Si è tenuta oggi la riunione straordinaria del cda di Lugano Airport. Borradori: «Innanzi tutto il risanamento finanziario della società, poi si potranno approfondire scenari anche alternativi»
LUGANO - «Se siete qui per il funerale dell’aeroporto, è un po’ presto». Così il consigliere di Stato Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio, che oggi ha preso parte alla riunione straordinaria del cda di Lugano Airport (LASA) al Palazzo Civico di Lugano. «Il cda è unanime: bisogna perseguire la linea intrapresa, ottenendo il risanamento finanziario della società» ha spiegato alla stampa. E ha quindi sottolineato: «Niente panico, non termina oggi l’avventura dell’aeroporto».
Ma l'avventura potrebbe terminare alla fine di quest'anno se la ricapitalizzazione della società sarà respinta dai legislativi comunale e cantonale, ha sottolineato Marco Borradori, sindaco di Lugano e presidente del cda. «E non bisogna illudersi che si possano fare dei piani sociali o allungare i tempi: un “no” al risanamento porterà il caso in pretura e la chiusura avverrà dall'oggi al domani, con conseguenze veramente drammatiche».
Superare l'emergenza finanziaria - In primis va dunque superata «l'emergenza finanziaria», ha spiegato Zali. E in seguito «ci sarà il tempo necessario per fare i passi successivi». Nella situazione attuale - ha detto - «è difficile trattare con partner per firmare contratti impegnativi». E questo sta scritto nel messaggio, come ribadito dal sindaco: «Un messaggio che è completo e che come punto fisso prevede il risanamento di LASA». E solo nella fase successiva l'approfodimento e l'attuazione di uno scenario, anche alternativo, quali la concentrazione sulla sola aviazione generale, l'apertura del capitale ad azionisti privati, o la dismissione controllata e progressiva dell'aeroporto con i necessari ammortizzatori sociali ed economici.
I costi della chiusura - Anche Filippo Lombardi, consigliere agli Stati e vicepresidente del cda, ha affermato che «la strada intrapresa è l'unica possibile». E che una mancata decisione entro la fine dell'anno o una decisione negativa non solo porterebbero alla chiusura dello scalo, ma avrebbero anche conseguenze “costose”: «Significherebbe impegnarsi nel risanamento dei debiti, bisogna immaginare costi di liquidazione relativamente elevati».
Così anche Zali: «Se il risanamento finanziario non avverrà, si andrà verso un rapido declino della situazione, con la perdita di posti di lavoro e di tutto ciò che significa la presenza della struttura sul territorio». Cifre che hanno un peso specifico non indifferente per il nostro cantone, come confermato da uno studio del Centro di competenza aeronautica dell’Università di San Gallo: nello scorso decennio gli impieghi direttamente o indirettamente dipendenti dall'aeroporto raggiungevano mediamente il migliaio, mentre l'indotto economico generato in Ticino toccava i 150/200 milioni all'anno.
Zimex e Swiss: dieci giorni di cattive notizie - La riunione straordinaria del cda di Lugano Airport è stata convocata in particolare dopo che lo scorso venerdì la zurighese Zimex Aviation aveva fatto sapere - tramite un comunicato stampa - che non intende operare voli di linea dallo scalo di Agno. Questo nonostante, a dire dei vertici dell’aeroporto, vi fosse già un accordo. Tanto da inserire la società nello studio di recente elaborato dal Centro per le competenze aeronautiche dell’Università di San Gallo. Studio in cui la collaborazione con la Zimex rappresenta un tassello fondamentale per il rilancio della scalo.
E i vertici dello scalo luganese non si devono confrontare soltanto con la questione Zimex. Negli scorsi giorni anche la compagnia aerea Swiss - attualmente la sola che opera voli di linea da Agno per tutto l’anno, con destinazione Zurigo - aveva messo in discussione il collegamento. E il ceo Thomas Klühr aveva ventilato l’ipotesi di trasferire i viaggiatori sul treno a partire dalla fine del 2020, quando sarà messa in esercizio la galleria di base del Ceneri.
Il PLR luganese all'attacco - Nel frattempo l’Ufficio presidenziale del PLR di Lugano chiede il ritiro del messaggio per il rilancio dell’aeroporto. O l’azzeramento del cda. A questa richiesta Borradori ha risposto dicendo: «Noi non siamo qui per nostra scelta, si tratta di una fatica immane, ma lo facciamo perché ci crediamo e crediamo che sia giusto andare avanti così».