuni raccontati negli anni da chi ha visto con i propri occhi una persona posseduta?
Si va dalla pia donna devota da sempre e che improvvisamente scaglia il suo odio nei confronti del sacro, agli sputi a sacerdoti o statue di santi; ma anche il cambiamento del tono della voce, la conoscenza di una lingua non conosciuta e ancora la comparsa di una forza fuori dall’ordinario. Padre Bamonte tiene a sottolineare che la possessione diabolica, «non è l’unica forma di azione diabolica straordinaria con cui il demonio può cercare di recare danno all’uomo». Vi sono anche «l'ossessione e la vessazione diabolica». E nel caso in cui «il demonio prende di mira oggetti che l’uomo usa, con l’intenzione di pregiudicarlo, si parla di infestazione diabolica».
Distinzione tra possessione, ossessione e vessazione diabolica
Per possessione diabolica si intende l’azione per la quale uno spirito maligno è in grado di esercitare un controllo dispotico su un corpo umano, riuscendo, in determinati momenti detti di “crisi”, a muoversi e/o a parlare attraverso il corpo della persona posseduta, senza che la vittima possa fare nulla per evitarlo, anche nei casi in cui mantiene la coscienza di ciò che le sta accadendo.
L'ossessione diabolica è volta ad aggredire e a tormentare l'uomo interiormente, nella sfera psichica. L’azione del demonio è circoscritta alla comunicazione alla sfera psichica dell’uomo con immagini, suoni, sensazioni insistenti.
La vessazione diabolica è tesa ad aggredire e a tormentare l’uomo fisicamente, senza che questo comporti, per sé, un possesso del corpo che viene tormentato, il quale di conseguenza resta sotto il normale controllo dell’intelletto e della volontà umana.
Per arrivare a comprendere tuttavia se una persona sia vittima o meno del male è necessario fare «discernimento». Gli esorcismi possono durare pochi incontri o persino mesi. Padre Bamonte ribadisce l'importanza «di una preparazione specifica per il ministero. Senza questo bagaglio il sacerdote esorcista sarebbe solo un ciarlatano e il suo operato risulterebbe dannoso a tutti».
Nel corso di un esorcismo si seguono poi le linee guida dell’AIE. «Ci sono diversi passaggi da fare. Talvolta, si ricorre a specialisti in medicina, psicologia e/o in psichiatria che aiutino a escludere cause naturali nei fenomeni riferiti o osservati».
A Milano, ad esempio, un gruppo di professionisti della salute mentale si incontra una volta al mese con gli esorcisti della diocesi. Durante le riunioni i sacerdoti presentano i cosiddetti "casi dubbi" sui quali si confrontano, scambiandosi opinioni e osservazioni. Tra loro vi è anche Laura Bianchi, medico psichiatra dell’ospedale San Raffaele di Milano. Collabora con loro dal 2018.
«È importante - chiarisce innanzitutto la psichiatra - che gli esorcisti abbiano una preparazione scientifica di base per poter effettuare un corretto discernimento. E devono poter ricorrere alla consulenza dei professionisti della salute mentale. La collaborazione - prosegue - avviene nel rispetto dei ruoli di ciascuno e, soprattutto, si agisce con il comune obiettivo di raggiungere una comprensione della situazione generale del paziente, tenendo conto sia della dimensione psicologica sia di quella spirituale». E ribadisce: «È l’esorcista che valuta la presenza o meno di un intervento straordinario del demonio. Solo eventualmente chiede un parere al professionista della salute mentale». Se necessario, durante l’accompagnamento, lo psichiatra può garantire «un sostegno psicologico e farmacologico».
Ci racconta poi della sua esperienza a contatto con don Gianfranco Macor, esorcista del Servizio diocesano Gerasa di Milano. «Entrando in questa realtà ho scoperto un mondo tutt'altro che cupo e desolato. Prendendo parte a qualche esorcismo ho avuto modo di scoprire che questi sacerdoti affrontano situazioni difficili con scrupolosità, coraggio e, soprattutto, con il sorriso sulle labbra. Accolgono le persone a braccia aperte. Persone che all’appuntamento concordato, spesso con una frequenza settimanale o mensile, parlano e scherzano con l’esorcista e gli ausiliari. Le reazioni del soggetto durante l’esorcismo sono diverse: a volte appena accennate con imprecazioni e urla, altre più burrascose con agitazione, opposività e aggressività. D'altro canto, nel corso degli esorcismi a cui ho assistito, non mi è mai capitato di assistere a quelli che vengono definiti fenomeni preternaturali, fenomeni che superano le capacità naturali dell'essere umano e che dovrebbero avere un'origine diabolica».
La nostra interlocutrice ci conferma di alcune patologie psichiatriche che possono essere confuse con il fenomeno della possessione diabolica. «In primis, la schizofrenia, una delle più frequenti; ci sono poi gli episodi depressivi o gli stati maniacali in cui emergono contenuti deliranti di tipo mistico-religioso. Il Disturbo di Conversione e i Disturbi Dissociativi (che una volta rientravano in quella condizione definita come “isteria”). Patologie, in parole semplici, caratterizzate dalla “conversione”, più o meno inconscia, di un qualche conflitto psicologico in una sintomatologia fisica, soventemente di tipo neurologico. Le manifestazioni possono essere così drammatiche e spesso poco responsive ai più comuni approcci terapeutici da spingere il paziente, o i familiari, a credere che siano causate dall’intervento del diavolo. Ad esempio, nel Disturbo Ossessivo Compulsivo, in cui la natura distonica di un pensiero intrusivo reiterato può facilmente essere mal interpretata, l’ossessione, come sintomo psicopatologico, può venire confusa con il fenomeno dell’ossessione diabolica (dove non è il corpo, come nel caso del fenomeno della vessazione, ma la sfera psichica a essere attaccata). Infine il Disturbo Somatoforme, o anche l’Ipocondria, possono essere scambiati per una forma di vessazione diabolica».
Le chiediamo infine se, dal punto di vista di una persona di scienza, abbia ancora senso oggigiorno questa figura. «In un periodo storico dominato dal materialismo e da un senso di smarrimento esistenziale, le persone hanno bisogno di figure spirituali a cui rivolgersi. Nel corso della mia breve esperienza, ho osservato da parte loro una disposizione all’ascolto più attenta. Seguono molto spesso persone con una sofferenza psichica e spirituale che prevarica l’ordinario». E incalza: «Molti scienziati sostengono che scienza e fede possono coesistere e arricchirsi a vicenda. Come disse Albert Einstein: “La scienza senza religione è zoppa, la religione senza scienza è cieca”».