L’interruzione del collegamento su Ginevra e dei voli stagionali per la Sardegna ha portato a un calo del 34,6%. Il direttore: «È un momento delicato»
AGNO - C’era da aspettarselo: per l’aeroporto di Lugano il 2018 è un anno da dimenticare, perlomeno per il numero dei viaggiatori nel traffico di linea. Senza il collegamento con Ginevra e i voli estivi per la Sardegna, lo scorso anno dallo scalo sono passate 88’602 persone. Si è così scesi sotto i centomila passeggeri. Con un calo del 34,6% rispetto al 2017, quando ne erano ancora stati registrati 135’534. Questo è quanto si evince dai più recenti e ancora inediti dati statistici dello scalo.
Se il fallimento di Darwin Airline e il mancato ripristino della rotta su Ginevra hanno pesato sul traffico di linea, si osserva però un andamento positivo per la General Aviation (+4,4% di movimenti) e per la scuola di aviazione (+17,8%). E anche sul fronte delle cancellazioni dei voli di linea il dato è migliorato: tra luglio e dicembre sono scese al 4,8%, rispetto all’11,75% del primo semestre.
La direzione dello scalo non nasconde una certa preoccupazione. «Dopo il fallimento di Darwin e poi quello di Skywork, in Svizzera non si tratta di un bel periodo per l’aviazione» ci dice il direttore Maurizio Merlo, che aggiunge: «È un momento particolare, delicato. Il mondo dell’aviazione è comunque fatto di alti e bassi. Ma è chiaro che bisogna darsi da fare per Lugano».
Direttore Maurizio Merlo, i numeri mostrano che il collegamento con Ginevra e quelli stagionali sono fondamentali per risollevare lo scalo. Su questo fronte a che punto siamo?
«Per il ripristino del volo su Ginevra, ci limita il fatto che la rotta debba essere operata da una compagnia aerea svizzera. Al momento siamo comunque in stand by, perché ci sono in ballo la ricapitalizzazione dell’aeroporto e anche lo studio dell’Università di San Gallo».
Lei come vede il futuro dell’aeroporto di Lugano?
«Sicuramente vedo un futuro, ne sono convinto. Innanzi tutto con lo sviluppo dell’aviazione generale. Ma anche con un consolidamento della rotta Lugano-Zurigo, che con Adria ha inoltre visto un miglioramento dell’affidabilità. Poi dobbiamo ritrovare il collegamento con Ginevra e i charter».
Quindi ad Agno il traffico di linea ha ancora senso?
«Sì! Basti pensare che anche con l’apertura della galleria Alptransit, la rotta Lugano-Zurigo non ha perso passeggeri. Chi va a Zurigo non sceglie l’aereo, ma questo avveniva già prima di Alptransit. Il collegamento viene utilizzato per proseguire il viaggio dall'aeroporto di Zurigo. E poi ci sono la tratta Lugano-Ginevra e i charter. È però chiaro che con l’attuale infrastruttura e lunghezza della pista, il volo di linea è un po’ limitato».
E per quanto riguarda le cancellazioni, cosa si sta facendo per migliorare l’affidabilità dello scalo?
«Non potremo arrivare ai livelli dei grandi aeroporti, anche per via della situazione topografica del nostro scalo. Stiamo lavorando su nuovi sistemi di avvicinamento, ma ci vorrà del tempo».