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GINEVRAEra perseguitata dal sequestratore ucciso in febbraio, ora rompe il silenzio

15.06.24 - 08:01
Il 31enne che in febbraio prese in ostaggio 13 persone su un treno, da tempo stalkerava la collaboratrice di un centro per richiedenti asilo
20Minuten
Fonte RTS/BLICK
Era perseguitata dal sequestratore ucciso in febbraio, ora rompe il silenzio
Il 31enne che in febbraio prese in ostaggio 13 persone su un treno, da tempo stalkerava la collaboratrice di un centro per richiedenti asilo

GINEVRA - Nel mese di febbraio, un evento drammatico ha scosso la Svizzera: un richiedente asilo curdo-iraniano ha preso in ostaggio dodici passeggeri e il macchinista di un treno, la sera dell'8 febbraio, durante il viaggio da Sainte-Croix (VD) a Yverdon (VD).

L'uomo era armato di ascia, coltello e martello e gli ostaggi sono rimasti alla sua mercé per quattro ore prima che la polizia, dopo lunghe trattative, decidesse di sparargli. Fortunatamente, in tutto questo caos, gli ostaggi non hanno subito un graffio.

Il 31enne, che soffriva di disturbi mentali, aveva sviluppato un'ossessione patologica nei confronti di una dipendente del Centro federale d'asilo di Les Rochat, a Provence (VD). «Avevo sempre paura», rivela ora quest'ultima, in un'intervista rilasciata alla RTS.

Il richiedente asilo, racconta, l’avrebbe molestata sin dal suo arrivo al centro, nel settembre 2022. Lei ha rifiutato ripetutamente e fermamente le sue avances, ma dopo essersi trasferita a Ginevra le cose non hanno fatto altro che peggiorare. «Ho iniziato a ricevere tantissimi messaggi», prosegue la vittima di stalking. L'uomo affermava di essere vittima di un suo incantesimo.

«Molto spesso il servizio di sicurezza del centro mi accompagnava e mi veniva a prendere in macchina», racconta la giovane madre. La polizia vodese interveniva con regolarità per prelevare il richiedente asilo e riportarlo indietro. Quando la donna si è rivolta di propria iniziativa alla polizia, questa le ha sconsigliato di sporgere denuncia non avendo subito minacce dirette o aggressioni fisiche.

L'uomo è stato ricoverato in ospedale più volte, prima di fuggire e scappare all'estero. Dopo il suo ritorno a Ginevra, alla fine del gennaio 2024 e poco prima della presa degli ostaggi, ha avuto un esaurimento nervoso, un segnale che è passato inosservato. «L’uomo sta meglio. Non ha bisogno di alcuna misura medica o terapia», riferiva il suo incarto.

La tragedia verificatasi sul treno ha avuto delle conseguenze: l'Ufficio del sostegno sociale di Ginevra ha adottato misure per prevenire simili episodi e per migliorare l'assistenza ai migranti. È stata anche intensificata la formazione del personale per garantire la salute e il benessere delle persone sotto protezione.

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