Una manifestazione in Piazza federale, e un'altra che vi si è aggiunta: la polizia ha avuto un pomeriggio di fuoco
Nel frattempo, gli attivisti per il clima hanno ricevuto una proroga fino a stasera: «Ora dipende da loro», ha detto il responsabile della sicurezza della città
BERNA - Attimi di tensione oggi nel tardo pomeriggio a Berna: una seconda manifestazione ha raggiunto, dopo diversi scontri e blocchi di polizia, la Piazza federale, dove si trovano già gli attivisti per il clima.
Gli agenti hanno ad inizio pomeriggio isolato il centro della capitale, e l'atmosfera è subito diventata parecchio calda: sono stati utilizzati diverse volte gas lacrimogeni, idranti e proiettili di gomma. Due persone, un agente e un manifestante, sono rimasti feriti e hanno necessitato l'ospedalizzazione
I manifestanti del secondo corteo, che manifestano per i diritti dei migranti, scandiscono cori quali «vogliamo la libertà» e «nessun essere umano è illegale». Poco fa ha avuto luogo un minuto di silenzio per due richiedenti l'asilo morti, di cui si dice che la polizia sia responsabile, in quanto si sono suicidati dopo una decisione negativa da parte dello Stato.
Nel frattempo è presente sul posto anche il comandante Stefan Blättler, il capo della polizia cantonale di Berna, e non sembra soddisfatto della situazione.
Proroga all'ultimatum - Diverse centinaia di attivisti per il clima continuano a occupare la Piazza federale a Berna, malgrado a mezzogiorno sia scaduto l'ultimatum posto dalla città.
L'esecutivo cittadino si è riunito nel pomeriggio per decidere come procedere. Il municipio ha proposto ieri ai manifestanti di spostare il campo di protesta di circa 200 metri, alla Waisenhausplatz o alla Kleine Schanze, ma senza successo.
Nel frattempo, la città ha deciso di concedere agli attivisti per il clima una proroga di diverse ore che scadrà alle ore 20. Reto Nause, Il responsabile della sicurezza della città, ha detto al Blick che la città ha fatto una generosa offerta agli attivisti. «Ora tocca a loro» ha detto. Cosa succederà se gli attivisti non accetteranno nemmeno questa proposta? Nause non vuole dire nulla in proposito.
Il consigliere nazionale UDC Mauro Tuena è fortemente critico a riguardo: si tratta di una «proroga della proroga» ha detto. Secondo Tuena, le autorità bernesi dimostrano così di tollerare comportamenti delinquenziali, e questo «crea un pericoloso precedente». In futuro, perciò, i dimostranti non si sottrarranno più alle manifestazioni non autorizzate.
Nonostante le richieste di evacuazione da parte dei parlamentari borghesi e delle presidenze delle Camere federali, il governo rosso-verde della città di Berna ha preferito tentare una soluzione amichevole con gli attivisti. Durante le sessioni del Parlamento federale è vietato manifestare nella piazza antistante fin dal 1925.
Ieri sera il Consiglio nazionale ha approvato con 109 voti favorevoli e 83 contrari una mozione d'ordine di Thomas Aeschi (UDC/ZG) che invita la città di Berna a disperdere la manifestazione. Per la sezione benese dei Giuristi democratici, le autorità possono decidere di non far sgomberare l'accampamento se ritengono che sia una misura sproporzionata.
Critiche ai manifestanti - Reto Nause (PPD) ha anche criticato l'atteggiamento odierno del movimento per il clima. Il fatto di aver intrapreso «la via della disobbedienza civile» è stata una decisione fatale. L'accettazione delle misure climatiche ne risentirebbe, ha detto Nause a margine di una conferenza stampa.
Il martedì sulla Piazza federale si svolge il tradizionale mercato. Stamani i manifestanti hanno liberato una parte dell'area, ma hanno lasciato tre grandi tende, i servizi igienici mobili e altre infrastrutture. I venditori non hanno fatto mistero del fatto che non si sentivano a proprio agio a coesistere con il campo di protesta. A mezzogiorno, se ne sono andati come al solito e hanno lasciato di nuovo il posto agli attivisti.
I manifestanti per il clima occupano la Piazza federale da ieri mattina e hanno in programma di rimanere per tutta la settimana nell'ambito dell'azione "Rise Up for Change" (insorgi per il cambiamento). L'obiettivo è quello di protestare contro il sistema economico e politico che, a loro avviso, è responsabile della crisi climatica. La protesta è organizzata congiuntamente da Sciopero per il clima, Collective Climate Justice ed Extinction Rebellion.