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LUGANOUna lettera per Bertoli: «Non distruggete quella famiglia siriana»

24.06.17 - 17:53
Durante la cerimonia di consegna dei diplomi, una classe del Liceo di Lugano chiederà l'aiuto del Consigliere di Stato per far revocare l'espulsione di sette persone scappate dalla guerra
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Una lettera per Bertoli: «Non distruggete quella famiglia siriana»
Durante la cerimonia di consegna dei diplomi, una classe del Liceo di Lugano chiederà l'aiuto del Consigliere di Stato per far revocare l'espulsione di sette persone scappate dalla guerra

LUGANO - La classe 4C del Liceo 1 di Lugano ha scritto una lettera al Consigliere di Stato e Presidente del Governo Manuele Bertoli. La missiva scritta dai ragazzi - che verrà data questa sera durante la cerimonia di consegna dei diplomi - è una richiesta d'aiuto. Per l'esattezza la richiesta consiste nella revoca di espulsione di una famiglia siriana composta da 7 persone di origine curda scappate dalla guerra nel proprio Paese.

«Una storia ingiusta ed angosciante» - Nella lettera, lunga quattro pagine, gli studenti raccontano «la sfortunata, angosciante ed ingiusta» storia di questa famiglia che vive ormai da un anno presso il centro asilanti Barzaghi della Croce Rossa di Paradiso. «Quattro anni fa i genitori con 5 bambini minorenni sono scappati dal loro paese a causa della guerra - scrivono i liceali a Bertoli. «Ora risiedono da più di un anno in Ticino, dove i 3 fratelli più piccoli hanno potuto finalmente andare a scuola, mentre i 2 ragazzi più grandi (di 18 e 19 anni) si occupano delle questioni quotidiane».

Padre malato - I due neo-maggiorenni sono praticamente l'unico sostentamento della famiglia visto che il padre di 43 anni non ha retto lo stress provocato dal lungo viaggio - durato un anno e mezzo attraversando Turchia, Grecia,Italia e Germania - fino in Svizzera. «Si è ammalato in modo molto grave, tanto che è stato a lungo ricoverato a Mendrisio», si legge ancora nella lettera rivolta al Presidente del Governo.

Ritorno in Grecia - E sono proprio i due giovani maggiorenni che rischiano di essere rimandati in Grecia (già dal 30 giugno), dove sono stati registrati come rifugiati politici a loro insaputa, spaccando di fatto la famiglia. Anche genitori e fratellini minorenni avevano ricevuto un decreto d'espulsione, che è nel frattempo stato congelato.

Un futuro migliore - Per tenere uniti genitori «che quattro anni fa hanno deciso di mollare tutto con la speranza di dare un futuro migliore alle loro creature» e figli, e per far revocare la decisione presa dalla segreteria di Stato dell’immigrazione - e confermata dal tribunale amministrativo - di mandarli via dalla Svizzera», la classe 4C si rivolge quindi alla politica ticinese, terminando la propria lettera con un auspicio. «Confidiamo davvero che le espulsioni dei ragazzi ora e del resto della famiglia poi, vengano revocate perché in uno stato di diritto come il nostro, ledere i diritti fondamentali delle persone non ci fa onore».

Lanciata una petizione - Durante la consegna dei diplomi di maturità, che si terrà alle 18.00 al Palacongressi di Lugano, verranno raccolte le firme per aiutare questa famiglia siriana. Nel frattempo è stata lanciata una petizione - sostenuta da diverse figure di spicco della politica ticinese* - per richiedere la «revoca immediata di ogni misura di espulsione dalla Svizzera» nei confronti di tutte e sette le persone. «Chiediamo il rispetto dell'obbligo di assistere chi è nel bisogno e il divieto di espulsione in un paese ,la Grecia,in cui oggi i rifugiati ,specialmente se soli e di giovane età, rischiano un trattamento inumano».

*Tra i firmatari troviamo: Beat Allenbach, Paolo Bernasconi, Rosa Butti, Giosanna Crivelli, Augusto Gallino, Beatrice Groh, Davide Macullo, Dick Marty, Renato Martinoni, Alberto Nessi, Chiara Simoneschi Cortesi, Gabriele e Fabio Soldini.

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